1.4 - Missione

192 37 219
                                    

«Così, sei stata l'unica a tenerle testa, dico bene?»

No. 2 venne convocata nell'ufficio di Matthew poco dopo il tumulto in sala allenamenti. Sedeva in silenzio di fronte a lui, scuotendo appena il capo come risposta alle sue domande. Le mani riposavano tra le gambe, mentre la stanza rimaneva intrisa di tensione.

Vertex aveva perso il controllo di una macchina senziente di ultima generazione, capace di annientare un esercito armato fino ai denti in pochi minuti. Ma il Vertice sapeva di poter contare su di lei, in barba alla sua cattiva reputazione. Il matematico dai capelli ricci era uno dei pochi del Dipartimento che apprezzava la dedizione nei suoi allenamenti e il suo temperamento rigido di fronte alle situazioni più pericolose.

«Ah, Guy, Guy... certo che sei proprio una bella gatta da pelare.» Matthew batté un indice sulla tempia. «È la prima volta che un automa finisce nelle sue mani. O meglio, torna nelle sue mani, per essere più precisi...»

La ragazza continuava a fare su e giù con la testa, annoiata dai suoi discorsi noiosi e prolissi. La sintesi non era un suo dono, e il fatto che Matthew mantenesse la sua proverbiale serenità persino in un momento così critico per Vertex non faceva che consumare la sua miccia.

«Nulla di cui preoccuparsi, comunque. Troveremo presto un modo per riuscire a proteggere te e i tuoi simili. Peccato che No. 5 fosse l'unico esemplare di terza generazione disponibile, finora! Accidenti, dovrò inventarmi qualcosa di convincente per il Consiglio...!»

Fece una piccola pausa, poi aggiunse: «Ora che mi è tornato in mente, sto facendo realizzare una nuova armatura per te. Quella che usi per gli allenamenti non si usa più dal 2018. E poi ostruisce i movimenti di braccia e gambe.»

«Che cosa vuoi da me, Matthew?» No. 2 incrociò le braccia sul petto e smorzò i mezzi toni con una domanda secca. Cominciava a stancarsi di lui, lo trovava fin troppo indulgente e superficiale per i suoi gusti. Tanto da essersi sforzata di dirglielo in modo chiaro e fargli arrivare il messaggio senza altri inutili giri di parole.

«Vertex ha bisogno di te.» Il Vertice si schiarì la voce con un tono più serio. «Conosco il tuo potenziale e so che sei la sola in grado di fermare No. 5. Dovrai neutralizzarla a qualsiasi costo. Non possiamo permetterci di avere una mina vagante tra di noi, oltre ai dissidenti.»

A quella richiesta inusuale, l'automa spalancò gli occhi. «D-Devo... uccidere un automa?» Balbettò scossa.

«Andiamo, non ti poni mai problemi nell'uccidere esseri umani senza autorizzazione e ora ti preoccupi di eliminare un tuo simile?» Matthew la incalzò con un ghigno spiritoso. «Lo sai che devo vedermela io con il Consiglio per difenderti ogni volta, sì? Almeno, in questo caso, saresti autorizzata e non dovrò più inventarmi altri pretesti per te.»

No. 2 sbuffò, aveva capito cosa volesse intendere con quella frecciatina. «Quello non era un essere umano.» Avrebbe voluto rispondergli a tono, ma la risposta le rimase bloccata in gola.

«E comunque potrebbe non essere necessario ucciderla, ma ti pregherei di riportarmi il suo corpo in ogni caso. Non distruggerla troppo, ecco!»

«Quali sono le condizioni?»

«Soltanto due: la prima è che non puoi rifiutare questa missione, capisci che è di vitale importanza per l'intero pianeta e non solo.»

«Qual è la seconda?»

Matthew si prese del tempo per sorriderci su. No. 2 levò via gli occhi dal suo viso sornione. Non sapeva fin quanto sarebbe resistita prima di lanciargli la scrivania in faccia.

«Dovrai eseguirla in due, quindi ti servirà un partner.»

La peggiore delle risposte che aveva previsto si palesò ben presto. «Non ho bisogno di nessuno.» Arricciò le dita sul tavolo, con un brutto tono.

VerticesWo Geschichten leben. Entdecke jetzt