capitolo uno

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sono le cinque del mattino e mi rendo conto che anche oggi, si dorme domani. è davvero frustrante soffrire d'insonnia, ma per quanto mi scocci dirlo ha anche i suoi pro.
prendo una sigaretta ed esco davanti casa a fumarla, uno dei pro di cui parlavo è proprio questo, guardare la mia amata città nella quiete, mentre tutto tace.
inizio a pensare, e finisco per guardare Salerno riaccendersi e perdermi nel viavai di persone che corrono a lavoro o a portare i bambini a scuola.
salgo su in casa a prepararmi per andare a scuola sapendo già che non riuscirò a far nulla di produttivo poiché non ho dormito per niente.
ma ormai questa è la routine, mi guardo allo specchio ed ho un aspetto terrificante, delle occhiaie nere che mi arrivano pure sotto i piedi, i capelli arruffati e dei resti di mascara sotto gli occhi. mi do una sistemata, e vado a scuola.
'cazzo, deme, sei un mostro!' mi dice alice, la mia migliore amica, sedendosi al banco di fianco al mio.
è praticamente l'unica persona che mi capisce e le voglio un bene pazzesco, nonostante sia un'egocentrica del cazzo ed una pazza nevrotica.
'ci credo ali non ho dormito per un cazzo, dovrei iniziare a riprendere quei farmaci.. almeno mi facevano dormire'
'lo sai che non puoi...'
la professoressa di italiano interrompe il nostro breve dialogo entrando in classe, è l'unica professoressa che non sopporto.. non che le altre mi vadano molto a genio, ma lei proprio non la reggo.

ed eccomi qui, mentre vado dalla preside poiché mi sono addormentata nell'ora di italiano. guardo il lato positivo: almeno ho dormito un po'. alla fine la preside mi ha solo sgridato rimandandomi in classe, ma mi fermo a fumare una sigaretta nel retro della scuola.
c'è anche quello vip di quinto noto come 'capo plaza'.. alla fine alcune canzoni sono anche carine, ma sono più tipa da indie.
inizio a guardarlo mentre si rolla una canna, a scuola inoltre, che campione.
quando si rende conto che lo stessi guardando mi guarda anche lui, con uno sguardo 'intrigante'; roteo gli occhi al cielo, butto la sigaretta ormai finita e rientro in classe..

le prossime ore scolastiche sono passate abbastanza velocemente, per fortuna, non vedo l'ora di tornare a casa.. tutta la mia quiete termina quando alice mi scrive che stasera ci sarà una festa a casa di lollo, ovvero il tipo che le piace, e che quindi andarci è d'obbligo. non mi oppongo nemmeno, la conosco, verrebbe a prendermi a casa a bastonate. torno a casa e mia e mia madre non c'è nemmeno oggi, benissimo. pranzo tranquillamente da sola e mi organizzo con alice per la serata a cui avremmo dovuto partecipare. 

sono le dieci di sera e stiamo andando a questa famosa festa, alice è uno schianto:
indossa un vestito rosso attillato che le fascia perfettamente tutte le curve con dei tacchi sotto neri, io invece un top a scacchi bianco e nero, un jeans largo nero con tanto di catena e delle vans platform, poche differenze di stile insomma. è la mia migliore amica, si, ma la invidio molto. è bellissima, e tutti le stanno dietro; sono una specie di bagaglio che si porta dietro sempre, anche se lei fa di tutto per non farmi sentire tale, ma è impossibile.

la festa non è niente di che: tipi che si baciano a destra e sinistra, persone che giocano a qualsiasi cosa che centri con l'alcol, persone che ballano.. insomma c'è di tutto e di più, dieci minuti a questa festa e già voglio andarmene. vedere poi alcolici da tutte le parti e non poterne toccare, di male in peggio.
mai andata ad una festa peggiore.

sto chiamando ininterrottamente alice poiché l'ho persa di vista.. doveva andare in bagno ma sta lì già da un po' e in più nemmeno mi risponde al telefono, ora impreco, festa di merda. sono passati venti minuti ma di lei ancora nessuna traccia. sono alquanto nervosa, per cui ho deciso di andarmene, sto per lasciare la villa ma una mano mi blocca il braccio.
luca d'orso, noto come capo plaza, mi sta prendendo il braccio? cosa mi sono persa?
'cosa vuoi?' non ha scelto il momento migliore per parlarmi..
'dove vai?' mi dice, con tono calmissimo
'a casa'
'così presto?'
'esatto, ho da fare, puoi lasciarmi stare? grazie!'
a queste mie parole lui va via.

brava demetria, i miei più sinceri complimenti, non c'è una persona che non riesci a non far scappare.
sto tentando di andare a casa mia ma sono a piedi e il luogo della festa è lontanissimo da quello di casa mia, arrivo domattina praticamente.
dopo qualche km decido di sedermi su una panchina ad accendermi una sigaretta.

spazio autrice:
come vi sembra la storia?
capitolo scritto alle 03:40 quindi per eventuali errori hahah, comprendetemi! <3

fuori dalla normaWhere stories live. Discover now