The talk

81 8 2
                                    

P.O.V. Elizabeth

Winter se ne era andato con un sorriso gelido da quelle che mi parevano essere ore. Avevo passato il tempo alternando stati di veglia in cui cercavo di tranquillizzare Barbara – ancora imbavagliata – e momenti di torpore in cui la testa mi ricadeva sul petto e la vista si faceva sfocata. Ormai non sentivo neanche più le mani e la corda attorno alla mia vita era troppo stretta perché respirassi normalmente in quella scomoda posizione. Mi chiedevo se Connor avesse una qualche probabilità di ritrovarci, ma sapevo che era difficile e mi tormentava sapere che in quel momento stesse sicuramente impazzendo dalla preoccupazione. Rabbrividii nell'udire le piccole zampe di topi invisibili grattare in qualche angolo buio e per non pensarci mi concentrai, come ipnotizzata, su delle gocce d'acqua che cadevano dal soffitto ad intervalli regolari.
Fu allora che la porta si socchiuse un poco, lasciando entrare dell'aria pulita nella stanza satura di umidità; Barbara spalancò gli occhi e si dimenò sulla sedia, ma ad entrare non fu Winter.

L'uomo che apparve sulla soglia era Ezra Clarke.

«Lei!» gridai, esterrefatta. Per un attimo colsi un lampo di imbarazzo nelle iridi dell'operaio, poi lui si strinse nelle spalle e arricciò le labbra in un sorriso furbo.
«Già, io.»

«Ma... Non ha senso...» balbettai.

Ezra sbuffò, soffocando una risata:
«Cosa non ha senso, signorina Walker? Che abbia deciso di aumentare le mie entrate collaborando con questi gentiluomini?»

«È stato lei la causa di tutto questo!» scattai. «È colpa sua se Mark è in prigione! È colpa sua se i suoi colleghi rischiano di perdere il lavoro! Ed è un sindacalista: come ha potuto farlo?»

Clarke si avvicinò di qualche passo, studiandomi con aria pensierosa.
«Sa, la prima volta che l'ho vista non potevo credere che lei fosse la sorella di Mark. Voglio dire, non vi somigliate per niente e lei aveva l'atteggiamento di una lepre presa in trappola... Invece lei è la cacciatrice, sempre parlando per metafore. Lei che, come suo fratello, ha la formidabile capacità di mettere in relazione tutti gli elementi che avete in mano e risalire alla verità. Ma alla fine siete entrambi così ingenui — pensate che tutti siano come voi, e accordate la vostra fiducia alle persone sbagliate.»

Sussultai, rendendomi conto che aveva appena esternato una grande verità.
«Lei dovrebbe rappresentare gli interessi dei suoi compagni!» mormorai, incerta.

«E invece ho sfruttato la mia posizione per arricchirmi, è semplice. Dio mio, sembra sinceramente sconvolta! Il mondo gira così, bambina, lo sanno tutti... Tranne lei e Mark, a quanto pare. Povero Mark, così vicino a vedere la verità, eppure così cieco!»

«Vuole dire che mio fratello non sapeva che era lei il ladro?»

«Esattamente. Forse, se avesse avuto a disposizione un altro paio di giorni, allora avrebbe aperto gli occhi... Invece, nonostante fosse riuscito a risalire a Sante e si fosse fatto un'idea abbastanza precisa di come funzionasse il nostro piccolo inganno, la sua mente si rifiutava di comprendere la mia colpevolezza! È stato un ingenuo, sì.»

«Mark è un uomo onesto!» ringhiai, mentre le lacrime premevano ai bordi dei miei occhi. «E non avrebbe mai potuto immaginare un tradimento del genere! E lei, lei... Lei è un bastardo ipocrita, Clarke!»

L'uomo mi guardò quasi con compassione:
«Sono un bastardo che vuole sopravvivere. Il socialismo, la democrazia, l'uguaglianza... Sono belle parole, signorina Walker, ma non portano lo stipendio a casa. Le teorie di Marx e i libri di Engels non ti fanno mangiare. Ci ho messo un po' anche io a capire che la realtà, purtroppo, è sempre molto diversa da come la vorremmo e che nonostante i nostri sforzi non può essere modificata. A cosa serviranno gli scioperi? Le proteste? A nulla, ecco a cosa!»

The cityWhere stories live. Discover now