CAPITOLO 8

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《No!No!No! Vi supplico sire non costringermi a sposare quest'uomo》il volto di Aleta tradiva la paura che aveva nel cuore.
《E voi, che cosa avete da dire?》chiese il re rivolgendosi a Jaime.
《Quanto al mantenimento della mia sposa, sire, la mia signora non porta forse con sé una ricca dote? In qualità di suo consorte è mio diritto amministratore quella dote come meglio ritengo opportuno, vi garantisco che non le mancherà nulla fino a quando sarà sotto la mia protezione.》
Antonio trattenne un sorriso, ammirava Jaime Mortimer ogni minuto in più. Lanciò un'occhiata a lady Aleta, la sua bellezza era leggendaria, ma il suo caratterino a renderla veramente memorabile.
《Poiché la chiesa si è pronunciata acconsentirò alla vostra richiesta, Jaime Mortimer.》Evan Grey aprì la bocca per protestare, ma il re lo zittì subito con un cenno della mano.
《Allora ho una preghiera da rivolgervi, sire. Indagate sulle accuse avanzate contro mio padre 13 anni fa. La mia richiesta è fondata chiedete a padre Lionel ciò che sa, mio padre era un uomo rispettato da tutti e non avrebbe mai tradito il suo re. Molti dei suoi amici sono ancora vivi, interrogateli e forse saprete la verità su questa vicenda.》Antonio si sfregò il mento, pensieroso 《D'accordo lo farò e auguriamoci che la verità divina abbia a prevalere. Ma nel frattempo c'è un matrimonio da celebrare. Siete pronto, padre?《Si》《No! Conosco bene il maniero dove volete farci vivere ed è poco più che abitabile. Vi supplico sire rimandate il matrimonio fino a quel momento》protestò Aleta 《Mia moglie verrà con me a Criccieth, in questi anni ho reso piuttosto confortevole il torrione e la mia sposa non dovrà patire inutili privazioni a causa del suo stato. Inoltre non intendo occupare nessun maniero che non sia appartenuto ai miei e comunque non prima di essere stato reintegrato nel mio diritto di nascita, fino a quando mio padre non verrà riabilitato e io non sarò rientrato in possesso del titolo e delle tenute dei Mortimer, la mia dimora sarà il castello di Criccieth e lo stesso vale per la mia sposa》obbiettò Jaime. Antonio era sempre più affascinato del ragazzo che aveva di fronte, erano entrambi uomini impavidi e decisi a essere padroni del loro destino. Il sovrano aveva solo un'altra domanda da fare a Jaime 《Desiderate cambiare i vostri abiti con qualcosa di più consono all'occasione, prima della cerimonia?》《No, sire desidero ricordare ai presenti che l'abito non fa il monaco, rimango pur sempre il figlio di un conte》《Come desiderate, potete dare inizio alla cerimonia,padre》.
Jaime sorrise, un sorriso che alterò il suo volto tetro, facendo apparire molto più giovane dei suoi 28 anni.
Jaime afferro Aleta per il gomito la trascinò vero l'altare《Siamo pronti,sire》.

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