CAPITOLO 16

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"Cosa avreste fatto quindi?!"
Esclamó Bridgette con tanto di gridolini tra le lettere sconnesse che stava urlando in quel momento.
"Shhhht! Potrebbero sentirci.. Sta zitta!"
Bisbiglió Gwen con la lingua tra i denti, a voce più bassa possibile.
"Ripetilo per favore, voglio sentirlo di nuovo." la dark sospirò ormai distrutta per i continui assilli di quella che era ormai diventata una sua stretta amica.
".. Io e Duncan.. Beh si.. Ci siamo baciati.." balbettó la ragazza corvina, assumendo un colorito roseo sulle guance.
" e ora basta.. Ti prego non voglio dirlo più..!" continuó poi la stessa coprendosi il viso con le sue corte e ribelli ciocche corvine.
La bionda cambiò espressione, trasparendo così perplessità.
"Scusa? Non ti è piaciuto? Bacia così male? Oppure... Ti ha costretto?!"
Esclamó con tanto di gridolino Bridgette, coprendosi la bocca, ormai spalancata, con entrambe le mani.
"Cosa?! No no.. Assolutamente no!"
Gwen agitava le mani verso l'amica che probabilmente si stava facendo troppi viaggetti mentali.
"È... È stato bello.. Molto! Si però.. Ecco mi vergogno..."
"Vergogni? Di cosa Gwen?"
La bionda guardò la ragazza che, in quel momento, sembrava indossare solo un velo fino e trasparente, mostrandosi in tutta la sua debolezza.
La dark sospiró, stringendo le sue ginocchia, ricoperte da un paio di pantaloni neri e larghi alle caviglie, al petto, per nasconderci così il viso pallido e leggermente roseo.
"Gwen..." Bridgette però non voleva dargliela vinta, ormai si conoscevamo da settimane e, anche se erano poche, riteneva di conoscerla abbastanza.
"Cosa devi dirmi?" la ragazza ora era seria. Incroció le braccia al petto, sulla felpa blu che indossava di solito.
I suoi occhi color ocra erano come dei proiettili per Gwen, pronti a tirarle fuori tutta la verità.
La corvina prese aria, chiudendo gli occhi e strofinandoseli con le mani.
"Credo... Credo che.. Mi piaccia.."
In quel momento lo stomaco di Gwen esplose. Erano due sensazioni contrastanti tra di loro, da un lato si sentiva leggera, dall'altro sentiva un continuo formicolio su tutto il corpo. Un'ansia che man mano la divorava come un verme.
Duncan, in così poco tempo era diventato essenziale per lei. Chi l'avrebbe mai detto che quel cretino, che aveva conosciuto qualche settimana prima, sarebbe diventato così importante?
Lui era misterioso, intelligente, negligente, attento , serio...ma al contempo così affettuoso e comprensivo.
I suoi occhi cobalto l'avevano rapita.
Eppure era un criminale, che le aveva rubato l'anima.
E se lui avesse già un'altra? Se a lui non importava? Se quello non era stato altro che un gioco da ragazzi 20enni?
Duncan in quei giorni, settimane, le era stato vicino, molto. Era riuscito a farla sentire a casa, come un cane abbandonato che trova la felicità in una nuova famiglia, in grado di apprezzarlo. Il vero problema però, era che quella per lei non poteva essere una famiglia. Li amava, tutti, con tutto il cuore.
Noah, Geoff, Bridgette, Dj, Tyler... Duncan...
La dark sentiva una stretta al cuore ogni volta che elaborava pensieri del genere nella sua mente.
E poi... Quella Courtney.. Chi era? Perché conosceva Duncan?
E Trent.. Leshawna.. Zoey e Mike... Che a breve si sarebbero sposati e...

"Gwen.. Gwen!"
La corvina si risveglió da quello strano stato di trance in cui era rovinosamente caduta. Scosse subito la testa e guardó verso l'amica, che sembrava pensierosa.
"Tutto ok?" La bionda le mise una mano sulla spalla. Gwen la guardó per qualche istante, le stava letteralmente esplodendo la testa.
In poco tempo quindi, la ragazza si alzó e si diresse verso una bottiglia di vino che era sul comodino della bionda, accanto a due bicchieri.
"Cosa fai?!" Chiese a quel punto Bridgette, allarmata.
Gwen si giró verso di lei, appoggiandosi svogliatamente con i fianchi al comodino, prendendo per mano la bottiglia.
"Vieni! Beviamo un po'.. Alla nostra amicizia!" si versò il vino nel bicchiere fino all'orlo, rischiando anche di farlo cadere.
"Gwen... Aspett.." la bionda non poté finire che la dark se l'era già scolato tutto. Delle gote rossastre comparvero sul viso di lei, che versò altro vino. Prima nel suo bicchiere, poi in quello dell'amica.

