TWENTY ONE

221 24 4
                                    

Le sette del mattino; un fascio di luce entrava dalla finestra infrangendosi sulla moquette.
Liu aprì gli occhi, rendendosi conto che sia lui che Jeff erano finiti per addormentarsi distesi a terra.
Lanciò uno sguardo al moro, rannicchiato in posizione fetale sotto alla finestra; teneva un pugno chiuso vicino alla bocca.
Facendo molta attenzione a non fare rumore, Liu puntò i palmi sul muro e si alzò in piedi, per poi uscire dalla stanza. Frugò nella tasca e recuperò la chiave della porta, che fece girare nella serratura dopo essere uscito.
Non amava affatto dover chiudere di nuovo Jeff a chiave nella stanza, ma non avrebbe potuto allontanarsi lasciando la porta aperta con il rischio che avrebbe dato ancora di matto.
Il castano scese lentamente le scale, e trovò mamma in piedi davanti al frigorifero, con una tazzina di caffè stretta nella mano destra.
Al suo arrivo la donna si voltò, piegando le labbra in un sorriso estremamente forzato.
-Tutto bene?- domandò, sorseggiando la bevanda calda.
Il ragazzo aprì l'anta del frigorifero ed afferrò una bottiglia di succo alla pera.
-Sì... Direi di sì- farfugliò, versandone un po' dentro ad un bicchiere.
La donna annuì. -Ho sentito un po' di baccano stanotte... Ero preoccupata- ammise, bevendo l'ultimo sorso per poi riporre la tazzina nel lavello.
Il castano bevve a sua volta, evitando il contatto diretto con gli occhi della madre. -Sì, ma va tutto bene. Jeff si sta... Impegnando molto-.
Lei rimase in silenzio, con i palmi puntati sulla superficie in marmo della cucina e lo sguardo perso nel vuoto. Non disse nulla, perché non aveva più la forza di affrontare quell'argomento.
-Io... Mi stendo un po' sul divano- mormorò Liu, rompendo il silenzio che adesso inondava la stanza.
Si recò in salotto, massaggiando il collo dolorante a causa della posizione scomoda in cui aveva dormito, per poi lasciarsi cadere a peso morto tra i cuscini del divano.
Era stata una notte lunga e complicata, ma aveva dato i suoi frutti; Jeff era riuscito a reprimere i suoi istinti, e ciò significava che probabilmente, con tanto sforzo e tanto lavoro, sarebbe potuto guarire da quella sua ossessione per la morte.
Sarebbe potuto tornare il ragazzo di un tempo, così com'era prima dell'incidente.
Liu rilassò progressivamente i muscoli ed emise un sospiro, chiudendo gli occhi cullato dal sottofondo musicale proveniente dal televisore acceso.

........

Durante l'intera mattinata, dalla camera di Jeff non si era udito nemmeno il più piccolo dei rumori.
Liu era preoccupato, ma si disse che probabilmente suo fratello stava semplicemente riposando; dopotutto quella nottata doveva essere stata devastante per lui.
All'ora di pranzo si riunì al tavolo con mamma; suo padre, invece, era uscito per lavoro.
Liu mangiò in silenzio, con i gomiti poggiati accanto al piatto e lo sguardo fisso sulle pietanze. Cercava in tutti i modi di non incrociare gli occhi spenti di sua madre.
Dopo aver terminato il pasto, il castano si alzò in piedi e ripose il piatto sporco nel lavello, per poi recuperare un vassoio e delle stoviglie pulite.
-Porto... Il pranzo a Jeff- spiegò senza voltarsi, mentre era intento a riempire un piatto pulito.
-Sì... Va bene- farfugliò la madre, attorcigliando le dita delle mani.
Sembrava essersi arresa all'idea che Jeff non sarebbe mai cambiato; non voleva ammetterlo, ma non aveva la minima speranza che quel ragazzo sarebbe potuto guarire davvero.
Sentiva di averlo perso per sempre già da molto tempo, solo che lo stava pienamente realizzando soltanto adesso.
La donna osservò silenziosamente Liu che sollevava il vassoio pieno e si incamminava, a testa bassa, verso le scale.
La faceva soffrire molto vedere l'impegno che quel ragazzo stava mettendo nel tentativo di sistemare le cose, nonostante oramai non ci fosse più niente da sistemare.
Liu salì i gradini lentamente, cercando di non far traballare troppo il bicchiere pieno d'acqua che aveva sistemato accanto al piatto.
Giunto dinnanzi alla porta poggiò il vassoio a terra ed infilò la chiave nella toppa, per poi girarla lentamente. Spinse la porta con un gesto deciso della mano destra ed il suo sguardo penetrò all'interno.
Jeff era in piedi davanti alla finestra, e lo osservava con un'espressione indecifrabile in volto.
Ma non pareva aggressivo.
Il castano chinò la schiena e recuperò il vassoio che aveva riposto a terra, per poi portarlo all'interno della stanza e poggiarlo sopra al comodino accanto al letto del fratello. 
-Tutto ok?- gli chiese poi, voltandosi in sua direzione. -Ti ho portato il pranzo, se hai fame-.
Il moro si avvicinò lentamente senza dire una parola. Fece scorrere lo sguardo sul cibo che gli era appena stato consegnato, per poi spostarlo sul sorriso di Liu.
Suo fratello era la cosa più preziosa che avesse, l'unica persona al mondo che per lui contava davvero; per questo faceva una fatica immensa, ogni volta che si trovava a dover guardare le cicatrici che portava sul volto.
-Grazie- farfugliò.
Si mise a sedere sul letto ed avvicinò il vassoio; ma proprio in quel momento sentì il suo corpo venire attraversato da un'improvvisa ondata di follia, che quasi lo fece tremare.
"Non ancora.." pensò. 
Tentò di reprimere la sensazione di disagio ed il forte bisogno che adesso si stava impadronendo di ogni cellula del suo corpo; non voleva che Liu lo vedesse ancora così. 
Afferrò la forchetta, imponendosi di iniziare a mangiare e sperando di riuscire, in qualche modo, a calmarsi. Tuttavia, tornò a poggiare l'oggetto subito dopo.
Il desiderio di uccidere iniziò a premere forte sul suo petto, e la sua mente fu travolta in modo improvviso da un'onda di follia che ne confuse i pensieri.
Un attimo dopo, Jeff afferrò il piatto con entrambe le mani e lo sbatté violentemente contro ad un mobile, causandone la rottura e riversando a terra tutto il cibo che conteneva.
Scattò poi in piedi e raccolse un coccio da terra.
Liu impiegò un paio di secondi per capire che cosa stava accadendo; e quando lo fece, non ebbe neanche il tempo di reagire perché si ritrovò con la schiena premuta contro al muro.
Una mano del killer era adesso appoggiata al suo petto che si espandeva e ritraeva velocemente, mentre nell'altra brandiva il coccio che da lì a poco avrebbe utilizzato come arma.
-Torna a dormire, Liu-.

Still AliveWhere stories live. Discover now