1 Capitolo

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Ciao, io sono Marie, Marie Jennette Taylor. Sono una ragazza di 15 anni. Vivo a Mayfair, un quartiere di Londra, con la mia famiglia. La prossima settimana dovrò andare a Londra, ma proprio Londra Centro per questioni di lavoro di papà. Mia madre non è d'accordo, io, invece sono indifferente a questa decisione. Forse un po' mi dispiacerà lasciare tutti i miei amici, e penso sia anche una brutta notizia per loro, appena lo sapranno. Penso che domani farò il mio giro di telefonate, anche perchè in questo momento sono sul letto ed è anche sera, e la sera è il momento in cui non mi va di fare nulla. Penso a quanto sarà brutto dover lasciare tutti, la mia migliore amica compresa. La mia migliore amica si chiama Grace, Grace Isabel Smith. Con lei ho passato i 6 anni più belli, anche se a volte la sua gelosia ha complicato qualcosa. Proprio in questo momento mia madre mi chiama per la cena.  A tavola abbiamo parlato al lungo del trasferimento e sembra che ormai è deciso. Ho mangiato poco, non avevo tanta fame, le uniche cose che sono riuscita a portare alla bocca sono state bruschette e le continue affermazioni di papà che io continuavo a ripetere solo per portargli ragione.

Stamattina mi sono svegliata alle 10, e ho chiamato tutti verso le 3. La prima è stata proprio Grace. Grace all'inizio pensava scherzassi, ma poi si è messa la testa sulle spalle ed ha iniziato a discutere dell'argomento. Le ho proposto di organizzare un incontro alle sei, in modo di poter parlare dell'argomento in modo più approfondito. Ho chiamato tutti, e hanno acconsentito. Verso le cinque mi sono preparata e alle sei ci siamo incontrati in un American Bar e abbiamo ordinato qualcosa da bere. La mia partenza era prevista dopo una settimana. Quest'uscita è finita parecchio tardi; alla fine Grace mi ha regalato una collana, dicendo che per qualsiasi cosa avrei potuto contare su di lei. Quando mi sono ritirata a casa i miei mi hanno chiesto perchè fossi tornata così tardi, avendo il coprifuoco alle undici. Io l'ho completamente ignorato e sono andata diretta in camera. Mi sono gettata sul letto e per un momento ho pensato a tutti i miei amici, alle situazioni e alle avventure passate con loro. Sono stata parecchio a pensare, ma dopo sono andata a letto.

Siamo al sesto giorno, la partenza è vicina. Tra i miei bagagli metto anche la collana di Grace, molto accuratamente.

Ora di partenza 7.15am. Entriamo in macchina, direzione Londra.

Arriviamo alle otto. Inizialmente andiamo in un Hotel, "Luxemburg Hotel". All'apparenza deve essere un hotel parecchio carino, e infatti lo è. Ci danno subito la stanza e mentre i miei sono in Reception io inizio ad ambientarmi. La sera mangiamo al ristorante, ordino una pizza. Quella sera conobbi una ragazza, Ashlyn. Mi raccontò della sua vita, e mi disse anche che sarebbe addirittura dovuta andare in Italia. In quel momento mi venne come da pensare "Accidenti, io mi lamento per Londra, ma lei addirittura in italia". In quel momento, sì mi sentivo sciocca.

