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«Le condizioni sono stabili. Dobbiamo solo aspettare che riprenda coscienza.»

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«È colpa mia. È tutta colpa mia.»

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«Vuoi portarla con noi? Hai perso qualche rotella?»
«È una decisione che spetta a me, non ho chiesto il tuo parere.»

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«Ale... Se ti svegli, non dirò più parolacce, te lo prometto...»

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«...Tra pochi giorni avrebbe avuto un'esibizione di chitarra. Ha perso parecchie lezioni di cinese. Cosa si può fare dottore? A fine mese ha la seduta di laurea!»
Queste parole le sento come un eco.
Oh mio dio. Non vorrei essere nei panni di questa persona.
Strizzo gli occhi già chiusi e tento di ingoiare. Ho la bocca e la gola secchisime. La testa è super pesante e mi fa male in ogni piccolo punto.
Mi escono involontariamente dei versi di sofferenza.
«Figlia mia!», urla la donna, sentendomi afferrare per un polso.
Merda. La ragazza in questione sono io.
Sento le palpebre appiccicate ma provo comunque ad aprire gli occhi. Non c'è molta luce ma, quel poco che c'è, me li fa richiudere all'istante.
«Cazzo, non riesco a vedere nulla.»
«Alessandra Maria Lucibelli! Cosa sono questi termini sboccati?»
Dal tono, è scandalizzata.
«Puoi non urlare per favore? Mi rimbomba tutto.»
È la seconda volta, diamine!
Con fatica mi porto una mano sul viso.
«Tranquilla Alessandra, prenditi tutto il tempo che ti serve.», dice una voce più dolce e calma alla mia destra.
Quando sento che sia il momento, provo a riaprire lentamente gli occhi.
La vista mi torna piano piano a fuoco come un obiettivo di una macchina fotografica.
Mi rivolgo all'uomo che ho più vicino.
«Dottore, dove mi trovo?»
«Dottore?», si chiedono all'unisono lui e la donna sulla sinistra.
Lei si porta una mano alla bocca con una faccia terrorizzata.
«Sono io il medico, Alessandra.»
Il secondo uomo, che si trova esattamente dietro al primo, mi indica e mi mostra il camice bianco.
Ah.
«Scusate. Devo essere confusa.»
La bionda inizia a singhiozzare e a tremare.
«Non siamo precipitosi. È normale una perdita iniziale e temporanea. Dobbiamo accertarcene.»
«E se fosse definitiva, dottore? Lo ha detto stesso lei che era una possibilità. Mi sembra sia evidente.»
Inizia a delirare.
«Singnor Lucibelli, la prego di scortare sua moglie fuori.»
L'uomo con gli occhiali e la faccia affranta, senza replicare si affretta a prenderla di peso, pregandola di calmarsi. Di risposta, inizia a sgolarsi e a piangere, dicendo di voler restare a tutti costi.
La porta viene chiusa.
«Erano i miei genitori, non è così?»
«E tu non ne hai il minimo ricordo.»
Scuoto la testa, per quanto mi è possibile.
«Succede nella maggior parte dei casi. La tua non è stata una caduta di poco.»
A questa frase, inizio a sentire un forte dolore in un punto particolare. Era meglio non rendermene conto.
«Devo essermi proprio spaccata in due!», esclamo stringendo i denti, scatenando le sue risa.
«Non proprio in due ma hai perso parecchio sangue. Per fortuna chi ti era affianco è riuscito ad intervenire in modo impeccabile.»
«Lo ringrazierei ma sa meglio di me che non ho la più pallida idea di chi sia.»
«Lo rincontrerai al più presto. Hai anche un'amica qui fuori molto, ma molto, preoccupata. Ogni cosa avrà il suo tempo. Ora hai bisogno di riposarti un po' ed eseguiremo in giornata ulteriori indagini.»
«Non crede che abbia dormito abbastanza? A proposito, quanto tempo sono rimasta incosciente?»
«Circa 4 giorni. Hai superato ogni tempo record.»
Esce dalla stanza.
Bella storia del cazzo.

Per il resto delle ore non vedo altri che dottor Sorriso Splendente e degli infermieri. Vengo sottoposta a non so quanti controlli e analisi.
Nel frattempo, non mi sono ripresa del tutto, ma riesco a ragionare lucidamente. Nonostante il mio nome mi risulti ancora estraneo.
«Allora Alessandra», Sorriso Splendente prende posto sulla sedia al mio fianco, «direi che, purtroppo, ciò che temevamo si è verificato.»
«Saró un distributore di caramelle svuotato per sempre?»
«Non per sempre. Nemmeno per pochi giorni, ma neanche per mesi o anni.»
«Può spiegarsi meglio?»
Questo girarci intorno mi fa salire la nervatura.
«In sostanza ci aspettiamo un recupero totale della memoria entro un mesetto circa.»
«Perfetto! Mi aspettavo di peggio.»
«C'è un "peró"...»
Maledizione. Perché cazzo deve esistere sempre un "peró"?
Lo invito a continuare.
«Da qualche mese a questa parte, è stato avviato uno studio proprio su casi come il tuo. Avresti tutti i criteri per essere inclusa.»
Mi guarda e aspetta una mia reazione.
«Su, parli dottore. Di cosa si tratta? È inutile creare l'effetto sorpresa.»
«Questo studio vuole dimostrare che, con un certo tipo di intervento, si possa recuperare la memoria ancor prima rispetto a quando si usano tecniche attuate fino ad oggi. Ha l'obiettivo anche di ridurre i traumi fisici e psichici post recupero ricordi. L'intervento in questione è l'allontanamento dalla propria famiglia, dalla propria città, amici, abitudini... Dal proprio habitat naturale insomma. Così da favorire la tranquillità mentale e lo sviluppo della "nuova te", che aiuta in modo più decisivo il ripristino.»
Non ho capito un cazzo. Ma tutto ciò che esce dalla sua bocca è magia.
«Tutto questo per dire che...?»
«Fai le valigie e vai via di casa. In un mese recuperi la memoria. Stop.»
«Ah. E se invece preferisco non fare un bel niente e aspettare?»
«Rischiando di far passare anni?»
Alza un sopracciglio.
Ci penso su. In effetti, cosa ho da perdere? Ormai tutta la mia vita è stata spazzata via in un soffio, tanto vale fare come mi dice.
«Mi sta dicendo che potró star lontana da quei mammalucchi dei miei genitori?», chiedo facendo un sorrisone.
«Ehm, si.»
Non riesce a trattenersi dal ridere.
«Bene, ci sto allora! Dove devo firmare?»
«Da nessuna parte. La firma la devono porre i mammalucchi. Devo parlare anche con loro.»
No dai.
«Dottore, non se li tenga più per lei questi spoiler, per favore.»
«Purtroppo sono le procedure. Sarai affiancata anche da uno dei ricercatori che ti seguirà per tutto il periodo. Già è stato individuato e si è offerto per la tua causa.»
«Avró un babysitter?»
«Definiscilo come vuoi.»
Si avvicina alla finestra per fare delle telefonate.

Like on a roller coaster // Space ValleyWhere stories live. Discover now