Capitolo 1

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Kageyama' s pow:

Curare un paziente che ha dei problemi mentali non consiste nel dargli medicine o sedarlo, il mio metodo ha salvato molta gente e dopo esser stato spostato dal penitenziario di Tokyo mi mandarono al manicomio che era nei dintorni della mia ex scuola liceale.

Suonai il citofono e sentii la voce maschile di probabilmente qualche infermiere.

"Lei deve essere il nuovo psicologo, giusto?" Mi chiese e io mi presentai, mi aprí e mi portó dentro a quella struttura bianca che a me dava già un'aria strana.

"Signor Kageyama benevenuto nella nostra struttura psichiatrica. Siamo felici che lei sia qui.." Mi disse questo ragazzo che aveva qualche anno in più di me, capelli marroni lunghi rinchiusi in un codino e gli occhi del medesimo colore, un sorriso genuino ma un po' triste o stanco.

"Grazie.. Lei è?" Chiesi visto che non sapevo niente dell'uomo che avevo davanti a me.

"Azumane Asahi, sono un infermiere, le faccio vedere la struttura e conoscere i nostri ospiti.." Disse facendomi un altro sorriso, percorremmo il corridoio iniziale e si aprí in un salone vasto con una tele, un divano e tutto l'arredamento del caso.

Notai molto velocemente che era tutto bardato in modo che nessuno si potesse far male, volontariamente che involontariamente, c'era un ragazzo dai capelli grigi e occhi azzurri cielo di un vuoto incredibile.

Due ragazzi stavano parlando, uno pelato e uno che aveva una meches nei capelli neri, uno continuava a fare dei tick nervosi e l'altro invece mi sembrava molto normale, ma poi inizió a urlare puramente a caso appena mi vide.

Mi venne incontro con un sorriso a trentadue denti e mi strinse la mano, mi sfiló l'orologio e feci per riprenderlo.

"Asahi!! Guarda cosa ha questo!!" Urló iniziando a correre per la stanza, l'infermiere lo inizió a rincorrere e poi lo prese e gli fece la manovra per non farlo muovere.

Mi ridiedero il mio orologio e lo rimisi, ero abituato a questa cosa per colpa della prigione ma, questo ragazzino se non lo avessi visto probabilmente sarebbe riuscito a levarmelo senza che io me ne accorgessi.

"Mi scusi signor Kageyama, si agita quando vede gente nuova..." Si scusó l'infermiere e arrivarono altri due infermieri, uno dai capelli biondi e degli occhiali, serio e all'apparenza scontroso e l'altro dai capelli neri e delle lentiggini che potevano accompagnare il suo atteggiamento gentile.

"Piacere io sono Tsukkishima Kei e lui il mio collega Yamaguchi." Disse il ragazzo biondo con tono piatto e indecifrabile, gli strinsi la mano e mi presentai anche io.

"Allora, ragazzi non fate gli scortesi e presentatevi al vostro nuovo psicologo.. Subito!" Fisse all'inizio Asahi con tono calmo ma vedendo l'indifferenza degli utenti alzó la voce e cosí scattarono tutti e si misero seduti sul divano che era nel salone, proprio davanti a noi.

"Ci siamo tutti?" Chiese controllandoli tutti e poi sbuffó.

"Qualcuno mi vada a chiamare Hinata all'istante, e se dice che non vuole scendere ditegli che se salgo io è peggio." Disse ma il ragazzo con la meches si mise a ridere probabilmente dalla faccia poco credibile di Asahi, era il solito gigante buono e si vedeva.

Si sentirono delle urla e poi una porta sbattere violentemente, e della musica messa a massima potenza, guardai i miei colleghi e il biondo disse che forse era meglio se ci andava Yamaguchi.

Lui salí e neanche cinque minuti che ritornó con la persona che mancava all'appello, lo guardai e vidi subito quei due occhi grandi e dal color nocciola, la sua bassezza in confronto a tutti quelli nella stanza a parte il ragazzo con la meches..

"Buongiorno!!! Benvenuto alla struttura psichiatrica De Corvi." Dissero tutti in coro apparte il ragazzino dai capelli arancioni che sembravano un cespuglio.

"Grazie a tutti, sono il professore Kageyama e sono qui nel ruolo di psicologo." Mi presentai e quel ragazzo dai capelli arancioni si giró a guardarmi e poi fece un verso.

"Loro sono Nishinoya, Tanaka, Sugawara e Hinata." Disse Asahi cordialmente indicandomeli uno per uno.

Me li sarei ricordati facilmente e cosí dopo aver lasciato al comando Yamaguchi e Tsukkishima, era un'area piuttosto tranquilla e il clima era calmo inizialmente.

Asahi mi fece vedere tutta la struttura, era a un solo piano ma ben spiazzosa, c'erano delle camere vuote che chiarivano la recente apertura del posto, uscimmo fuori e trovammo un grande giardino con una rete da pallavolo ed esso era circondato da delle siepi alte dai due ai tre metri.

"È molto bella e accogliente, sono grato di lavorare con voi, era da tempo che volevo lavorare con persone con un disturbo mentale." Dissi e lui fece un silenzioso sorriso amaro.

"Beh i nostri ragazzi oltre ad avere dei disturbi mentali hanno anche dei sentimenti e per questo la prego di tenerne conto, non sono stupidi e soprattutto hanno un brutto passato, hanno bisogno di tempo per aprirsi con lei..." Disse con occhi bassi e le mani nelle tasche.

"Ne terró conto." Dissi per poi farmi accompagnare verso la stanza dove sarei stato, era un ufficio leggero, spoglio.

Aveva una scrivania nera, un divano, due sedie, un tappeto beije e dei quadri con l'equipe del posto e i suoi ospiti, guardai un ragazzo dai caprlli neri nella foto che non avevo visto, strano, che se ne sia andato?

Ringraziai il mio collega e appena mi sedetti trovai davanti a me delle cartelle con i nomi degli utenti, le loro storie? Aprii e si avevo fatto bingo, preferii non guardarle, se volevo aiutarli e saoere qualcosa dovevo interagire con loro.

Sentii bussare dopo una mezz'ora, tolsi tutta quella roba dal tavolo e la misi nel cassetto, feci finta di fare delle cose al computer.

"Avanti." Dissi e cosí si riveló la figura dai capelli arancioni e i grandi occhi marroni, era come impaurito e il suo non verbale mi comunicava la chiusura verso i miei confronti, lo guardai e li feci segno che se voleva poteva accomodarsi.

"Scusi se la disturbo ma... beh volevo dirgli che non parleró con lei, io non ho bisogno di altri estranei che mi dicono cazzate e mi somministrano farmaci per farmi stare calmo." Disse a sguardo basso con tono arrabbiato, mi guardò negli occhi e deglutii per la situazione, feci un bel respiro.

"Okey puoi andare, io non ti obbligo." Dissi e si stupí, ritornai a far finta di fare i miei affari e lui uscí dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.

(Death) Note dell'autrice

Allora buondí, questo è il primo capitolo di questa nuova fanfiction su la ship Kagehina e se non piace il contenuto boy x boy, ti prego di non leggere.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, fatemelo capire con un commentino e una stellina, al prossimo capitolo.

Adios
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- Lasciami Stare -  KagehinaWhere stories live. Discover now