~8. Bisogno~

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La notte mi svegliai un po' di volte,probabilmente perché gli ospedali mi mettono ansia.
Mi svegliai definitivamente la mattina circa alle dieci.
Gabriel era accanto a me e mi teneva la mano.
<<Buongiorno piccola.>>disse.
Lo guardai,aveva gli occhi gonfi e due borse sotto agli occhi molto evidenti.
<<Buongiorno,non hai dormito?>>chiesi.
<<Si,ho dormito,ma non molto.>>rispose.
Sorrisi accarezzandogli dolcemente la mano.
<<Comunque la polizia ha arrestato tua madre.>>disse.
<<Capisco,quindi dovrò andare a testimoniare immagino.>>dissi.
<<Sì,ma non si sa bene ancora quando,probabilmente aspetteranno che tu stia meglio.>>disse a abbassando la testa.
Rialzò la testa,mi guardo fissa negli occhi e aggiunse:<<Devi dire tutta la verità,mi raccomando.>>.
Annuii.
<<Comunque ho chiamato la scuola per te e hanno detto che le tue assenze verranno giustificate.>> disse Gabriel.
<<Bene,ma con la qualifica come faccio?>> chiesi.
<<Forse non te la fanno fare perché non è obbligatoria,però forse ti fanno fare dei corsi estivi. Dipende tutto da quanti giorni di assenza fai.>>rispose.
<<Capisco.>>risposi.
Si avvicinò e mi diede un bacio sulla fronte.
<<Onestamente avrei preferito vederti in ospedale per un altro motivo.>> sussurrò al mio orecchio.
<<Cioè? Quale?>>chiesi incuriosita.
<<Per nostro figlio,quando sarà il momento.>>rispose sempre a bassa voce.
<<Tu vorresti farti una famiglia con me?>> chiesi.
<<Ma certo,sennò ora non sarei qui al tuo fianco.>>rispose.
Sorrisi,ero molto felice per questa cosa.
Il mio desiderio più grande era quello di farmi una famiglia,probabilmente per compensare quella che non ho mai avuto.
Avrei sempre voluto essere come tutti gli altri,con i genitori che vogliono bene ai loro figli e che li trattano bene,anche se magari a volte sono separati.
Non ho mai capito perché proprio a me sia dovuto capitare questo,ma penso che se non fosse accaduto a me sarebbe dovuto accadere a qualcun'altro e questo avrebbe solo rovinato la vita di qualcuno che magari ore ce l'ha perfetta.
Avrei voluto non dover usare il sorriso come maschera.
Avrei voluto solo poter giocare con mio padre e raccontarmi le cose con mia madre,come fanno tutte le altre famiglie,ma no,io non potevo e non potrò mai avere tutto questo,ma va bene così perché sennò non sarei me stessa.
A quel punto mi scese una lacrima sul volto.
<<Ei,so che è difficile,so che sta diventando tutto troppo pesante,so che ti senti a pezzi,so anche che ti senti così da molto,ma ci sono io,non devi affrontare tutto questo da sola.>> disse asciugandomi la lacrima dal volto.
Sorrisi.
Si avvicinò e mi diede un bacio.
Era un bacio dolce e quasi quasi era come se parlasse al posto suo.
Era come se dicesse "sono qui" tramite quel bacio.
Trasmetteva sicurezza.
Mi guardò e sorrise.
<<Sei così bella e nemmeno te ne accorgi.>> disse.
Arrossii e sorrisi.
<<Comunque dovrebbe arrivare Fabio tra un po'. Mi ha detto che oggi sarebbe venuto.>>disse.
<<Va bene.>>risposi.
Rimanemmo a non fare nulla per un po'.
Semplicemente stavamo assieme e non servivano parole.
Ci tenevamo per mano e bastava la sua presenza per far sembrare tutto più bello.
Eppure per la prima volta iniziai a riconoscere a pieno quella sensazione di vuoto,come se fossi nulla.
