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Troy Williams
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Might still be in that place
If you're tryin' to get out
Just follow me
I'll get you there
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Ian

Era una notte davvero gelida a Miami,ma mai quanto la mia vita in quel periodo. Mi ero immischiato in qualcosa molto più grande di me e non ne avevo mai compreso il pericolo enorme. Per me era solamente un ingenuo gioco,un gioco che volevo vincere a tutti i costi,un gioco che a mio parere mi avrebbe portato alla libertà mentale o come diceva lui a "vivere". Scesi dalla mia auto non appena arrivato al luogo interessato,non volevo pensare più a nulla quella sera,dopo l'ennesima discussione con mio padre da lì a poco mi sarei sentito meglio solamente spaccando l'universo. A passi svelti mi diressi al portone di ingresso,la tana non esisteva ancora,lui non l'aveva ancora messa su,Dunque quasi tutte le sere ci incontravamo in un quartiere abbandonato dove L unica cosa a poter farci da casa era un condominio mal ridotto.

Era quando avevo molti meno tatuaggi,nemmeno la metà. Era quando con il cervello,non ci stavo per nulla,ero totalmente assente dal mondo reale,a causa sua. Infilai le mani nel chiodo di pelle e varcai L ingresso lasciandomi l'aria fresca della notte alle spalle,entrando così nel suo tunnel fatto di illusioni e prese in giro. Nulla di quello che mi diceva era vero,tutta un enorme bugia. Non ero pronto per L ennesimo rimprovero,ma con il cuore più pesante attraversai il corridoio buio imboccando poi finalmente le scale. Salii velocemente due piani,scavalcando i gradini due a due. Una volta salito il mio raggio visivo si imbattee subito in una fitta nube di fumo.

Era una stanza singola,molto scura. Nulla poteva illuminarla,perché anche se in quella stanza sorgeva la mattina,tutto ciò che la viveva al suo interno era parte della notte,dell inferno. Mi guardai intorno e nel farlo infilai una mano nei Jeans recuperando il mio pacchetto di sigarette e ne portai una alle labbra direttamente da esso.

-"Fratello sei arrivato. Finalmente." Elijah sapeva come farmi calmare,sapeva tutto di me. Come rendermi felice,come farmi arrabbiare,come deludermi. Tutto. Conosceva perfettamente la mia anima,fin dentro le viscere e questa sua caratteristica mi aveva sempre spaventato.

-"Non riuscivo più a stare a casa." Tastai con la mano sinistra le mie tasche in cerca di un fottuto accendino ma tirai un sospiro di sollievo quando quello che credevo il mio migliore amico mi diede il suo. Gli rivolsi un cenno con il capo in segno di ringraziamento,successivamente accesi la mia dose di relax. Quella notte insieme a noi c'erano tutti tra cui Normani e Jordan che di noi non avevano nemmeno la più minima considerazione,Lui era steso sul letto e la sua ragazza gli stava divorando le labbra. Erano persi completamente l uno dentro l altro,di solito Elijah dettava un orario e senza tardare tutti venivano qui.

-"Che ha combinato stavolta quella testa di cazzo?" Elijah accese anche la sua sigaretta per poi appoggiarsi con il sedere al tavolo,tavolo di cui non aveva mai capito il colore a causa della continua invasione di oggetti. Su di esso,grammi e strisce di cocaina,banconote,posa cenere e dell'erba contenuta in una bustina. Ho sempre fatto uso di sostanze,sin da ragazzino. A causa dei brutti ricordi e delle brutte amicizie. Dicevo tutto al moro e cazzo se sbagliavo,ma ero malato,malato della ricerca di una vita migliore e in quel momento pensavo solamente che lui avesse potuto aiutarmi. Aspirai dalla mia sigaretta per poi allungarmi verso il divano dove un Havana molto tranquilla rollava una semplice canna. La sua schiena era contro il divano,le gambe divaricate e il bacino fasciato solamente da delle striminzite e trasparenti mutandine. A coprire i seni aveva solamente una delle magliette del suo ragazzo,come sempre del resto. Sorrise guardandomi per poi alzarsi e trascinare il suo corpo barcollante verso una delle ragazze che personalmente avrei successivamente salvato.

Let The Game Begin 2 Where stories live. Discover now