32 - Liam

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Seguo Ginevra nella stanza e rimango basito per un attimo; quando mi ha parlato di una sala cinema pensavo ad un posto con un divano e un'enorme TV, non a questo.

È gigante, con il pavimento e le pareti di un blu molto scuro. Ci sono quattro gradinate e, su ognuna, sono posizionate due poltrone delle dimensioni di un letto singolo. Al centro del soffitto c'è un proiettore e, sulla parete di fronte a noi, uno schermo di dimensioni esagerate.

Gin prende un telecomando da un tavolino in mezzo alle prima due poltrone e comincia a sfogliare il catalogo dei film. Optiamo per Mad Max: Fury Road e mi siedo su una poltrona con la gambe divaricate, invitando Gin a sedersi in mezzo. All'inizio sembra combattuta, poi cede e si posiziona di fronte a me appoggiando la schiena al mio petto.

Non riesco a concentrarmi molto sul film, con Ginevra addosso a me così. Da questa posizione riesco a sfiorarle il collo con la bocca e a vedere dentro la scollatura della canottiera. Prima che scorrano i titoli di coda sento il suo respiro cambiare e capisco che si è addormentata. Mi allungo a prendere il telecomando per spegnere il proiettore, poi mi alzo dalla poltrona stando attento a non svegliarla. La sollevo con delicatezza ed esco dalla sala cinema per portarla in camera.

Sto per salire la scalinata di fronte all'ingresso quando sento una voce alle mie spalle.

<<Quindi ti ha perdonato?>> il tono freddo di Alex mi fa rabbrividire per un attimo, poi mi giro verso di lui.

<<Sì, non che ci fosse qualcosa da perdonare...>> mi limito a rispondergli, non so che cosa dire.

<<Che intenzioni hai... con lei?>> mi chiede e indica Gin addormentata tra le mia braccia.

<<Alex, senti...>>

<<Rispondimi, Liam. Era a pezzi dopo quella sera e ho bisogno di sapere che non la ferirai mai più in quel modo. Ne abbiamo passate tante, e tu lo sai; non sopporto più di vederla così, non ce la faccio>> a quell'ultima frase gli si incrina la voce e mi fa sentire ancora più in colpa di prima.

<<Sono innamorato di lei. È così, Alex. La amo davvero. E non posso prometterti che non litigheremo più, che non mi incazzerò più con lei perché a volte ce la mette davvero tutta per farmi saltare i nervi, però la amo e non voglio starle lontano>> queste parole mi escono tutte d'un fiato, dal profondo del mio subconscio. Non le avevo preparate, non sapevo neanche di pensarle finché non mi sono sentito mentre le pronunciavo.

<<D'accordo ma... se le fai ancora una cosa così...>>

<<Lo so>> taglio corto. Sono consapevole di quanto siano legati lui e Ginevra e, francamente, la cosa non gioca a mio favore in questo momento.

Arrivo in camera e abbasso la maniglia con un gomito, poi entro e deposito Gin sul letto. Le sfilo le scarpe e i jeans e le lascio addosso solo la t-shirt. Mi prendo qualche minuto per guardarla; le lunghe gambe abbronzate leggermente piegate di lato mi spingono ad avvicinarmi per sfiorarle la scritta che fa il giro della coscia. I lunghi capelli sono sparpagliati sul cuscino e le incorniciano il viso come un'aureola. Le labbra carnose sono leggermente schiuse ed emettono un leggero sospiro. Non resisto: mi chino e gliele bacio piano, gustandomi il loro meraviglioso sapore.

<<Ti amo>> sussurro, poi mi stacco da lei.

Mi spoglio e, rimasto in boxer, mi stendo sul fianco dietro Gin, la stringo al petto e mi addormento con i suoi capelli che mi solleticano la guancia.

Mi sveglio di soprassalto quando sento Ginevra agitarsi nel sonno. Mi tiro su a sedere e la guardo; rimane immobile per un attimo, poi ricomincia a muoversi a scatti. Gira la testa da una parte all'altra e stringe le lenzuola tra i pugni.

Naked FeelingsWhere stories live. Discover now