capitolo due

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non so se avete mai sentito quel vuoto dentro al petto che corrode tutto il resto, quel senso di niente che ti tiene in pugno sempre e che ad ogni modo, non riuscirete mai a colmare, con niente. vi siete mai sentiti persi nel buio di un labirinto, mentre c'è in atto un diluvio universale, senza riuscire a muoversi?
rimanere lì, inerme, nonostante tu sappia che ci sia la morte dietro di te che ti stia cercando; ma non riesci a muoverti ugualmente, o forse non vuoi. magari non hai un vero motivo per andare avanti a scovare l'uscita del labirinto e sfuggire alla morte. non so se vi siete mai sentiti così, io mi sento invece così ogni fottuto giorno. non ho un valido motivo per il quale alzarmi dal letto la mattina, ma nonostante questo lo faccio sempre. sto perennemente male, o meglio, normale; quel fottuto equilibrio pieno di apatia in cui non stai nè bene nè male, ma fingo di essere sempre felice e forse a furia di fingere ho imparato ad esserlo, o almeno agli occhi degli altri. non dico mai a nessuno cosa sento per davvero: non mi sono mai svuotata completamente, non ho mai mostrato tutte le mie insicurezze a qualcuno e probabilmente perché nessuno si è mai reso conto del caos che c'è imprigionato dentro me.

penso a tutto questo mentre mi fumo una chesterfield blu su questa panchina mentre mi chiedo quale sia il senso della vita... nasciamo per cosa? molte persone suppongono che la nostra esistenza sia in globalizzata sull'amore. ecco, allora la mia esistenza é fondamentale inutile poiché non ho mai creduto all'amore.
o meglio, non ho mai creduto alle persone.
perché l'amore continua, ma le persone no, le persone rimangono lì, inerme, a pentirsi dei propri errori. tutto finisce prima o poi: la vita, l'amore, l'amicizia, l'affetto. avete mai visto qualcosa che dura per sempre?

invece alice è una di quelle ragazze ingenue che crede all'amore, all'amicizia e all'infinito.
per lei tutto è bellissimo, riesce a vedere la parte bella delle cose anche se non c'è.
è così ingenua ma allo stesso tempo sembra che abbia l'intero pianeta nelle sue mani. è l'unica cosa di bello che ho; tutto il resto nella mia vita è rotto, infranto, un patetico fallimento. ma purtroppo siamo due persone completamente differenti, che nessuno si aspetterebbe mai di vedere insieme. lei è quel tipo di ragazza perfetta, che va bene a scuola ed è adorata da tutti. io sono l'esatto opposto; magari per questo mi sono sempre sentita inadeguata e fuori posto. è troppo per me e non la merito.

pensando a queste cose una lacrima mi riga il viso ma immediatamente la scaccio via, non devo piangere e non posso. intanto accendo un'altra sigaretta, stasera il cielo è pieno di stelle e c'è la luna piena, amo la luna.. non so bene per quale motivo ma la trovo meravigliosa; è un po' come me, durante il giorno è un sole, felice e poi quando arriva il tramonto si presenta un'altra versione di lei, quella triste ed oscura.

sento una persona sedersi di fianco a me e mi volto di scatto. 'non dovevi andare a casa?' luca d'orso era di fianco a me e mi stava parlando, per la seconda volta nella stessa serata.. credo di avere un allucinazione.
'che ci fai qui?' chiedo
'potrei farti la stessa domanda' mi dice lui, non rispondo ma continuo a guardare fisso nei suoi occhi; sono scuri, a dir poco penetranti. dopo qualche secondo che a me sono sembrate ore abbasso lo sguardo.
'hai pianto?' dice interrompendo il silenzio
'no' dico di scatto io, non avrei mai mostrato le mie debolezze con un tipo del genere, mi avrebbe deriso insieme a tutta la scuola.. preferisco di gran lunga passare inosservata.
'hai pianto' afferma lui
dopo qualche secondo.
sempre con lo sguardo basso, gli chiedo: 'cosa vuoi da me?'
'cosa dovrei volere?'
'perché mi stai parlando? non mi hai nemmeno mai notato fino ad adesso'
lui sospira e si gira a guardare il cielo, come sto facendo io.
'cos'è, hai perso ad una scommessa ed ora dovrai farmi innamorare di te? oppure è solo uno sfizio personale? - ah no, ho capito, vuoi solo portarmi a letto. l'obiettivo più banale' dico io
'che simpaticona' mi dice ridendo
'dai, ti sembra così strano che io ti stia parlando?'
'andiamo alla stessa scuola da anni, ti conosco da quando eri pure più sfigato di me e non mi hai manco nemmeno mai guardato; ora che sei il capo plaza di sto cazzo ti viene la brillante idea di venirmi a parlare.. nah, non me la bevo'
lui se la ride, è davvero carino quando ride.
ma quelli come lui non staranno mai con quelle come me, e comunque non voglio affezionarmici, sarebbe troppo dura doverlo lasciare andare...
'non ti ho mai nemmeno guardato dici? ti dico solo che ho avuto una cotta per te per tutto il primo superiore'
'non ci credi nemmeno tu' dico ridendo, mentre lo guardo negli occhi
scoppiamo a ridere entrambi ed intanto passano due orette in cui parliamo del più e del meno, o magari stiamo semplicemente in silenzio.

ad una certe decide di riaccompagnarmi a casa notando che sono le quattro di notte, facendomi entrare nella sua auto. avete presente quando ho detto che si dormiva stanotte? scherzavo, anche stanotte si spera di dormire domani. dopo una mezz'ora di auto arriviamo difronte casa mia, lo ringrazio per il passaggio ed una volta che sono rientrata in casa lo sento sfrecciare per le strade di salerno, chissà dove starà andando.
cerco di addormentarmi senza successo poiché nella mia testa l'unico pensiero che vaga è: luca d'orso.

spazio autrice:
nuovo capitolo!! vi sta piacendo la storia?
sto cercando di dare il meglio di me..
ditemi cosa ne pensate e se vi va lasciatami
una stellina! :)

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