Buon San Valentino... se volete!

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Era una giornata piuttosto tranquilla nel palazzo del sommo Zen'ō. Il piccolo re stava giocando con la scacchiera che rappresentava il Multiverso, muovendo le pedine a suo piacimento.
Aveva solo un problema: il giocare a scacchi da solo non sembrava essere divertente.
«Uffa, che noia...»
Il Daishinkan non era presente e, purtroppo, le sue guardie non erano buone compagne di divertimento. Troppo serie e poco incline allo scherzo: tendevano a non parlare molto con lui, arrivando anche a tacere per un giorno intero.
Così lo Zen'ō, stanco più per la noia che per il gioco, prese una pedina e la lanciò per terra, mandandola in frantumi. Quel gesto, che corrispose alla contemporanea distruzione di un piccolo pianeta dell'Universo 4 dove ormai dominava la corruzione e la malvagità, non lo aveva reso più felice del solito.
«Uffa...»
Si alzò e iniziò a gironzolare per l'ampia corte del suo palazzo, cercando di trovare qualcosa che attirasse la sua attenzione, all'inizio con scarsi risultati.
«Quando torna il Daishinkan, gli chiederò di giocare con me... distruggendo qualche Universo che non ci piace!»
Ad un tratto, guardando distrattamente nella direzione del portone d'ingresso, notò la presenza di un oggetto appoggiato ad una delle colonne della vasta stanza.
Lo Zen'ō riconobbe subito di cosa si trattava. «Che strano, il Daishinkan ha lasciato qui il suo scettro...»
Conoscendolo, il piccolo re sapeva che non si trattava di un gesto intenzionale. Da quando lo serviva, l'Angelo aveva l'abitudine di portare con sé il suo scettro, a volte facendolo scomparire nel nulla... ma la cosa non cambiava: quell'oggetto lo seguiva ovunque lui andasse.
Quel giorno, invece, lo scettro sembrava essere stato abbandonato nella corte di quel vasto palazzo.
Nell'osservarlo con grande curiosità, a Zen'ō venne in mente un'idea. Ed era così: ogniqualvolta che la divinità più potente di tutto il Multiverso stava per compiere un'azione... poteva succedere di tutto.



Sul lontano pianeta dell'Hakaishin del Decimo Universo, Kusu stava svolgendo i suoi doveri da divinità protettrice di Ramūshi.
In quel momento la sua mansione prevedeva qualcosa di molto semplice: vigilare sul Distruttore, mentre dormiva placidamente nella sua maestosa residenza immersa nella savana.
Per quanto per loro natura gli Angeli come lei non dormissero mai... a Kusu venne da sbadigliare.
Che noia.
Si avvicinò alla finestra per osservare il paesaggio, sperando che accadesse qualcosa di straordinario. Non so: una cometa che sta per cadere sul pianeta, il sommo Gowasu che ci convoca perché ha trovato un nuovo discepolo... qualunque cosa! - pensò.
In effetti, quel giorno era iniziato molto in sordina rispetto alla solita routine. Nulla da distruggere in programma, nessuna crisi di sorta nell'Universo 10: niente di niente.
Per questo motivo il Distruttore si era svegliato per poi addormentarsi subito dopo. A niente erano serviti gli sforzi di Kusu per tenerlo sveglio: la proposta di un allenamento - una delle cose che Ramūshi odiava fin da piccolo; il raccogliere delle mele insieme sul loro pianeta, stroncata sul nascere con secche risposte da parte dell'Hakaishin come «Non ho voglia, troppa fatica!» o «Perché raccoglierle nel nostro piccolo orto nel palazzo se puoi materializzarle?» ; una visita al sommo Gowasu per controllare se stesse bene.
A quest'ultima proposta, Ramūshi si era coricato nuovamente nel letto e le aveva risposto: «Oggi osservalo dalla sfera: se succede qualcosa, avvisami.» E, così, il possente elefante era subito caduto tra le braccia di Morfeo, russando sonoramente.
In breve: la povera Kusu si era rassegnata, pensando che quella giornata si sarebbe conclusa così com'era iniziata...


Sennonché, proprio mentre stava osservando il paesaggio dalla finestra, un suono familiare la ridestò dai suoi pensieri. Il suo scettro si era illuminato, proiettando l'immagine del palazzo del sommo Zen'ō.
... Padre?!
Subito l'angioletta si allontanò dalla camera da letto dell'Hakaishin, pensando che si trattasse di un messaggio urgente. In un certo senso la sua supposizione era corretta: dopo qualche minuto in cui aveva visto l'immagine proiettata del soffitto del palazzo e qualcuno che continuava a ripetere «Pronto? C'è nessuno?» , all'improvviso comparve un primissimo piano del piccolo re.
«Pronto? Universo 10?»
Kusu fu sorpresa: era evidente che in quel momento suo padre non era presente al fianco dello Zen'ō... ma non riusciva a capire per quale motivo la somma divinità si stesse mettendo in contatto proprio con l'Universo 10.
E... per quale motivo mio padre ha lasciato lo scettro al sommo Zen'ō?
«Sommo Zen'ō,» iniziò l'angioletta, inginocchiandosi in segno di rispetto nei suoi confronti, «sono Kusu del Decimo Universo. Desidera qualcosa?»
«Ah, sì, sì!» rispose gioioso il piccolo re, giocherellando con lo scettro del Daishinkan. «Kusu, ho bisogno di un grande favore... e solo tu puoi aiutarmi!»
«Dica tutto.»
Zen'ō portò l'indice sotto il mento, studiando nella sua mente come fare quella proposta all'angioletta. Era certo che lei l'avrebbe presa come normale amministrazione, e dentro di sé già pregustava il divertimento che avrebbe ricevuto da lei e dalle altre divinità.
«Allora... come avrai capito, in questo momento il tuo papà non c'è. Questo perché... come spiegartelo... è dovuto partire d'urgenza per una minaccia che incombe sul Multiverso!»
Kusu spalancò gli occhi. Un'altra minaccia? Che qualcuno abbia usato impropriamente gli Anelli del Tempo e mio padre lo ha scoperto in tempo?
«Di cosa si tratta?» chiese lei, alzando lo sguardo verso l'immagine proiettata.
«Urm... non l'ho visto con i miei occhi, ma prima di andare via... il Daishinkan mi ha parlato di una strana nuvola nera che sta per giungere in questa linea temporale, e io ho avuto un'idea per evitare il peggio! Però, mi raccomando: non dire al tuo papà che mi sono messo in contatto con te! Deve restare un segreto tra noi, ok?»
L'angioletta annuì e restò in silenzio, per poi udire quella strana proposta da parte del Re del Multiverso. Per quanto bizzarra sembrava essere per salvare tutti da una minaccia così grande - e in un batter d'occhio intuì che si trattava di uno scherzo innocente e che il vero scopo dello Zen'ō era solo il divertirsi in un momento di noia... Kusu decise di accontentarlo.
Tanto, nessuno si farà male!

Buon San Valentino... se volete!Where stories live. Discover now