Trauma

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CAPITOLO MOLTO CRUDO. SE SIETE SENSIBILI NON LEGGETE.

Non riesco a credere ai miei occhi. Spero con tutto il cuore, che ciò che abbiamo appena visto sia frutto dell'immaginazione. Un solo passo, e la realtà si abbatte su di me.

Il suo corpo è steso a terra immobile.
E mentre le mie lacrime scendono, immagazzino ogni particolare.
La bocca è cucita con del filo nero, gli occhi sono stati trafitti da degli spilli molto lunghi. I seni sono stati esportati, e la parte intima è stata cucita con lo stesso filo e metodo.

«Chiama il 911» riesco a dire prima di rimettere di nuovo.
Mi sorregge con un braccio, e con la mano libera chiama i soccorsi.
«Vai dietro il muro, tesoro. È meglio se non guardi ancóra. È uno spettacolo orrendo.»
Lo guardo un attimo, e vedo il pallore sul suo viso. Faccio come dice, e mi rifugio dietro l'angolo, dove i miei occhi non possono più assistere a quello scémpio.
In lontananza si sentono le sirene. La polizia sta arrivando. Mi rannicchio per terra, ancóra scossa dalle immagini. Intreccio le braccia sopra le ginocchia, e vi poso la testa.

Avevo visto e letto le notizie. Ma trovarmi faccia a faccia con la cruda realtà non è la stessa cosa. Immagino il dolore e la sofferenza di quella povera ragazza. Quasi riesco a percepire la paura che ha provato. Sola, in mano a questo pazzo. Senza alcuna via di scampo, senza nessuno che la potesse aiutare. Piango così forte che non sento neppure gli sportelli delle volanti che si chiudono.

Solo dei passi, delle voci.
I poliziotti arrivano accanto a mio fratello. Fanno alcune domande alle quali risponde. Dice loro che sono sua sorella, dopo che mi hanno indicata, volendo sapere chi fossi.
Tristan racconta cosa è accaduto: spiega loro che eravamo nel pub, e che siamo usciti dopo aver visto il mio ex marito. Non insistono, per fortuna, ma mettono da parte Tris, e si dirigono al cadavere.

Li sento parlottare: confermano lo stesso modus operandi. È di nuovo lui che ha colpito. Per un riflesso incondizionato guardo l'orologio. È passata da un po' la mezzanotte. Quindi, mentre noi bevevamo, lui uccideva l'ennesima povera ragazza, a poca distanza da noi.

«Signorina, vuole che chiami un medico?» uno di loro si preoccupa per me.
«Io... No, grazie. Voglio solo andare a casa.» Alzo il viso, e dietro le spalle dell'agente vedo mio fratello al telefono.
«Stia tranquilla, sta chiamando i vostri genitori.» Mi sento ancóra peggio. La mamma andrà fuori di testa, e Gabriel mi analizzerà per giorni. Non posso sopportare tutto questo: il ritorno di Jackson, ciò che ho visto nel vicolo, e la pressione che mi metteranno addosso.

«Agente, la ringrazio, ma penso io a mia sorella.» Senza tante cerimonie mi prende in braccio, e si dirige svelto alla sua macchina. Mi volto per un secondo, e vedo Jackson a poca distanza dalla scena del crimine.
Nella mia testa iniziano a vorticare mille pensieri, ma non voglio appesantire gli animi dei miei parenti.

«Oddio, ragazzi!» le braccia di mamma e Gabriel ci circondano.
«Tranquilla, ha solo vomitato. Sta meglio ora.» Mi copre come sempre.
Mi mette sul sedile del passeggero e chiude lo sportello. Discute animatamente con loro, che dopo un po' si arrendono. Siede dietro al volante e sospira.

«Che... Che hanno detto?» mi rivolge uno sguardo costernato.
«Piccola, sospettano di Jackson.»
«Di Jackson? Perché mai?» non comprendo.
«Vedi, ci sono dei particolari che non sono stati rivelati. Il modus operandi è compatibile con la pratica chirurgica. E Jackson è un chirurgo, capisci?»
«Non... Oddio, non posso crederci!» mi sento ancóra peggio di prima.
«Ho sentito i poliziotti parlare. Le mutilazioni sono nette e precise. Le suture lo stesso. Se fosse un principiante, o non avesse basi mediche, sarebbe tutto diverso, più pasticciato, capisci?»
«Devo informarmi, Tris. Perché se è davvero lui, deve starmi alla larga il più possibile. Non dubito di ciò che dici, anche perché, non credo sia un caso che lui sia spuntato in disco, e viene ritrovato un altro cadavere.»

Inchioda davanti a casa, fa il giro e mi trascina fuori dalla macchina.
Mi prende in braccio, e senza tante cerimonie mi porta in camera sua.
«Resti con me. Sarai al sicuro, e io più tranquillo. Non resterai mai sola, ok?
Fatti un bagno caldo, rilassati, nel mentre finisco il trasloco. Non mi frega un cazzo della sorpresa, tu vieni al di sopra di tutto.»

Non mi lascia il tempo di rispondere, ma sono concorde con lui. Se è tornato qui c'è un motivo. E il motivo sono io. Riempio la vasca, mi immergo e provo a rilassarmi. Ma le loro voci, che giungono dal piano di sotto, mi mettono la pulce nell'orecchio.
Esco al volo, indosso il suo accappatoio, e mi affaccio sul pianerottolo. Ascolto in silenzio, e ad ogni parola che viene pronunciata trasalgo. Anche loro sospettano di Jacks. E si accordano per non farmi mai restare sola. Tris svela la sorpresa a mamma, che ringrazia e approva la decisione di dormire assieme.

«Siamo più tranquilli se sta con te. Ad essere sinceri non ci è mai piaciuto. Non volevo lo sposasse, perché ho sempre percepito in lui qualcosa di oscuro. Teniamolo d'occhio, e cerchiamo di capire se davvero è lui il colpevole. Non voglio additare nessuno senza prove. Stalle accanto, proteggila, ok?»
Mio fratello risponde affermativamente, e pochi minuti dopo riprende a spostare le cose.

Un paio di ore dopo entra in camera carico come un somaro.
Lascia cadere tutto per terra, toglie le scarpe, i pantaloni, e si infila sotto le coperte.
«Non aver paura, piccola. Ci siamo noi, ok?» mi rassicura.
«Non è questo, Tris. Devo fare una ricerca domattina.»
«Okay. Quale ricerca?» mi stringe da dietro.
«Devo vedere se ci sono stati omicidi simili nei posti in cui siamo stati.»

Mi bacia la testa, e un secondo dopo crollo tra le braccia di Morfeo.

SPAZIO MORTAZZA:

ALLORA, CARI LETTORI, CHE NE DITE? ABBIAMO SCOPERTO UN PO' DI COSE INASPETTATE. NON VEDO L'ORA DI LEGGERE I VOSTRI COMMENTI. BACI, DHALIA. ❤️

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