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"Hai visto che culo" Johnny si voltò verso Cristel che era seduta al suo fianco.
"Ma se è coperto" sbuffò.
"Sì, però è bello, me lo ricordo" sussurrò ancora e l'amico alzò gli occhi al cielo.
"Di che parlate voi due?" domandò Peter non potendo ascoltare la loro conversazione visto che era abbastanza lontano affinché i due ragazzi potessero vedere la sua figura per intero, per poterla ritrarre. E poi il loro tono era talmente basso che non avrebbe sentito nemmeno se fosse stato di fianco a loro.
"Non stiamo parlando di niente".
"Parlavamo del tuo culo perfetto" furono le due risposte contrastanti. Cristel si beccò un'occhiataccia per la sua risposta, assolutamente veritiera ma altrettanto fuori luogo. Johnny stava per aggiungere altro quando il telefono della sua amica prese a squillare. Cristel si allontanò per rispondere mentre lui, rosso dalla vergogna abbassò lo sguardo sul foglio, distogliendolo dal corpo seminudo del suo nuovo amico.
Peter era disteso al centro del salotto, su un tappeto morbido messo lì proprio per quell'occasione, il torace, le spalle e l'addome perfettamente scolpiti erano scoperti, mentre la parte sotto era coperta da un lenzuolo bianco che lasciava libere le gambe lunghe e toniche e completamente depilate. Peter era bellissimo con il suo fisico statuario, i muscoli in evidenza, un sorriso furbo e i suoi occhi brillanti e Johnny non poteva fare a meno di sentirsi attratto da lui, dalla sua bellezza. Ma non ne era attratto in senso puramente sessuale, era attratto dalla sua grazia, dai suoi movimenti eleganti, dai lineamenti perfetti per essere ritratti. Peter era una vera opera d'arte e lui ne era consapevole e trovava stimolante continuare a ritrarlo. Ogni volta poteva leggere nel suo corpo, sul suo volto, espressioni nuove e i disegni non erano mai banali e ripetitivi nonostante il soggetto fosse sempre lo stesso. Tracciò con leggerezza la linea sul foglio che andava ad arrotondare la curva della schiena, appena prima del sedere, quando la punta della matita si spezzò sul foglio, bucandolo e rovinando definitivamente il suo lavoro. Si girò quasi con rabbia verso l'amica che gli aveva stretto un braccio mentre disegnava. Stava per aggredirla quando il volto sconvolto dalle lacrime lo agitò facendogli lanciare per aria tutto ciò che aveva tra le mani e correre da lei per domandarle cosa fosse successo. Anche Peter, vedendo le condizioni di Cristel, lasciò il pavimento e si precipitò verso la ragazza.
"Dio, che succede?" chiese Johnny preoccupato, la ragazza provò a rispondere ma non riuscì a pronunciare parola, continuava a piangere a singhiozzi.
"Mi stai spaventando" mormorò Johnny per poi farla sedere. Peter raggiunse la piccola cucina e prese un bicchiere e dell'acqua e tornò dai due ragazzi, porse il bicchiere a Cristel che lo ringraziò con gli occhi, non riuscendo ancora a parlare. Mandò giù un lungo sorso mentre i due ragazzi erano di fronte a lei in attesa di sapere cosa l'avesse scossa in quel modo.
Dopo aver mandato giù, Cristel prese un profondo respiro cercando di calmare il pianto.
"È-è......è morta" sospirò disperata e poi riprese a piangere.
"Chi è morta" domandò preoccupato Peter, dopo essersi inginocchiato di fronte a lei e averle preso le mani in segno di conforto.
Johnny si mise seduto al suo fianco e le accarezzò la schiena, sperando di calmare il suo pianto, ma senza sortire alcun effetto.
"Mi stai facendo davvero preoccupare, Cri. Vuoi dirci chi è morto?" il tono disperato e allo stesso tempo preoccupato del suo amico le fece tornare quel tanto di lucidità che le serviva per rispondere alla domanda.
"Chloé" mormorò in un sussurro quasi impercettibile. Johnny si portò la mano alla bocca e la coprì per nascondere una risata che non voleva far scorgere alla sua amica. Ovviamente capiva la sua disperazione e non poteva non esserle vicino ma il fatto che si disperasse in quel modo gli aveva fatto credere che fosse venuto a mancare qualcuno della sua famiglia e quella risata era più di sollievo che per deriderla. Risata che non passò affatto inosservata ad un attento Peter che lo guardò confuso. Johnny fece cenno con la mano che gli avrebbe detto ogni cosa dopo.
"Forse sarà il caso che tu vada a casa, tesoro. Sono sicuro che tua madre avrà bisogno del tuo sostegno" la ragazza annuì e tirò su con il naso.
"Ora ti chiamo un taxi, nel frattempo va a sciacquarti il viso ok?" Cristel si sollevò da dove era seduta e si allontanò verso il bagno mentre Peter guardava in malo modo Johnny.
"Non sei stato per nulla carino, per fortuna che non ti ha visto ridere" lo rimproverò.
Johnny lo afferrò per un braccio e lo trascinò verso la cucina dove ricordava di aver lasciato il telefono e sussurrò "Lo so. Ma la mia risata era più di sollievo che di scherno". Peter alzò un sopracciglio, sembrava non credere alle parole dell'amico, allora Johnny guardò verso la porta del bagno per controllare che l'amica non stesse facendo ritorno.
"Chloé è la sua cricetina" sussurrò. Peter lo guardò tra l'incredulo e lo sconvolto, provò a dire qualcosa ma le parole gli morirono in gola, una risata strozzata impedì loro di uscire. Davvero la loro amica piangeva e si disperata in quel modo per un criceto? Sembrava proprio di sì. Johnny guardò Peter in modo eloquente come a dire hai visto? Viene da ridere anche a te. Peter stava per controbattere quando Johnny alzò la mano e interruppe qualsiasi cosa stesse per dire era al telefono con la società dei taxi. Avrebbero rimandato in seguito la loro conversazione.
Quando Johnny riagganciò vide alle spalle di Peter, Cristel che tornava dal bagno. Le andò incontro e la strinse tra le braccia "Il taxi sarà qui tra 5 minuti" la informò mentre continuava ad accarezzarle la schiena.
"Grazie". Peter, nel frattempo si era rivestito e ora era al fianco della ragazza, le diede un bacio sulla guancia facendola arrossire. Il suono del clacson riportò tutti alla realtà. La ragazza si congedò mentre i due amici erano sull'uscio e la salutavano con la mano. Quando Cristel uscì dalla loro vista i due rientrarono, si guardarono complici e scoppiarono in una sonora risata, che entrambi avevano trattenuto fino a quel momento.
"Un criceto" mormorò Peter tra le lacrime che accompagnavano quell'ilarità.
"Lo so. Dai vieni" Johnny lo invitò a seguirlo per tornare verso il salotto ma l'amico non si mosse e lo fissava in modo insistente.
"Che succede?" chiese. Peter fece un passo verso di lui.
"Scusami" lo sentì pronunciare e non ebbe nemmeno il tempo di chiedere per cosa si stesse scusando che due labbra calde e morbide si poggiarono sulle sue, Peter gliele leccò e provò ad approfondire un bacio che Johnny non era pronto a ricevere.

Ritorno da teWhere stories live. Discover now