•due•🌼

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-hey hyung!- mi sedetti accanto a lui e posai sul tavolo il succo e il pacchetto di patatine. Nonostante una parte di me sperasse di rivederlo, rimasi davvero sorpreso nel trovarlo seduto allo stesso tavolo del giorno precedente.
-hey, sembri così felice- appoggiò il suo cappuccino.
-certo che si- scossi il pacchetto davanti ai suoi occhi e poi lo aprì.
-non so quanto bene ti facciano- io lo fulminai con lo sguardo, poi tornai a mangiare in silenzio.
-vuoi andare a fare un giro? Mi annoio a stare qua seduto- lui annuì ed entrambi ci alzammo.

-di dove sei?- gli chiesi mentre camminavamo uno accanto all'altro.
-Jilin, in Cina, mi sono trasferito qua circa un mese fa-
-perché?-
-mio padre è un imprenditore, la sua azienda si sta espandendo e ha fatto una sede anche qua a Seul, e ha messo me a capo- lo guardai sorpreso.
-woah, sei ricco?- lui rise e annuì.
-beato te, vorrei essere anche io ricco- borbottai calciando qualche sassolino.
-potresti perfettamente diventarlo, che lavoro ti piacerebbe fare?- io alzai lo sguardo verso il cielo, come se le prime stelle che stavano apparendo mi potessero dare una risposta.
-non lo so... non ho nessuna passione ne talento, quindi penso che farò l'impiegato per qualche azienda- alzai le spalle.
-mh, penso che tu debba impegnarti nel trovarlo, un talento, tutti ne abbiamo uno, magari il tuo non ha ancora avuto occasione di uscire allo scoperto, o semplicemente non ci hai mai fatto caso- si portò una mano in tasca e prese un pacchetto nero, poi tirò fuori una sigaretta.
-uhm... e il tuo talento qual è?- lo guardai sbuffare una nuvola di fumo. Se Jeno avesse saputo che sono uscito con qualcuno che fuma mi avrebbe rinchiuso in camera per anni. Era uno di quelli convinti che il fumo, i tatuaggi e i piercing fossero solo per le persone che non valevano un soldo.
-in realtà non lo so nemmeno io- ridacchiò seguito da me.

Continuammo a camminare per le vie principali della città finché non si fece davvero buio.
-hyung, devo tornare a casa, mio fratello mi ucciderà- lui annuì.
-vuoi che ti accompagni?-
-non ce n'è bisogno, abito qua vicino, a domani hyung- lo salutai con un gesto della mano.
-a domani Jaeminie- arrossì leggermente a quel nomignolo, e mi girai dandogli le spalle imbarazzato.

-dov'eri?- Jeno aprì la porta prima ancora che potessi bussare.
-tranquillo hyung, ero al bar- lo abbracciai e gli diedi un bacio sulla guancia.
-con il tuo "amico"?- Yuta comparse dietro mio fratello con un piccolo ghigno e io presi un piccolo colpo.
-si, e non fare così- borbottai andando in cucina.

-Yukheii~- sorrisi al cinese leccandomi le labbra e avvicinandomi al piatto.
-che c'è? No- lui strinse il piatto a sè.
-sei così avido- borbottai allontanandomi da lui.
-dov'è Johnny?- tutti e tre scrollarono le spalle e io sospirai.

Mentre ero sul divano insieme agli altri, a mangiare del ramen istantaneo, la porta d'ingresso si aprì violentemente e da essa apparirono Johnny e un ragazzo. Lo teneva in braccio reggendolo dalle cosce mentre lui teneva le gambe strette attorno alla sua cintura, muovendo il bacino strusciandolo contro quello dell'americano, le mani dietro al suo collo e le labbra attaccate alle sue in continuo movimento. Il più alto chiuse la porta con un calcio e poi ci sbattè addosso l'altro. Gli strinse il sedere facendolo gemere, poi lo portò fino in camera e chiuse anche quella porta con un calcio.
-io... quella è anche camera mia- balbettò Yukhei. Evidentemente non aveva ancora avuto modo di conoscere il ragazzo di Johnny.

𝘾𝙝𝙞𝙥𝙨 // 𝙍𝙚𝙣𝙢𝙞𝙣Where stories live. Discover now