Prologo

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Chaz fece un passo indietro e si fermò spalle alla vetrina a osservare, con una certa soddisfazione, le decorazioni natalizie con cui aveva addobbato la pasticceria, rendendola un posto ancor più allegro di quanto già non fosse gli altri giorni dell'anno.
«Saresti soddisfatta di me, mamma!» sorrise felice, avvicinandosi al bancone refrigerato, dove erano esposti così tanti dolci da soddisfare anche il cliente più pretenzioso. Premette l'interruttore alla sua destra e luci intermittenti colorate presero a rincorrersi per l'ambiente, seguite da una nota canzoncina natalizia.
«Direi che è tutto perfetto», disse, mettendosi le mani sui fianchi. «Ora non ci resta che aprire», sorrise, alzando una mano stretta a pugno verso l'alto, quasi a sfiorare con le nocche una ghirlanda rossa che pendeva dal soffitto. «Prima però...» continuò, mettendo piede nella piccola cucina adiacente, per ritornare poco dopo con un vassoio sul quale erano disposti biscotti di varie forme che richiamavano il Natale e ricoperti da uno strato sottile di glassa colorata. «Sono bellissimi, non trovi, Cherie?» chiese rivolto alla gatta dal pelo lungo che, seguendolo, prese posto sotto l'albero decorato.
Le rivolse una smorfia, a cui lei rispose con un breve miagolio, intenta a giocherellare con una palla rossa che pendeva dall'ultimo ramo. «Ti ringrazio proprio per la considerazione», borbottò nel togliersi il grembiule, per poi andare ad aprire la porta, pronto ad accogliere i clienti. Si ritrovò davanti un uomo dall'aria imbronciata. «Buongiorno!» gli sorrise cordiale, facendosi da parte per farlo entrare. Girò il cartello che indicava che la pasticceria era aperta e richiuse la porta, lasciando che il freddo glaciale di quella giornata di metà dicembre rimanesse fuori.
L'uomo non disse nulla, ma guardò con fare critico la vetrina dei dolci, lasciando così all'altro il tempo di tornare dietro il bancone.
«Cerca qualcosa di particolare?» chiese gentilmente Chaz, ritrovandosi addosso uno sguardo corrucciato.
«No!» rispose l'uomo, ritornando a fissare i dolci con sguardo critico, cosa che per un attimo fece vacillare il buonumore di Chaz.
«Posso comunque aiutarla?» riprovò, cercando di essere gentile nonostante il nervosismo provocato da quell'atteggiamento.
«Sto guardando», rispose seccamente l'altro, sistemandosi gli occhiali sul naso, prima di sollevare due occhi grigi su di lui. «Le da per caso fastidio?»
«No, no. Certo che no.»
L'uomo riportò lo sguardo sui dolci e si soffermò per un attimo su un tronchetto di Natale. «Cosa contiene?»
«Scusi...?»
«Gli ingredienti», si affrettò a dire l'uomo, raddrizzando la schiena. «Con cosa è fatto?»
«Ha qualche intolleranza, perché volendo...»
«Voglio solo sapere gli ingredienti», lo interruppe l'altro bruscamente, riportando gli occhi nei suoi. «Non penso sia così difficile da capire.»
La pazienza di Chaz iniziò a vacillare, ma si impose di rimanere calmo; gli diede l'informazione, evitando però di soffermarsi sulla ganache al cioccolato, visto che si trattava di una vecchia e segreta ricetta di famiglia.
«Interessante», commentò l'uomo, accennando un sorriso. «Lo prendo.»
Chaz lo fissò confuso per alcuni secondi e quando si decise a ricambiare il sorriso, l'altro si rabbuiò nuovamente. «È un regalo?» si azzardò a chiedere, sistemando il dolce su un vassoio di cartone dorato.
«No!» rispose fin troppo seccato l'altro, avvicinandosi alla cassa per fargli capire che non aveva nessuna intenzione di intavolare un dialogo.
«La simpatia in persona proprio», mormorò Chaz a bassa voce, finendo di confezionare il dolce. Poi afferrò uno dei biscotti decorati e lo infilò in un sacchettino trasparente, sigillandolo con un fiocchetto rosso.
«Cos'è quello?» chiese l'uomo, notandolo.
Chaz tirò fuori il sorriso più cordiale del suo repertorio. «Un biscotto.»
«Non lo voglio!» sbottò, pagando quanto dovuto, prima di afferrare la confezione in attesa dello scontrino.
«È gratis», si affrettò a dire Chaz, facendolo scivolare verso di lui.
«Non lo voglio!» rimarcò l'altro con tono scocciato e fu sul punto di andarsene quando Chaz, dopo aver fatto il giro del bancone, glielo mise in mano.
«Lo prenda! Spero lei possa passare un felice e sereno Natale, signore», mormorò, per poi tornarsene dietro il bancone come se nulla fosse.
L'uomo gli rivolse un'occhiata stizzita prima di andarsene e Chaz sperò di non incontrarlo mai più.

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