Capitolo 1

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Quella notte non chiusi occhio, la sveglia infatti non sarebbe servita a nulla tra mezz'ora, se non a mettermi più ansia di quel che già avevo. Decisi di disattivarla ancora prima che suonasse. Sapevo che tra poche ore la mia vita sarebbe cambiata radicalmente, e con lei probabilmente anche la mia persona. Mi tolsi le coperte da dosso e mi sedetti per poi mettere le mie pantofole pelose. Lungo il corridoio sentì un gran profumo invadere le mie narici, e una gran nostalgia iniziava a percorrere testa e cuore. Raggiunsi la cucina dove vidi Mary smanettare sui fornelli, mi sarebbe mancata tantissimo. Mary è una grande donna, devo tutto a lei, era una grande amica di mia madre, l'aiutava sempre con tutto, lavoro, spese, affitto, ma sopratutto con me. Ero cresciuta in loro compagnia. Ma lei era più che una sola amica, la consideravo come una zia. Una zia che fece il favore più grande a sua sorella: crescere la sua bambina. Perché si, all'età dei miei dici anni mia madre morì, in un' incidente stradale. Come una grande donna Mary si rimboccó le maniche, trascurando se stessa e la sua vita privata, solo per me. Mia madre non mi aveva lasciato a secco, una piccola eredità mi aspettava, e con quella Mary ha sempre pagato i miei studi, pregandomi di andare bene a scuola, sopratutto perché se mia madre fosse ancora tra di noi, lei sarebbe stata fiera di me, e questa era l'unica motivazione e dovere che mi aveva imposto Mary, lo dovevo a lei ma sopratutto a mia madre. Tuttavia non avevo preso la decisione di studiare in un'intervista, avrei più voluto avere una vita normale, spensierata e con un lavoro che mi appagava. Tutto questo però, non qui.

La voce di Mary mi risveglió dai miei pensieri "Buongiorno tesoro" sentì che nella sua voce c'era un pizzico di malinconica, e infatti neanche il tempo di ricambiare il saluto che continuò a parlare "Questa è veramente l'ultima volta che ti preparo la colazione?" mi chiese dolcemente.

"Presumo di sì.." le dissi calando la testa "ma non ti preoccupare Mary, avrò sicuramente dei giorni di riposo e Portland è solo a due ore da qua" provai a rassicurarla terminando la frase con un dolce sorriso, che a lei piaceva tanto. Le sentì farsi uscire un sospiro per poi mettermi la
colazione sul tavolo "Grazie Mary, ti voglio bene" neanche il tempo di dirlo e si fiondò tra le mie braccia piangendo, ricambiai.

"anche io figlia mia" mi disse "sapevo sarebbe arrivato questo momento, ma non pensavo sarebbe stato così triste" continuó singhiozzando per poi tirarsi su "scusami, dovrei incoraggiarti invece ti sto facendo partire con l'angoscia" risi alla sua ultima frase.

"Si Mary in verità mi stai deprimendo parecchio" continuai a ridere e lei insieme a me. Mi sarebbe mancata veramente.. "Ti verrò a trovare te lo prometto." mi alzai per darle un dolce bacio sulla fronte, era molto formosa e bassa, non che io non lo sia, ma lei lo era di più, e quindi ero più io quella che le lasciava baci.

Presi le mie valige e guardai per l'ultima volta, o almeno per ora, questa casa, la mia casa. Troppi ricordi. Mary mi distraette con la sua voce "tesoro sei ancora in tempo a cambiare idea, in fondo hai ancora tempo nella vita per fare delle scelte." mi disse dolcemente e io la guardai sorridendo divertita.

"Sono sicura Mary" le dissi "ora vieni a salutarmi" lei si avvicinò abbracciandomi, sapevo che stava ancora cercando di trattenere le lacrime, che qualche attimo prima aveva asciugato.

"Buona fortuna bambina mia." mi diede un ultimo bacio per poi sorriderci. Mi girai aprendo la porta, per poi andare verso il taxi che mi avrebbe accompagnato in stazione. Mary era sulla soia della porta, il conducente sistemó le mie valige a bordo della vettura, un ultimo saluto con la mano, e via..

***

Dopo mezz'ora di macchina arrivammo, l'autista mi aiuto a scaricare le mie borse, lo ringraziai e lo pagai per la tratta appena svolta. A casa avevo già stampato il mio biglietto di sola andata per Portland, cosa c'è poi in questa città rispetto a quelle più grandi magari come Seattle? non ne ho idea, ma mi ha sempre ispirato tranquillità, una vita tranquilla in una città non molto movimentata. Avrei avuto tutto comunque, era pur sempre una città ben fornita. Su internet mesi prima, cercai qualche appartamento a poco, non è comunque una città costosa, ma per una ragazza che non lavora e non ha poi così tanti soldi a dietro, lo potrebbe essere. Comunque non avevo trovato nulla che mi soddisfasse a livello economico, quindi decisi di cercare sotto la categoria "stanze" e non più "appartamenti", infatti trovai una bella stanza in affitto, un piccolo appartamento condiviso con un'altra ragazza. Decisi quindi di prendere il mio cellulare e avvisare alla ragazza che sarebbe diventata una coinquilina, che sarei partita fra qualche decina di minuto.

Rouge. [H.S]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora