8 - Immagination

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Mi diressi nella camera del dormitorio. Negli ultimi giorni avevo versato così tante lacrime che non me ne uscì neanche mezza.
Cercai di non pensare a quella sera visto che avrei dovuto passarla con Alex.
Bussarono la porta e con pochissima voglia e sospirando andai ad aprire. Mi ritrovai davanti Blake. «Che vuoi?». «Io..». Non lo feci neanche finire di parlare: «vattene, non voglio né scuse né altro, lasciatemi stare, voglio stare sola»
Cercai di chiudere la porta ma mi bloccò. «Lo capisco e lo rispetto, volevo solo dirti che non è vero, ci tengo a te, non era solo per scoparti, volevo solo farlo incazzare, sono un coglione». Mi guardò. «Sì, lo sei, perché dovrei fidarmi?». Alzò la testa e mi guardò negli occhi. «Perché mi sono innamorato di te». Persi il fiato, non feci in tempo a pensare cosa dire che parlò lui:
«sappi che ti aspetterò dopo Natale quando tornerai, e quando ti sarai dimenticata di lui...».

«Per me lui non c'è più...». «Dopo oggi ti credo, ma voglio che tu me lo ridica quando tornerai dalle vacanze di natale passate con lui, allora sarò sicuro». Verso sera bussarono ancora, non pensai neanche chi fosse, già lo sapevo e di certo non era babbo natale.
Aprii la porta e senza stupore mi ritrovai Alex davanti. Presi la valigia e mi infilai dentro alla sua macchina. «Hai intenzione di non parlarmi per due settimane?» mi chiese. «Non lo so, forse, sarebbe un bel regalo di Natale».

Sospirò e partì verso casa mia. Quando arrivai ero felicissima di tornare ma fui travolta anche da un'ondata di tristezza. Non tornavo in quell'abitazione con Alex da quando stavamo insieme e piano piano i ricordi iniziarono a riaffiorare. Guardai per terra cercando di trattenere le lacrime. Lui mi toccò il braccio. «Tutto bene?». Velocemente lo scansai. «Lasciami». Corsi in camera, sistemai le mie cose e ci stetti per ore, finché non fu ora di mangiare. Scesi per preparare qualcosa da mangiare, ma con mia sorpresa era già tutto pronto. Cibo da reggia, tavola apparecchiata e Alex che mi guardava con un mazzo di fiori. Vidi le sue cose ancora da sistemare e mi sentii tremendamente in colpa. Lo guardai andando davanti a lui. «So che ce l'hai con me e ne hai tutto il diritto, ma vorrei passare bene queste due settimane, non voglio darmi per vinto, io... voglio riconquistarti...».

«Tu inizia a mangiare, io ti sistemo le cose». Forse ero stata stronza ma cosa avrei dovuto fare? Vidi il suo sguardo deluso poi mise i fiori in un vaso. Presi la sua valigia e mi diressi in camera sua, cioè quella che utilizzava quando stavamo insieme. Mia madre non aveva toccato nulla, Alex le piaceva e sicuramente sperava che un giorno tornassimo insieme, questo però fece ancora più male, vedere tutti i nostri ricordi lì,le nostre foto, i vestiti che condividevamo, i pupazzi, i video, i regali...
Scossi la testa e iniziai a sistemare le cose di Alex quando vidi un pacchetto, "per L" e chi era sta L? Voleva riconquistarmi e faceva il regalo ad un'altra? Stavo per aprirlo quando lo sentii salire e rimisi tutto a posto. Mi girai e lo vidi con addosso la felpa che mi prestava sempre per la notte. A quel punto non ce la feci, scoppiai a piangere davanti a lui. Mi abbracciò immediatamente e mi diede dei baci sulla fronte.

«Pensi sia possibile... prestarmi di nuovo quella felpa?». «Solo se mi lascerai dormire con te». Lo guardai e vidi che anche lui piangeva. Annuii senza pensarci. Stavamo mangiando, la sua felpa che ormai era diventata mia da molto tempo era caldissima e comoda e la cena era deliziosa. Sorrisi. «Mi mancava la tua cucina». «dillo che ti sei innamorata di me per quello». Rise e sorrisi. «Anche per questo». Passarono alcuni momenti di silenzio e poi seriamente mi chiese: «perché ti sei innamorata di me?». Oh no, iniziano con i discorsi seri... Lo guardai. «Sei stato l'unico a vedere qualcosa in me,per tutti gli altri ero la ragazza troppo ordinaria oppure ero quella da scopare, tu sei andato oltre»

«Anche tu l'hai fatto» mi ricordò. «Eri tutto quello che avevo sempre desiderato» confessai e lui strabuzzò gli occhi. «Un figo della madonna, un bad boy, un ragazzo da salvare. Eri dolce, sexy, sapevi essere stronzo, passionale, e avresti dato la tua vita per salvarmi..». «La darei ancora» disse. Lo guardai «Lo so, ed è questo il problema ...». «Lexie mi hai appena confessato il tuo amore, come fa ad essere un problema? Perché ci siamo lasciati? Perché non posso essere più quello che desideri?». «Anche i desideri finiscono o non si avverano» dissi e me ne andai a dormire. Erano passate già un po' di ore e sentivo il corpo di Alex caldo stringermi. Il fatto che dormisse in mutande non mi aiutava,non ce la facevo più. Scesi in cucina, accesi la luce e mi preparai una cioccolata calda. Iniziai a berla insieme anche a qualche lacrima e, dopo una mezz'oretta, mi raggiunse anche Alex che si sedette vicino a me. «Non dormi neanche tu?».

Scosse la testa. «Di solito si fa la camomilla in questi casi». «Sai che non mi piace, perché non la fai tu?». «Sai che la mia camomilla sei tu». Lo guardai; aveva ragione. Mi prese la mano e la strinsi e sorrisi guardandole intrecciate.
«Non ce la faccio più senza di te, e non è un'abitudine o un ossessione, io ti amo..cosa facciamo?». Lo guardai. «Non lo so... so solo che non posso iniziare o andare avanti con Blake se sono ancora innamorata di te...» dissi.
Lui si avvicinò a me, mi accarezzò delicatamente la guancia e mi baciò. Ci eravamo già baciati dalla rottura, ma questo era diverso. Gli altri baci erano stati per gioco o per vendetta, questo era per amore, come se non ci fossimo mai lasciati, come se non fosse cambiato niente.

INSANE LOVE(completa)Where stories live. Discover now