La scalata

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Le riprese di Space Valley si sono conlcuse, sei stanchissimo, vorresti solo rifugiarti nella camera affianco al salotto di casa tua, dove ogni giorno avvengono le riprese.

Nell'aria l'odore della crema Fluff alla fragola che ancora permanee, e la sua presenza al tuo fianco che ti scombussola. Siete entrambi seduti dietro lo stesso tavolo, eppure ti sembra che a te, Nelson, Cesare disti chilometri.

Chini la testa, ti fa male guardarlo. I tuoi occhi cadono sotto al tavolo, sulle ginocchia di Cesare. Pensi che siano splendide, perfette, due pomi di mele rotondi che combaciano con le sue lunghe gambe tornite in modo aggraziato, e virile al tempo stesso. 

Ed è lì che lo noti.

Ha un ginocchio sbucciato Cesare. Lo vedi, da sotto i suoi pantaloncini corti. Vedi una piccola macchia di sangue rappreso, che si protende verso l'estremità del bermuda, quasi sentisse la necessità di volerlo macchiare. Come se l'unico scopo per cui fosse uscita fosse quello di incontrarsi con la congiunzione mancante alla sua unione. 

Si tende, si estende fino alla sfinimento. Per arrivare, per raggiungere, per toccare. Vuole assaporare il gusto del pantalone, sentire il sapore che il desiderio porta con sé. Ma non ce la fa. Cede, da lontano guardi la sua inevitabile discesa verso l'infinito.

La guardi svolgersi in un rivolo rosso, che diventa traccia dal suo percorso e fine di ogni cosa. Segui il percorso al contrario.

Dal ginocchio parti, cammini tra le sue cosce e quella dolce peluria che sembra ricoprire tutto il corpo, arrivi al suo fianco a ti ci appoggi un secondo, con il fiatone. E' più difficile di quanto avessi pensato questa scalata. Fai un respiro profondo e riprendi a camminare.

Sei arrivato alla scapola, ti ci aggrappi come unica fonte di presa sicura al vuoto che corre e vola sotto ai tuoi piedi. Fai pressione sulle braccia e ti ritrovi accolto dentro a quella piccola concavità.

Profuma.

Ti senti avvolto dalla calma e dalla serenità.

Ma sai che non puoi fermarti ora, non posso fermarmi, pensi tu Nelson. Il tuo arrivo sembra così vicino da quasi poterlo assaporare. Ti muovi sulla spalla, non hai più appigli a cui aggrapparti, non sai come arrivare fin lassù.

E forse non ci vuoi proprio arrivare alla fine, ti spaventa l'espressione che la soddisfazione potrebbe avere, e se mi avesse notato, continui a chiederti. Se avesse notato come mi si spezza il respiro quando lo guardo.

Ti vorresti sedere e basta. La testa ha preso a girarti terribilmente, e non sai come calmarti. E allora lo fai. Ti siedi un secondo sulla sua spalla, e prendi il respiro.

La goccia di sangue che intanto indisturbata continua il suo percorso.

La guardi dall'alto, sembra così piccola, pensi che devi essere più veloce di lei, che ti resta poco tempo.

L'aria a quelle alture, tende a farsi rarefatta, non sai più come incamerare ossigeno senza farti prendere dal panico. Ti alzi, le gambe che sembrano voler cedere sotto al peso del tempo che titano scorre, che stai perdendo.

Arrivi all'estremità della spalla, ti giri e prendi la rincorsa.

La goccia che ormai è quasi arrivata alla caviglia.

Corri a perdifiato. E fai un salto.

E' quasi arrivata al calzetto.

Ti aggrappi al lobo del suo orecchio sinistro e sei sul suo zigomo sinistro.

Ormai ha macchiato l'elastico dei calzetti.

Cammini cauto e veloce sul suo prolabio e siedi tra le sue labbra.

Tiri un sospiro di beatitudine. Ce l'hai fatta.

E lui non si è accorto di nulla, indisturbato aveva lo sguardo rivolto altrove, più lontano da te di quanto non lo fosse fisicamente. Riprendi più veloce che puoi il pezzo di cuore, che tranquillo gli avevi posato tra le labbra e che lui inavvertitamente stava per respirare. Un lampo di desiderio ti attraversa l'anima al suo respiro, così rapidamente che pensi non sia nemmeno reale.

Non sarà mai pronto per respirarmi, pensi.

Lui non ti sta guardando, non ha visto niente.

Ti alzi, non guardi nessuno in facci, hai il timore che possano leggere il profondo e intimo desiderio che ora hai dipinto tra le rughe della tua fronte aggrottata. 

Entri in camera tua, chiudi la porta. Silenziosamente ti stendi sul letto. Le lacrime che solitarie scendono già sulle tue guance calde. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 28, 2020 ⏰

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