CAPITOLO XVII

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ABEL & HNOSS

Io e Savannah entriamo nel Salone, gigantesca quanto un parco, dove le persone stanno cenando.
Ci dirigiamo verso un tavolo, rimango a tavola solo con lei fino a quando non arrivano anche Elys e un altro ragazzo.

"Ciao Savannah. Ciao Luke!"
sorride cordialmente Elys, mentre il ragazzo accanto non dice nulla.
Sarà timido.

È un ragazzo abbastanza magro, con i capelli blu notte, ed occhi grigi blu.

È un ragazzo abbastanza magro, con i capelli blu notte, ed occhi grigi blu

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Savannah sorride sia a Elys che al ragazzo.

"Ehi, Elys! Tutto bene?
Ciao piacere... sono Luke!"
sorrido mentre lui inizia a disegnare nell'aria il suo nome, e con il suo soffio delle sue labbra, sento l'eco della sua voce armoniosa entrare nelle mie orecchie.

Abel è il suo nome.

"È il suo modo di comunicare. Non si è mai espresso a parole..."
spiega Savannah mentre procede con un altro dettaglio importante

"...e disegna divinamente. Tutto ciò che fa con quella matita, che vedi, prende poi forma."
conclude Savannah, mentre rimango allibito da questo potere così straordinario.

Faccio i complimenti ad Abel, che risponde con un sorriso compiaciuto.

Una volta che sono seduti a tavola, volto lo sguardo verso la parte rimanente della stanza e noto tantissime persone di etnie e aspetti diversi, ma la persona che mi colpisce di più è una ragazza, armata di lancia e scudo: è bellissima.

"Chi è quella ragazza che è in mezzo a quel tavolo?"
chiedo ai ragazzi mentre indico con il dito il tavolo a sud-ovest della stanza.

"Quella è Hnoss, figlia di Freya e Óðr, la si definisce la più bella tra le Valchirie, considerate come servitrici di Odino. Il suo nome significa gioiello."
risponde Elys.

Inizio ad osservarne la bellezza, i movimenti e le espressioni

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Inizio ad osservarne la bellezza, i movimenti e le espressioni.

"Ma le Valchirie, non dovrebbero essere pericolose e brutte? Sui libri di storia si presentavano come esseri che decidevano le sorti dell'uomo, no?"
chiedo mentre vedo lei battere i pugni sul tavolo ridendo sguaiatamente.

"Dopo aver scelto i caduti in battaglia, le Valchirie portano una parte di essi come loro prescelti al Valhalla nella Sala dell'aldilà dei guerrieri governata da Odino, dove attualmente risediamo noi, e la restante parte al campo Fólkvangr, presieduto dalla dea Freya..."

interviene Savannah, mentre mi vengono i flash delle persone che giocavano a Beach Volley nel paradiso di Freya.

Penso tra me e me ricordando di aver lasciato i miei amici, in vita.

"...lì, i guerrieri diventano Einherjar; quando essi non si stanno preparando alla grande battaglia finale di Ragnarok, dove combatteranno insieme ad Odino, le Valchirie portano loro dell'idromele, la bevanda degli Dèi."

annuisco, mentre vengono altri pensieri che discostano dalla sua spiegazione.

< Pensi bene. Ti chiederai come sia possibile che nessuna Valchiria ci abbia accolti in questo fatidico mondo, e di come ancora nessuno abbia investigato su questa cosa. >

Abel, mi aveva parlato con la sua voce melodiosa nell'aria.

"Tutto mi sembra così strano. Considerando la profezia che so."

non mi rendo conto di aver parlato ad alta voce, e gli altri mi guardano perplessi.

A questo punto vi chiederete, cari lettori, se ho trovato una scusa per cambiare discorso...
...e invece perché sono annoiato, inizio a spiegare tutta la storia fino ad arrivare alla mia morte celebrativa.

Evito nel racconto, le interazioni con l'altro me stesso, perché altrimenti altro che psichiatria.

Gli altri mi guardano con interesse.

< Cavolo amico,
sei proprio ingarbugliato >
dice Abel.

"Interessante... Molto interessante.
A questo punto mi viene una domanda da porti."
chiede lei con curiosità, mentre annuisco.

"Pensi che noi tre potremmo essere questi Cavalieri?"

annuisco spiegando come nessuno abbia l'intenzione di investigare e rivelare la loro identità.

"...io ancora non so che ruolo abbia in tutta questa faccenda!"
dico esasperato.

Il mio ruolo deve essere fondamentale e gratificante, altrimenti sono morto per niente.

"A questo punto l'unico modo per confermare o ribaltare la situazione è quello di trovare i nostri documenti."
conclude Elys.

Annuiamo tutti quanti.

Mentre conversiamo del più e del meno, Hnoss con altre compare fanno cadere il silenzio nella stanza.

"Benvenuti a tutti i morti che hanno raggiunto il VALHALLA!"
urla mentre i guerrieri con il loro calice di idromele, battono contro il tavolo.

"Non pensiate che questa sia la vostra meta, perché non lo è! Per i nuovi iniziati, che sono presenti qui al Salone, occorrerà presentarsi al cospetto di Odino, rivelare la vostra identità e aspettare il suo giudizio Universale!"

schiamazzi da ogni parte. Prendono seriamente questa cosa.

"Per quelli che oggi non ci hanno raggiunti e per quelli che non saranno degni di portare il nome di Odino andranno direttamente ad Hel, oggi stesso, con solo un biglietto di andata!"
ringhia facendo urlare di più la gente nel Salone.

"Se davvero è una servitrice di Odino, sa cosa è successo ad Hel e al suo Regno, perché omettere?"

< Per non spaventare i suoi ospiti. Pensa se scoprissero che i Regni non sono più al sicuro, tutti avrebbero paura di affrontare il Ragnarok. >
mi risponde Abel.

"Diamo tutti, a questo punto, il benvenuto al nostro Signore.
Odino!"

e tutti si alzano per urlare il suo nome, mentre dei gufi arrivano da fuori.

ECCO A VOI IL MIO DICIASSETTESIMO CAPITOLO.
SPERO VI SIA PIACIUTO, E NEL CASO LO FOSSE, SUPPORTATEMI METTENDO L'OPERA TRA I VOSTRI PREFERITI.
INOLTRE, FATEMI SAPERE QUALE PARTE DEL CAPITOLO VI È PIACIUTA DI PIÙ.

ALLA PROSSIMA.

Apollo.

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⏰ Last updated: Jan 21, 2023 ⏰

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