"Guarda questo..." Disse il ragazzo, sollevando con molta cura il quadro.
"Ah sì..non ho idea di chi sia però..."
Rispose il biondo accanto a lui frugando tra le altre cose rubate.
"È bello però..quanto varrà secondo te?"
Il punk inclinò di lato la testa per osservare meglio l'opera.
Geoff, a quel punto, smise di frugare e si appoggiò al muro dello stanzino, osservando così anch'esso il quadro a braccia conserte.
"Come si chiama?"
"Londra stellata..." Il ragazzo sembrava così affascinato da quel quadro.
"È molto bello,fratello... se lo vendiamo a qualche idiota magari frutteremo un bel gruzzoletto.." il biondo osservò verso l'amico che continuava ad osservare senza sosta il quadro, come se non riuscisse a non guardarlo.
Il ragazzo si straní vedendolo così preso.
Così, schioccò le dita dinanzi ad esso.
"Heyy...Duncan! Ci sei?" Disse il biondo a voce alta per attirare l'attenzione.
Il punk scosse la testa, poi guardò verso Geoff.
"Uhm...? Certo! Ed ho appena deciso le sorti di questo quadro..." Disse sollevando la cornice.
"E cioè?" Fece l'amico.
"Lo terrò io." Rispose secco Duncan,dirigendosi verso la sua stanza.
"Cosa? Ma non lo hai mai fatto! Non volevi venderlo?!" Chiese Geoff allarmato e confuso più che mai.
"È rischioso.. potrebbero stare a cercarlo...non è da te Duncan e..."
"Ora basta,Geoff!" Sbottò il punk, interrompendo così l'amico, nel mentre che posò il quadro accanto al letto.
"Non c'è scritto l'autore.. sarà un quadro poco famoso... è un problema se mi piace?" Esclamò al quanto innervosito, stringendo il dorso del naso tra le dita.
"No, ma..." Bisbigliò Geoff, confuso dalla reazione del punk.
"Niente ma...posso avere qualcosa anche io ogni tanto..? E poi, sono sicuro che piacerà anche a Gwen..." Duncan sistemò il disegno con molta cura sul letto, cercando in tutti i modi possibili di non rovinarlo.
"Gwen?!" L'espressione di Geoff trasparí preoccupazione e confusione. Non era per niente sicuro di stare a parlare con il Duncan che conosceva lui.
Il biondo così, gli si avvicinò e gli mise una mano su una spalla.
"Duncan..." Il punk si girò verso di egli.
"Tu e Gwen...avete una storia?" Geoff era preoccupato per la stabilità dell'amico. Ultimamente lo vedeva molto stressato e più di una volta lo aveva sorpreso a bere qualche bicchierino.
Il punk alzò un sopracciglio, era sorpreso e allarmato, ma non lo dava a vedere.
"Cosa dici, Geoff?" Fece finta di non aver capito, ma l'amico era preoccuapto.
"Rispondi Duncan..." Il punk sospirò, cercando di mantenere la calma.
"Assolutamente no, come ti viene in mente? Abita con me, dovrò pur farla felice ogni tanto, no?" Duncan alzò più e più volte i suoi occhi cobalto al cielo, ma in realtà era per non incontrare quelli di Geoff.
Quest'ultimo sospirò, abbassando il capo.
"Duncan..." Egli cercò di parlare, ma il punk, ormai innervosito, non gli e lo permise.
"Ora basta! Geoff! Cosa ti sta prendendo oggi? Di solito sei d'accordo con me su tutto! Cosa c'è..non ti senti bene?!"
Duncan era adirato. Ma non per quello che il povero Geoff gli stava dicendo, ma per la consapevolezza. Esatto, lui non era stupido, era sempre attento, ad ogni singola cosa. Ma Gwen lo aveva stravolto. Quell'insolente ragazzina che la sera prima aveva baciato. Il punk si stava rendendo ormai conto del fatto che, forse, dei sentimenti per Gwen, che provava sempre a soffocare, stavano salendo a galla, ed erano più forti di lui.
Non aveva sbottato per colpa di Geoff, quella non era stata altro che una copertura per non mostrare il suo dolore che, probabilmente, non aveva mai mostrato a nessuno.
"Va bene ho capito...ma un consiglio.."
Disse a quel punto Geoff pensieroso, Duncan, che fino a poco prima si stava tenendo la fronte, rialzò lo sguardo e lo guardò confuso.
"Ricordati che non starà qui per sempre, le stai pur sempre mentendo..."
Detto ciò, il biondo sparí dietro la porta di uscita, lasciando così il punk da solo, con i suoi pensieri, in quella sua stanza che solo in quel momento gli sembrava maledettamente stretta.

A case that can't be solvedWhere stories live. Discover now