8

40 6 1
                                    

Il capanno degli attrezzi era una baracca situata a pochi metri dall'abitazione principale, prima ancora del fienile. Conteneva una grande quantità di attrezzi ; forconi, arnesi da fabbro, pale, ceste, utensili vari, tutti appesi ad una piccola trave sulla parete di fronte alla porticina d'ingresso. L'ombra al suo interno aveva mantenuto il pavimento in terriccio privo di erbacce. Entrò, cercando con lo sguardo una pala che trovò subito, poi qualche attrezzo utile alla sua scampagnata notturna delle ore successive, ma non trovò nulla. La vecchia pala ammaccata era la sola cosa che gli serviva, pensò. Aspettò la sera con trepidazione nella sua casa, consumando una misera cena a base dei soliti fagioli in scatola. Questo gli fece pensare e rivalutare l'offerta della signora Sheeply. Non aveva grandi prospettive la sua vita, se non quella di ritrovare i soldi dopo ventitré anni. La sua insegnante invece, poteva realmente dare vita ad un nuovo inizio. Il ritrovamento o meno della borsa, avrebbe deciso il suo futuro. Era ormai tarda sera quando uscìdi casa, non prima di accertarsi che nessun piedi piatti lo stesse tenendo d'occhio. Forse era solo una sua fissazione quella, ma non poteva di certo correre dei rischi. Si incamminò verso il deserto, che iniziava solo mezzo miglio dalla casa, poi ne avrebbe percorso un altro fra sabbia rossa, rovi, cespugli e cactus, prima di arrivare a destinazione. Era cresciuto giocando in quei luoghi e ricordava bene la strada, anche dopo tutto quel tempo. La luna piena illuminava tutto, con un pallore biancastro, da rendere visibile ogni cosa. Si immaginò il momento dello scavo, pensò che sarebbe arrivata la polizia da dietro un cespuglio ad arrestarlo, oppure di trovare la borsa con i soldi e diventare ricco. Si scrollò quelle idee dal cervello, come un cane bagnato l'acqua di dosso. Guardò intorno a se quel paesaggio lunare, niente sembrava turbare la quiete del momento, ad eccezione di qualche verso di animale provenire da lontano. Arrivò davanti al cactus. Era sicuro del posto e della pianta, anche se era cresciuto notevolmente nel frattempo. Si guardò intorno ancora una volta e poi iniziò a scavare ai suoi piedi, proprio sotto la sua ombra. La pala affondava morbida nel terreno e il suo respiro profondo cadenzava ogni singola vangata. Avevano nascosto la borsa in profondità, per essere certi che nessuno la trovasse, quindi ci volle un pò prima di sentire con la punta della pala qualcosa. Si fermò per un istante, poi proseguì colpendo nuovamente qualcosa di duro nel terreno. Aveva trovato la borsa? Lasciò cadere la pala e tirò fuori dal taschino della giacca jeans la scatola di fiammiferi del market, si avvicinò alla buca e ne accese uno. Guardò, poi fece un balzo all'indietro, come se avesse visto il diavolo, facendo spegnere il fiammifero a terra. Rimase impietrito per qualche secondo senza sapere cosa fare. Tornò ad illuminare la buca con un nuovo fiammifero, che mostrò ad Abrams quello che non avrebbe mai pensato di trovare in quel luogo sperduto. Un teschio con il cranio sfondato e dei denti mancanti, affiorava dal terreno appena scavato. Riconobbe subito da quei denti che si trattava dello scheletro di suo padre, erano gli stessi denti che gli mancavano in vita. In seguito denunciò con una telefonata anonima il ritrovamento, per non passare ulteriori guai. La polizia si recò sul posto scavando per giorni nella zona, senza trovare altro. Il padre fu brutalmente ucciso in quel luogo, risultò dalle indagini, dopo essere stato condotto con le sue gambe nel deserto dal suo aguzzino. Quella stessa pala ammaccata che lo aveva riportato alla luce, gli aveva strappato la vita con un colpo alla testa, tanti anni prima.

Sotto l'ombra del cactusWhere stories live. Discover now