Mi sentivo come un nodo alla gola,ma quando c'era lui spariva quasi del tutto,mi faceva stare così bene.
Non mi ero mai sentita così prima,probabilmente perché non avevo mai avuto tempo e voglia per capirlo.
Iniziai a pensare,iniziai a darmi le colpe davvero per tutto ciò che era successo a mia madre,in poche parole iniziai a crederle.
Il nodo alla gola si faceva sempre più stretto.
Gli occhi erano lucidi e guardavano la finestra.
Mi tormentavo cercando di capire perché tutto questo.
Stavo cedendo,ma sapevo che sarebbe successo prima o poi.
Gabriel,vedendo i miei occhi strinse la mia mano.
Era sdraiato sul mio letto,proprio accanto a me.
<<Andrà tutto bene,vedrai.>> sussurrò accarezzandomi una guancia.
<<Come fai ad esserne tanto certo?>> chiesi voltandomi verso di lui.
<<Perché ci sono io e il mio obbiettivo è farti felice e darti amore ogni giorno di più.>> rispose.
<<Ma l'amore io non so nemmeno cosa sia,come faccio a sapere se me lo stai dando?>>
<<Allora un altro mio obbiettivo sarà farti scoprire cos'è e da lì saprai se te ne sto dando o meno.>>disse
Forse è la cosa più difficile che possa riuscire a fare eppure la consapevolezza che volesse mi rasserenavano.
<<Tu ne hai bisogno.>>disse.
<<Di che cosa?>>chiesi.
<<Di amore,si capisce dal tuo sguardo e dai tuoi atteggiamenti:tu hai bisogno solo di questo.>>affermò.
Ci guardammo per un po',come incantati l'uno dall'altro.
<<Il tuo è un bisogno,Anna. È un bisogno che non può non essere ascoltato. È un bisogno che grida da dentro di tè con la speranza che qualcuno te ne doni anche solo un po'. È un bisogno che però non devi accettare da tutti,ma solo da coloro che sono disposti a dartelo davvero è da coloro dalla quale tu sei disposta a riceverlo. Sei stata ignorata per troppo tempo. Le tue urla sono state zittite per paure inutili. Tu non sei un peso,Anna,mettitelo bene in testa.>>disse fissandomi dritta negli occhi.
Di colpo mi abbracciò.
Non sapevo come reagire e che cosa fare,quindi cercai di abbracciarlo,ma il mio non era un abbraccio così accogliente e caloroso come il suo.
Il mio era un abbraccio debole e piccolo,no,non avevo nemmeno dato mai quello.
A quel punto entrò Fabio.
Gabriel si sedette sul lettino.
<<Cavolo sore! Stai messa male,che cavolo t'è successo?>>chiese preoccupato.
Per la prima volta nella sua vita non aveva quel tono,come dice lui? A si! "Sciallo".
<< È stata aggredita da quella stronza di sua madre,ora è stata arrestata.>>rispose Gabriel al posto mio.
<<Cavolo! Me spiace,ma per fortuna l'hanno arrestata.>>disse Fabio.
<<Ci mancherebbe altro,io la avrei uccisa sul colpo!>> esclamò Gabriel.
<<È pur sempre mia madre,vederla morta non sarebbe producente,ma dietro alle sbarre si.>>ammisi io.
<<Hai ragione Anna:una pena più lenta che la consumi piano piano.>>disse Gabriel.
<<Cavolo,che situazione di merda,speriamo che ti rimetta presto e che ne esca in fretta.>>disse Fabio.
Iniziammo a parlare del più e del meno finché un'infermiera non venne a dirci che l'orario di visite era terminato.
La notte non riuscivo molto a dormire a causa dell'ansia,quindi mi addormentai parecchio tardi,verso le 2:30/3:00 di notte.
Speravo solo di guarire in fretta,non volevo già più stare lì dentro.

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