Capitolo 5

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Entrò in ufficio puntualissima e Lisa la fermò subito chiedendole:
"Buongiorno, dormito bene?"
"Buongiorno a te, sì tutto bene grazie" rispose.
"Senti, dopo il lavoro ci ritroviamo con alcuni colleghi per un aperitivo, vuoi venire?" le chiese allegramente.
"Ti ringrazio, vengo volentieri" rispose contenta dell'invito.
La giornata passò velocemente e la serata fu straordinaria, i colleghi erano simpatici e fece parecchie conoscenze.
La sorella e la madre l'avevano cercata anche a lavoro, ma lei aveva sempre rifiutato le chiamate, dovevano capire di non chiamarla, quando stava lavorando.
Ma figuriamoci se lo capivano!

Le squillò il telefono sulla scrivania e rispose:
"Harrison Corporation, buongiorno sono Emma!"
"Emma! Cazzo! Rispondimi quando ti chiamo! Ho bisogno di te lo capisci o no?" le urlò Laurie.
"Laurie! Sono a lavoro come devo dirtelo, che non posso rispondere. Smettila di chiamarmi!" le disse risentita abbassando la voce.
Non né poteva più. Ma Laurie continuò senza ascoltarla.
"Uffa! Devi smetterla di lavorare e pensare al MIO matrimonio e..."
Emma le riattaccò il telefono, mentre Lisa si affacciava alla porta, con lo sguardo indagatore ed Emma cercò di spiegare:
"Tranquilla è mia sorella, è nervosa per i preparativi del matrimonio".
"Mamma mia, la sentivo dal corridoio" disse sorridendo.
"Scusa, lo so è estenuante" rispose alzando le spalle.
"Stai solo attenta, che Mr. Harrison non lo sappia, lo sai che non vuole telefonate personali a lavoro, solo in caso di necessità" le ricordò Lisa.
Emma annuì e riprese a lavorare.

Decise che dopo il lavoro sarebbe passata da Laurie.
E così fece, uscì dall'ufficio, prese la macchina ed arrivò a casa dei suoi genitori, ci avrebbe trovato sicuramente anche sua sorella.
Appena Laurie la vide, le si scagliò contro dicendole:
"Eccoti finalmente! Sei proprio un ingrata Emma!"
Emma non fece in tempo ad aprire bocca che la madre le urlò contro.
"Devi immediatamente licenziarti! Capito? Non puoi abbandonare tua sorella così, ci sono solo sei mesi al matrimonio".
"Oggi, avevo la prova del vestito e tu non c'eri!" le disse piagnucolando.
Emma guardò sua sorella, e aspettò che proseguisse con la sua lagna.
"Mi sta' malissimo, lo voglio più stretto, non sono te, io sono magra e mi deve stare alla perfezione!!".

Emma cercò di sorvolare sul discorso e le disse:
"Ho inviato tutti gli inviti, stai tranquilla e per il menù entro martedì mi daranno quello finale"
La madre le chiese bruscamente:
"E il tuo vestito? Sei stata a provarlo? Come ti sta'?"
"Bene, mamma" rispose con tono Emma.
"La dieta? continuò la madre.
"Mamma, ho perso sei chili, non li noti?" disse stizzita
Ora la strozzo se continua!

Negli ultimi giorni, aveva veramente mangiato poco, quasi niente, a lavoro spesso saltava la pausa pranzo e la sera per stare dietro agli inviti da spedire, spilluzzicava un po' di verdura davanti al computer di casa.
A breve diventerò un coniglio! Pensò.
Ritornò alla realtà, appena Laurie le spiegava le ultime cose che avrebbe dovuto fare.
"Mi raccomando, appena ti arriverà il menù, controlla che ci sia tutto quello che Colin ti ha ordinato".
"E sappi che, farò in modo di farti licenziare, Emma!" le disse girandosi e avviandosi in cucina.
Emma rimase spiazzata, guardò la madre e chiese:
"Spero che scherzi! Vero mamma?".
"No! Non credo Emma, ha ragione sei proprio egoista, pensi solo per te!" e anche la madre seguì Laurie.

Emma rimase basita, nel mezzo del salotto per cinque lunghi minuti, scrollò la testa, prese la borsa e uscì da quella casa.
Emma calma, ricordati che adesso hai la tua vita!
Salì in macchina, per strada decise che doveva in qualche modo bisogno di sfogarsi.
Liam le aveva offerto l'uso della palestra, sarebbe andata lì!
Arrivo' a casa, si fiondò in camera, cercò il necessario, lo indossò e si avviò in
palestra.
Entrò e le luci si accesero automaticamente.
Si guardò attorno e rimase allibita, c'erano attrezzi di tutti i tipi.
Si avviò al Tapis Roulant e cominciò a camminare, rimase in palestra quasi un'ora e mezza.
Bene Emma adesso basta! Si disse soddisfatta.
Rimise a posto, uscì dalla palestra, e le luci si spensero dietro di lei.
Entrò in casa, si fece una doccia e andò a dormire.

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