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È da quasi due ore che Niccolò gira per Trastevere alla ricerca del locale di cui parlavano quei ragazzi al bar, senza nessun risultato.

Sbuffa, sedendosi su un muretto e accendendo l'ennesima sigaretta della giornata. Sa perfettamente che nella sua condizione di salute è sconsigliato fumare, ma quando è nervoso è l'unica cosa che – forse – riesce a calmarlo un po'.

Alza lo sguardo verso il cielo nuvoloso che sembra annunciare neve.

L'ultima volta che l'ha vista è stato in montagna, un paio d'anni fa, e un po' gli manca, così come sente la mancanza della sensazione di libertà, scomparsa ormai da tempo.

Sospira e spegne la sigaretta prima di scendere dal muretto, quando un ragazzo dai capelli tinti attira la sua attenzione: sta procedendo a passo spedito verso un locale e lo segue con lo sguardo finchè non raggiunge la sua meta.

In quel momento gli si blocca il respiro. Il ragazzo corre ad abbracciare il rosso, quello del bar di stamattina; vede quest'ultimo sorridere e passare rapidamente il braccio sulla schiena del biondo tinto.

Alla fine l'ha trovato. L'ha cercato per ore e se l'è ritrovato davanti quando ormai aveva perso le speranze.

Niccolò vorrebbe avvicinarsi ma ha troppa paura di fare una figuraccia o di dire qualcosa di sbagliato, per cui rimane fermo nel punto in cui si ritrova, continuando ad alternare lo sguardo tra le sue scarpe e il gruppo di amici poco distante da lui.

Si ritrova a pensare al fatto che sembrano molto uniti e a quanto vorrebbe anche lui un'amicizia così: sincera, vera, senza prese per il culo e senza nessuno che gli dica "ti sto vicino perché devo".

Sa bene da sé che capirlo è difficile, così come è difficile stargli accanto soprattutto nelle giornate no, eppure non ha ancora trovato nessuno.

Fa questi ragionamenti a testa bassa, finchè un paio di Vans ferme di fronte a lui non attirano la sua attenzione, così alza lentamente il capo, trovando il sorriso sincero del ragazzo dai capelli rossi.

«Mi sembrava di averti riconosciuto.» gli dice. «Anche tu qui?»

«Non avevo voglia di stare a casa e sono uscito a fare due passi.» risponde scrollando le spalle.

«Da solo?» chiede di nuovo.

«Nessuno voleva venire con me.» ammette, dicendo una mezza verità.

La realtà è che gli altri gli hanno chiesto di fare qualcosa, di aggiungersi a loro, ma Niccolò in tutta risposta ha detto di non stare poi così bene e che non se la sentiva di uscire.

«Se vuoi io sto a quel tavolo laggiù con degli amici. Vuoi venire?»

"Lo so dove sei seduto." vorrebbe dirgli. "È tutta la sera che ti cerco."

«Non voglio disturbare.» dice, abbassando di nuovo lo sguardo.

«Ma che disturbo e disturbo. Già stamattina volevo chiederti di venire, sinceramente, e non so cosa mi abbia bloccato.» ammette.

Niccolò alza leggermente lo sguardo, incontrando quello sincero dell'altro.

«Sono Martino, comunque.» dice poi, allungando la mano.

«Niccolò.» risponde lui, stringendola.

«Dai vieni, così ti presento gli altri.» gli dice, facendo segno di seguirlo.

Gli si mette di fianco trattenendo un sorriso.

«Ragazzi vi presento Niccolò.» esordisce, sedendosi al suo posto, prendendo poi una sedia e facendogli segno di sedersi di fianco a lui.

Vapor // RamesWhere stories live. Discover now