Qualche giorno dopo iniziai anche ad uscire con lei, e si creò una bella amicizia tra noi. Settimana passata, addio hotel, addio Ashlyn. Ciò per me significava perdere l'ennesima amica. Il giorno del mio trasloco vero e proprio, trovai Ashlyn fuori la porta dell'appartamento che mi diede il suo numero di cellulare, dicendomi di chiamarla. Ci salutammo, e partii. Durante il tragitto mi addormentai, e, arrivata fuori quella che sarebbe stata la nostra nuova casa, iniziai ad ambientarmi. In un'oretta la mia camera era pronta, e in tre tutta la casa. Per me risultava ancora difficile riuscire ad addormentarmi in un'altra stanza, anche se arredata ugualmente. Nel giro di un mesetto mi abituai non solo alla casa, ma anche alla scuola. La mia nuova classe era la seconda C, ovviamente di liceo. Frequentavo lo scientifico anche perchè la matematica mi piaceva parecchio. La classe era formata da 23 alunni, tra cui 11 femmime e 12 maschi. Passata qualche settimana già conoscevo tutti, chi più chi meno. Iniziai a stringere i rapporti nel giro di tre mesi, quando ormai conoscevano tutto di me. Poi c'erano James, James Robin Stoker, il mio migliore amico, e Allison, Allison Rose Johnson, la mia migliore amica, insieme ovviamente c'era anche Grace, come dimenticarsi di lei, solo che ci sentivamo meno frequentemente. James e Allison, anche se in soli quattro mesi, mi aiutarono tanto, mi consolarono e anche appoggiarono, sempre. Un bel giorno di Primavera, o quello che in teoria sarebbe dovuto esserlo, mi svegliai presto, non so per quale miracolo, come tutte le mattine mi preparai e andai a scuola. Quella mattina ero parecchio stordita, ma molto, tanto che mentre camminavo urtai un ragazzo. Ovviamente gli chiesi scusa, lui sorrise e andò via. Nella mia camminata fino a scuola pensai "Oh, grande Marie! Non hai neanche avuto il coraggio di chiedegli il nome.." il fatto è che era un bel ragazzo, e io non ho il coraggio di parlare a ragazzi belli. Comunque sia, arrivai a scuola puntuale, e quando entrai in classe c'era un caos terribile, mi sedetti al mio posto e non feci nulla, era una di quelle mattinate spente per me. Passai la giornata ad annuire quando la professoressa parlava, fingendo di capire ciò che diceva. Quando finalmente suonò la campanella tornai a casa, naturalmente, sempre con animo spento. Avevo notato che in questo semi-anno Allison non era tanto soddisfatta di frequentarmi. Pensai che forse era per via del mio carattere. Quando il giorno dopo andai a scuola, durante il cambio, le chiesi il motivo di questa sua freddezza nei miei confronti e lei mi spiegò che era per via della mia esternazione dei sentimenti. Quando finì di parlare non risposi, andai direttamente a sedere. Il fatto è che ho sempre avuto un'esternazione dei sentimenti difficile, sarà stato per le troppe sofferenze? O sarà per il mio carattere particolare? Che ho subito parecchie sofferenze sì, ma è anche vero che ho un carattere complicato. Magari posso tenere alle persone più di quanto potrà sembrare, e magari potrei anche poter esser fragile, e lo sono, ma nessuno si fa queste idee, pensano esclusivamente al negativo. Allison mi aveva sorpreso, tutto ciò che avevo fatto per lei era andato a puttane. Quella sera decisi di chiamare Grace. Dopo vari tentativi vidi che Grace non rispondeva, così decisi di lasciar perdere. I giorni passavano, e io mi sentivo sempre più male per via dei giudizi della società. Ma in fondo, un carattere come il mio chi lo sopporta? C'erano anche molte ragazze criticate perché erano più in carne, tra cui Katherine Johnson. Quella ragazza mi faceva davvero tenerezza, così un giorno decisi di avvicinarmi. Andai verso il suo armadietto mentre posava un certo quadernino, -forse era un diario- e le provai a parlare. Mi presentai e lei si girò con aria disinvolta e mi disse "Oh, ciao. Sei un'altra di quelle ragazze magre, che per il loro fisico vengono a criticarmi?" Io le spiegai che non ero lì per criticarla, ma per stringere amicizia. Katherine quasi sorpresa decise di organizzare un incontro all' Hard Rock cafè. Io accettai e alle quattro ci incontrammo. "Mi parlò della sua vita, che ormai riteneva finita. Quella da adolescente, che passò tra i giudizi della società sparsi nella sua mente"

Oh, quanto mi dispiaceva. Cercai di consolarla ma tale metodo non aveva nessun effetto. Le parlai un po' di me e del mio trasferimento, della mia storia, diciamo. Quando stavamo per salutarci le diedi il mio numero, in modo da potermi sentire con lei. Quando tornai a casa pensai a quella povera ragazza, che teneva tutto dentro, insomma volevo fare qualcosa per lei a tutti i costi. Pensai alla mia "collana della felicità" che mi aveva regalato Grace, e decisi di darla a lei, che ne aveva davvero bisogno.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 15, 2014 ⏰

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