4. Segreti.

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#Harry#

In quei giorni cercavo di non pensare alla mia ultima constatazione. Era un periodo complicato e questua era soltanto una sensazione. Sbagliata, continuavo a ripetermi. Ma non riuscivo a convincermi completamente e in ogni momento libero la mia mente andava a quei pensieri. Nonostante avessi preoccupazioni assai peggiori.
《 Harry? 》mi chiamò Sirius.《 Mi stai ascoltando? 》
《 Che? 》chiesi, riportato così bruscamente alla realtà.《 Oh, si si. 》
《 Lo so che tutta questa storia è una rogna 》borbottò lui.《 Ma non ci pensare, davvero, non possono fare nulla. 》
Magari pensassi a quello, pensai. I miei pensieri erano oggettivamente meno rilevanti e più idioti ma decisamente più presenti nella mia mente.
《 Perché a cosa pensi? 》chiese, con un certo divertimento, Sirius. Oh, mi sa che non l'ho solo pensato.
《 Niente 》mi affrettai a dire, ma sapevo che Sirius non si sarebbe arreso così facilmente. Proprio come... No, Harry madonna concentrati.
《 Eh, no ora devi dirmelo. 》continuò di fatto lui.
《 Oddio Sirius, non ricominciare ti prego. 》risi. Sapeva essere assillante in maniera impressionante quando ci si metteva.
《 Lo sai che ti renderò la vita un inferno se non me lo dici... 》disse calmo con voce innocente.
《 Non stavamo parlando che potrei essere espulso? 》ribbattei io.《 In tal caso posso rimanere da te, vero? 》
Ci avevo anche pensato seriamente, in realtà. Teoricamente non avevano un motivo per espellermi, ma nemmeno i Dissennatori avrebbero dovuto attaccarmi, teoricamente.
《 Harry. 》disse Sirius.《 Non possono espellerti, capito? 》
《 Si, lo so, 》acconsentii.《 Possiamo smettere di parlare dell'udienza? 》
Avevo tirato di nuovo in ballo quella questione per distrarre Sirius da i miei "altri pensieri", ma non ero per niente voglioso di continuare a parlarne.
Parlammo di cose molto più leggere e piacevoli. Poi l'argomento finì sui Gufo. Sirius gli raccontò che lui andò bene in tutti i suoi esami, tranne Storia della Magia.《 Niente pressioni, s'intende. 》borbottò, prendendo un'altra generosa sorsata dalla sua burrobirra.《 Tanto tu non avrai problemi, immagino. 》Sirius aveva preso quell'aria malinconica che io associavo ad Azkaban, ma era strano, perché adesso non stavano parlando di quello.
《 E a papà come sono andati? 》chiesi. Sapevo che quello l'avrebbe tirato un po' su. Lo sapevo perché una volta Sirius mi disse che quando era triste, o depresso o qualcosa del genere, pensava a papà, e tutto gli passava. E inoltre sapevo che lui voleva che si rimediasse quella situazione in cui eravamo cascati. Io che non gli rivolgevo più la parola e lui che ogni volta che cercava di parlarmi faceva più danni che altro.
Proprio l'altro giorno, papà era venuto in camera mia, con l'intento di riconciliarsi. L'intento, solo quello aveva.

