CAPITOLO 16

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Non so dove mi trovo esattamente. Intorno a me è tutto buio, l'unica cosa che riesco ad individuare è un ombra di una persona in lontananza. Ho le mani legate dietro la schiena e sono sola. Capisco di essere in uno spiazzo abbandonato, forse di qualche palazzo mai finito. Intorno a me non c'è niente, solo una piccola luce che mi ha fatto notare l'ombra. Ho paura, mi sembra un incubo, non voglio che accada di nuovo. Non so cosa fare, non so dove sono e sono da sola, nessuno mi verrà ad aiutare. Chiunque sia qui con me, non è più dove l'ho visto la prima volta e questo mi terrorizza. Sento dei passi, ma non so con esattezza da dove provengano. Prego per la mia vita, prego per mio fratello Joshua, che non soffra tanto per la mia perdita. Sappi che ti ho sempre voluto bene.
Questo è il mio ultimo pensiero prima che una voce mi dica:

«Adesso iniziamo a giocare»


Mi sveglio di soppiatto, era solo un fottuto incubo mi ripeto in testa. Sto tremando, lo noto quando mi muovo per andare ad accendere la lampada sul comodino. Faccio fatica ad accenderla, per via del tremolio delle mani. Come la luce illumina un minimo la stanza, controllo di essere in camera mia e non in quel posto buio. Sapere di essere nel mio letto, fa calmare i battiti del mio cuore che sono a mille. Mi alzo dal letto e anche se dolorante, mi rifugio velocemente in bagno. Appoggio la schiena alla porta, prima di portare la mia figura di fronte allo specchio. Quando lo faccio, prendo paura. I capelli, sono tutti arruffati per via del sudore che traspare anche sulla mia pelle. Come se avessi fatto a botte con qualcuno. Il mio viso è teso e sotto gli occhi si stanno formando delle piccole occhiaie. Segno che quell'incubo non mi ha fatto e non mi farà dormire per niente questa notte. Mi risciacquo la faccia con un pò d'acqua fredda, giusto per riprendermi un po'. Non voglio tornare a dormire o l'incubo ritornerà. Sinceramente non so cosa fare, al pensiero di tornare nel letto mi vengono i brividi di freddo. L'unica soluzione è fare come facevo da piccola quando avevo gli incubi. Intrufolarsi nel letto di mio fratello. Con passo lento e il corpo sull'attenti, mi dirigo verso camera di Joshua. Mi auguro che non si sia portato a casa nessuna ragazza, perché se no non saprei cosa fare. Apro la porta piano, per mia fortuna è solo, cosi mi avvicino al letto, tiro giù le coperte e mi ci distendo sopra. Quando sto per coprirmi, qualcuno mi anticipa e so che il piano di non svegliarlo è andato a puttane.

«Tutto bene?» Mi dice con la voce impastata dal sonno.

«Si, ho avuto solo un incubo. Torna a dormire» lo rassicuro. So che non mi crede al 100%, saremmo gemelli per qualcosa, ma per il momento non mi fa domande. Lo ringrazio mentalmente, prima di chiudere gli occhi, confortata dal suo dolce abbraccio.
Non so che ore siano quando Joshua mi sveglia, con la sua impeccabile goffaggine.

«Buongiorno» sussurro sbadigliando.

«Giorno, scusa se ti ho svegliato»

«Tranquillo. Che ore sono?»

«Le undici»

«Cazzo» mi rotolo sul letto.

«Vuoi parlarmi di cosa hai sognato ieri sera?» Si siede vicino a me.

«Niente di che, non me lo ricordo nemmeno»mento.

«Farò finta di crederti, ma sappi che non è così. Quando vorrai parlarmene sarò qui, va bene?» Annuisco

«Adesso alziamoci, che sto morendo di fame»rido, mentre lo seguo in cucina con la mia modesta lentezza.

Per la prima volta dopo tre giorni, trovo mia madre in cucina. Non ci rivolgiamo la parola, da quando i miei fratelli mi hanno tirato fuori dalla centrale. Non so dirvi se mi manca parlare con lei, ma posso dirvi che sento la mancanza del poco amore materno che mi dava.Troviamo già tutto pronto e J notando il mio imbarazzo, prepara un piatto per me e me lo porge. Lo ringrazio, prima di dirigermi sul tavolo situato fuori. Abbiamo un piccolo balcone, fatto in legno e ogni tanto mi piace mangiare sul tavolo che abbiamo lì. Oggi è una bella giornata di sole, sarebbe il massimo prendere un pò di sole e forse lo farò. Non andrò in spiaggia, non sono ancora pronta a farmi vedere piena di lividi. Comunque posso sempre usare il lettino che abbiamo qua fuori. Poco dopo mi raggiunge J e iniziamo a mangiare, nel silenzio più assoluto. Gli unici rumori che accompagnano il nostro silenzio sono le onde del mare. Ma come sapete la quiete dura poco, perché un messaggio sul mio cellulare interrompe tutto.

Real love?Where stories live. Discover now