21.

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È mattina, la sveglia è suonata circa dieci minuti fa e mi sarei dovuto alzare ma sono troppo stanco perché in questi giorni non dormo molto e passo notti insonni, meglio penso, quando nascerà il bambino sarà lo stesso. Ancora in dormiveglia allungo il braccio verso Wendy ma mi accorgo che la parte del letto dove dorme è vuota. Mi alzo, indosso la prima maglietta che trovo nel suo armadio e i jeans neri strappati sulle ginocchia.
Scendo al piano di sotto e raggiungo la cucina, eccola, di spalle mentre prepara il caffè. Mi avvicino e le circondo la vita mentre appoggio il mento sulla sua spalla e sento che profuma di vaniglia. <<Buongiorno amore>>
Dico sussurrandole nell'orecchio
<<Buongiorno>> mi risponde con tono pacato.
In questi giorni la trovo strana, nervosa, non so esattamente cosa le prenda ma sono sicuro che sia anche la gravidanza. Wendy ha sempre avuto quel carattere introverso, quando le turba qualcosa si chiude a riccio, in questo siamo un po' simili.
<<Ti sto preparando il caffè>>
Dice mentre chiude la caffettiera e accende il fornello, resto nella stessa posizione di prima e con la mano le accarezzo la pancia, delicatamente.
<<Sei riuscita a dormire stanotte?>>
<<Sì, tu hai dormito?>>
Annuisco e si gira verso di me, mi fissa le labbra e senza pensarci su la bacio. Chiedo l'accesso alla lingua e me lo concede, le nostre lingue si accarezzano e io sento di volerla da morire, ma non si può per il bene del bambino.
Ci stacchiamo e appoggio la fronte sulla sua e mannaggia, in quel blu dei suoi occhi ogni volta mi ci perdo. Mi ritorna in mente quell'immagine che per molti anni mi è rimasta impressa: era il suo primo saggio quando ancora praticava danza classica e indossava un tutù azzurro che le metteva in risalto gli occhi e i capelli legati in uno chignon alto. Era bellissima ma quella sera non glielo dissi, era bella da morire.
Le sfioro un altro bacio sulle labbra più delicato rispetto a quello di prima. Si volta per spegnere il fuoco e alzare la caffettiera, versa il caffè fumante in una tazzina di ceramica bianca e poi il resto lo lascia freddare sul sotto pentola.
<<Grazie>> dico staccandomi e andandomi a sedere al tavolo.
<<Oggi vai in studio?>>
Annuisco e vedo che la sua espressione cambia radicalmente. Il suo viso sembra spento e sono quasi sicuro che ci sia dell'altro, la conosco troppo bene e con me non sa mentire.
<<Wendy>>
<<Mh?>>
<<Dimmi che ti prende.>>
Sbuffa e si sposta i capelli perfettamente lisci tutti da un lato, quando ho finito di bere il caffè le prendo la mano e ne accarezzo il dorso.
<<Vuoi capire che non ho niente?>>
Mi dice dun tratto freddamente e io la guardo un po' sconcertato.
<<Sono solo molto nervosa e le tue continue domande non aiutano.>>
A quel punto non riesco più a trattenermi e sento la rabbia ribollirmi in viso.
<<Ma stai scherzando Wendy? Con tutto quello che sto facendo per te? Sul serio?>>
Il mio tono di voce si fa molto più duro e lei abbassa lo guardo portandosi il pollice alla bocca, quel maledetto vizio di togliersi le pellicine non lo perderà mai. Restiamo entrambi in silenzio per qualche minuto poi ormai stufo mi alzo e afferro dal cesto della frutta una mela da portarmi con me.
<<Nic?>>
<<Dimmi.>> le rispondo senza alzare lo sguardo.
<<Vuoi che ti accompagno?>>
<<No grazie, vado da solo.>>
Sono già in ritardo e tra solo un'ora devo essere in studio con Jacopo.
<<Perché non vuoi che ti accompagno?>>
<<Perché me so stufato.>>
Capisco che si sta per mettere a piangere. Ultimamente sembra che i suoi ormoni siano impazziti e se non è infuriata con il mondo, come capita di solito, sta piangendo per qualcosa.
<<Di che cosa ti sei stufato?>> mi domanda con la voce che trema. La guardo dalla mia posizione e non le rispondo, poi dò una occhiata all'orologio appeso al muso e sbuffo.
<<Di niente. Devo andare che sono in ritardo.>>
<<No, dimmi di cosa ti sei stufato. Di me?>> non capisco perché lei abbia tutte queste insicurezze quando sa perfettamente che non è vero, ha paura che da un momento all'altro le dica che è così.
Mi sistemo il ciuffo che mi sta cadendo sugli occhi.
<<Non potrei mai stufarmi di te anche se mi rispondi male e non capisco perchè. Ora vado>>
Me ne vado lasciandola di sasso.

Ovunque tu sia - Ultimo Where stories live. Discover now