__

Ero comodamente sdraiato nella camera mia, e di Ron e Neville, ma con noi c'erano anche Hermione e Ginny.
《 Ragazzi io ho fame. 》disse Ron.
《 Direi che non è una novità. 》disse Ginny, facendo ridere Hermione.
Io continuavo a ascoltarli fissando fuori dalla finestra, sovrappensiero. Mi faceva bene stare con loro, sentirli parlare, ridere, litigare, senza mai entrare troppo dentro le conversazioni.
In quel momento un gufo entrò dalla finestra aperta. Tutti si girarono a guardarlo. Io non lo avevo mai visto. 《 Di chi è? 》chiese Neville.
《 Penso sia mio. 》disse Ginny.
《 Ma non è nostro! 》protestò Ron.
《 Ho detto mio, non nostro. 》disse la rossa, mentre slegava la lettera dalla zampetta del gufo.
Ron guardò interrogativo tutti, e io non riuscii a trattenere una risata.
《 Che ti ridi? 》chiese Ron.
《 Sei te 》risposi.《 Magari è qualcuno che scrive a Ginny, no? 》
Io dicendo così pensavo ad amici e amiche, visto che Ginny era abbastanza popolare.
《 Uh, chi è? 》chiese Hermione con uno strano interesse, e fu allora che pensai che potesse essere anche qualcuno che non scriveva da amico. Il pensiero mi diede inspiegabilmente fastidio.
《 Solo Michael Corner. 》rispose Ginny, lasciando il gufo e facendolo ripartire dama finestra. Non lo volevo ammettere, ma sapevo da cosa derivava quello strano e improvviso odio che mi invase, eccome se lo sapevo. Tentai comunque di non farci caso. A quel punto, Sirius entrò nella stanza.
《 Harry puoi venire un attimo? 》 Modificai velocemente la mia espressione riportandola all'indifferenza, e seguii Sirius.
《 Di cosa hai bisogno? 》chiesi, ringraziandolo mentalmente per avermi portato via di lì. Sirius molte volte mi chiamava per aiutarlo a fare ogni genere di cose. Era più abile di me, naturalmente, per gli incantesimi, ma peccava nella pozioni e nella parte teorica, perciò capitava che lo aiutassi a svolgere vari compiti. Dagli incarichi burocratici che gli assegnavano in ufficio (evitavo di pensare che alcuni erano anche da parte di mio padre) ad aiutarlo a spiegare a Markus un qualsiasi argomento di Storia della Magia. Non che io amassi particolarmente Storia della Magia, ma la studiavo comunque, a differenza del mio padrino.
《 Stavolta non c'entro io. 》disse soltanto, prima di aprire la porta del soggiorno. Una volta guardato dentro capii cosa intendeva, e per un momento - vedendo mio padre davanti a me, in piedi e con le mani nella
tasche - considerai l'idea di andarmene senza dire altro. Poi mi dissi che almeno un opportunità dovevo dargliela. Entrai e vidi che mio padre sospirava di sollievo: fui contento di non essermene andato, perché capii che era proprio quello che pensava che io facessi. Volevo fargli capire quanto poco mi conoscesse.
《 Ciao. 》dissi.
《 Ciao, 》mi rispose.《 Ci sediamo? 》 Io mi sedetti senza dire altro, e così fece lui.
《 Non sono venuto per convincerti a tornare indietro. 》iniziò. Ne fui felice, perché così mi risparmiava il disagio di rifiutare. Annuii.
《 Ci siamo già messi d'accordo con Sirius, resterai qua fino a che non tornerai a scuola. Saranno i Black a portarti all'udienza, ma noi saremo là ad aspettarti. Anche Mary resterà qui, ma non possiamo fare lo stesso con Kat, è troppo piccola. 》
Era palese a kilometri di distanza che quel discorso non era suo, mamma glielo aveva scritto e lui stava recitando la sua parte come lei gli aveva detto.
《 Papà lascia stare quello che ti ha detto mamma di dire e dimmi quello che vuoi te. 》dissi, cercando veramente di metterlo a suo agio. In realtà non appariva nemmeno agitato, erano rare le volte in cui James Potter era a disagio, ma la verità era che mi sentivo un po' in colpa per come li avevo trattati.
《 Sembrerà impossibile, ma il discorso di mamma era diverso, l'ho modificato perché non era per niente nel mio stile. 》
Mio malgrado sorrisi leggermente.《 Allora era solo questo che volevi dirmi? 》chiesi. Io, anche se stavo iniziando a capire che forse avevo esagerato un po', pretendevo ugualmente delle scuse.
Certo che no. 》disse, sapendo dove stavo andando a parare.《 Se devo parlare con parole mie, 》 io annuii.《 forse dovresti abbassare la cresta. 》
Rimasi un attimo interdetto. Sul serio? Ed io che mi aspettavo delle scuse! 《 Scusa? 》domandai.
《 Non sei te che comandi. 》disse lui.
《 Non ti riportiamo a casa perché abbiamo capito la situazione e i nostri errori, ma ciò non ti autorizza a mancarci di rispetto. 》dirlo sembrava costargli fatica, ma non diminuiva certamente il mio sconcerto.《 Siamo sempre i tuoi genitori, abbiamo fatto tanto per te, più di quanto credi. E questo è il tuo ringraziamento? 》
《 Si ma io non ve l'ho chiesto, di fare tutte quelle cose. 》dissi.《 Quindi non potete farmi sentire in debito per delle cose che io non volevo, almeno non direttamente. 》continuai, pacato ma deciso. Papà continuava a guardarmi serio, come se credesse che così sarei crollato da un momento all'altro. Ma non successe. Mi alzai e me ne andai. Sbattendomi la porta alle spalle.

𝓔 𝓽𝓾𝓽𝓽𝓪 𝓾𝓷'𝓪𝓵𝓽𝓻𝓪 𝓼𝓽𝓸𝓻𝓲𝓪 ~ 𝓥𝓸𝓵𝓾𝓶𝓮 𝓭𝓾𝓮.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora