▶️Blackbear, Hot girl bummer
Adone
Sono un cretino e non è da me ammetterlo, perché per un dio come me sarebbe quasi surreale una situazione del genere. Ma sembro perfino ridicolo e dissennato in questo momento, e sono davvero tentato di fare marcia indietro e andare a portare sfiga a circa cento studenti a caso, a costo di non stare qui ad osservare Nikita mentre elemosina attenzioni da parte di Dick Simpson.
Non riesco a comprendere come faccia a piacerle un tizio con un nome simile e che, tra le altre cose, è totalmente disinteressato a lei; a dire il vero adesso inizio ad avere qualche dubbio. Vederla mentre abbassa la testa ogni volta che lui smonta ogni sua battuta, idea o discorso, è più fastidioso dei serpenti di Medusa che ti solleticano il naso mentre le parli.
Scommetto che anche a Medusa piacerebbero i capelli di Nikita; forse proverebbe perfino un po' d'invidia.
«Stai spiando la mia amica?», chiede una voce femminile alle mie spalle.
Non fingo nemmeno che non sia così, quindi mi giro e dico: «E quindi?».
Cleo alza un sopracciglio e guarda Nikita, poi di nuovo me. «Sei inquietante, lo sai?».
«E tu non dovresti, che ne so, impedirle di soffrire? Non è quello che fanno le amiche? Non che io abbia avuto troppi amici stretti o troppa esperienza in questo campo, ma Freddie cerca sempre di evitare che io finisca nei guai», le dico appoggiandomi con la spalla all'armadietto.
«Gliel'ho già detto, ma non ascolta. Cosa dovrei fare? Alcune volte non puoi impedire alle persone di non soffrire, se sono le prime a permettere agli altri di farle stare male», la sincerità che percepisco nelle sue parole mi porta a rivalutarla per un attimo. Non vorrei essere quel tipo di persona, che giudica e si basa sulle apparenze, ma per quanto loro due siano migliori amiche, non penso siano davvero così... in sintonia. Dov'è la complicità?
«Hai provato ad incatenarla?», le chiedo e la vedo spalancare gli occhi scuri, incredula.
«Scherzi?».
«No. Freddie una volta mi ha abbandonato su un'isola con le mani e i piedi incatenati, peccato non sia servito a nulla, ma ho apprezzato il suo sforzo», mi stringo nelle spalle.
«Aspetta, cosa?», grida facendo un passo verso di me, per poi sibilare: «Lo sai che è un crimine?».
«È vera amicizia», la correggo.
«No, cazzo!», continua a sbraitare. Un ragazzo si ferma nel corridoio e ci fissa stordito mentre stringe la cinghia del suo zaino.
«Le tue gambe hanno per caso smesso di funzionare?», gli chiedo fulminandolo con lo sguardo.
«N-no», risponde balbettando.
«E allora perché sei ancora qui?», mi stacco dall'armadietto e faccio per andare verso di lui, ma il ragazzo si rimette in marcia, e anche di fretta.
«Adone», Cleo pronuncia il mio nome allo stesso modo in cui lo fa Freddie quando deve rimproverarmi.
«Tienilo per te, ti prego», le dico, quasi provando a mettermi sulla difensiva.
Lei appare leggermente confusa, come se l'avessi colta di sorpresa. «Non vuoi sentire quello che ho da dire?», domanda.
«No, per niente. Non mi servono i tuoi rimproveri», rispondo.
«Magari non era proprio un rimprovero», alza gli occhi al cielo, poi si tocca le punte dei capelli tinte di rosa.
«Ti prego, ho una certa esperienza che tu sicuramente non avrai nemmeno fra cento anni», dico ridendo. Lei fa per protestare, ma aggiungo: «Ah, giusto. Sarai già morta».

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C'era una volta una sfigata
RomanceNikita Hillman mai avrebbe pensato che, in un momento d'ira e dopo l'ennesimo evento infelice, avrebbe davvero invocato sulla terra il Dio della sfiga soltanto per prenderlo a pugni in faccia. Infatti, le si presenta davanti alla porta in carne e os...