Capitolo Tredicesimo

504 32 98
                                    

[Dico subito che faccio schifo a descrivere queste scene🙌🏻 sopportate, siamo quasi alla fine poi giuro che la smetto di scrivere stronzate. Grazie per leggere ancora sta roba]


•••

Riccardo bloccò il caldo getto d'acqua, ormai pronto per uscire dalla doccia sotto la quale si era fiondato non appena era ritornato a casa.

Per fortuna aveva in camera un bagno personale, così gli bastò raggiungere il proprio armadio per scegliere i vestiti da indossare durante la lezione di piano che si sarebbe svolta a casa sua pochi minuti dopo.

-Riccardo sei pronto? Il maestro è di sotto che ti aspetta!-

Il castano infilò velocemente i primi abiti che gli capitarono a tiro, poi diede una veloce spazzolata ai capelli e si precipitò fuori dalla sua stanza con gli spartiti sotto braccio.

-Si può sapere a cosa è dovuto questo ritardo? Ti avevo detto che non mi piace quando ti riduci a fare le cose all'ultimo secondo.

-Hai ragione papà mi dispiace- si scusò il ragazzino, poi si diresse assieme al padre lungo il corridoio fino a raggiungere la lunga rampa di scale che portava al piano di sotto.

Il maestro di piano lo salutò con un piccolo inchino, poi si incamminò verso la grande sala nella quale teneva le lezioni di piano con il suo giovane allievo.

Tutto sembrava tranquillo, nessuno si era accorto dell'assenza di Riccardo in quel lasso di tempo e se tutto andava secondo i piani presto il ragazzino avrebbe potuto raggiungere il suo amico nel posto stabilito.

Doveva solo avere pazienza ed aspettare che quelle interminabili ore passassero in fretta.

Cominciò a sistemare gli spartiti in fila e si accomodò sul piccolo sgabello, pronto a cominciare la lezione.

Il maestro però non ebbe il tempo di emettere neanche un fiato, perché delle urla sospette cominciarono a librarsi dalla sala antistante.

Le orecchie di Riccardo quasi si drizzarono al sentire quelle grida fin troppo familiari; si bloccò spaventato e cominciò a fissare i tasti del pianoforte senza muovere un muscolo.

-Cosa le prende signorino Di Rigo?-

-Torno subito- mormorò il ragazzino senza pensarci due volte, e si alzò in piedi, colto da uno strano presentimento.

Stava cercando di convincersi che fosse impossibile, che avesse sentito male; eppure dopo qualche metro si trovò davanti esattamente la scena che temeva di vedere: il maggiordomo ed una domestica tenevano fermo Gabi, il quale si dimenava come se fosse in preda a degli spasmi.

-Lasciatemi andare! Ricky aiutami!-

Le sue grida erano inconfondibili e strazianti.

Riccardo gli corse incontro allarmato, seppur incapace di reagire; cosa ci faceva Gabi a casa sua, e perché lo stavano trattenendo in quel modo?

-Che cosa succede lasciate andare subito il mio amico!- protestò il castano facendosi coraggio ma poco dopo suo padre raggiunse la stanza, concludendo una chiamata al proprio cellulare.

-Stai lontano Riccardo, questo criminale si era intrufolato in casa nostra per fare chissà cosa, ho già chiamato la polizia- lo allertò l'uomo poggiando una mano sulla spalla del figlio.

-Ma siete impazziti! Non vedete che è solo un bambino, lui non ha fatto niente!- urlò il castano dimenandosi per sfuggire dalla mano del padre.

Anche Gabi riuscì a liberarsi e i due amici si abbracciarono, correndo l'uno nelle braccia dell'altro.

Non fa male ~ takuranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora