Capitolo 2

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-HEEEEY SVEGLIA DEVI ANDARE A SCUOLA.-

-Nahhh...ho sonno...preferisco dormire.-

-È il tuo primo giorno, non vorrai saltarlo vero? Prova a immaginare quante cose belle troverai...o quanti ragazzi fig-

-Si si Cheryl non serve che cerchi di convincermi in questo modo...- interruppi la fine della frase della donna con una risatina, dato che compresi ciò che voleva dire.

Mi alzai con fatica, il letto era più accogliente, caldo e comodo di quanto ricordassi.

-Su con la vita ragazza, dovresti essere emozionata!- mi chiedo quando Cheryl comprenderà che io preferisco dormire che fare qualsiasi altra cosa al mondo...

Beh, in quel momento dovevo pensare a fare colazione, lavarmi e vestirmi decentemente...tutto ciò alla mattina, mezza addormentata, mi usciva sempre difficile, forse perché ero ancora in una fase sonnambula.

-Sì, certo..."su con la vita"...proprio...-

Mi lavai, svegliati e feci colazione...fin qua ok.
Il problema arrivò con la divisa scolastica.

-Hey,siamo sicuri mi debba mettere questa cosa addosso?-

-Sí, muoviti!-

La gonna era corta, la camicia era attillata, tanto attillata, le calze e le scarpe nessun problema troppo grande, però il maglioncino era di un colore obbrobrioso e la giacchetta ancora peggio.
BENE.
Perfetto.
Beh, il maglioncino non lo misi, la giacca la appoggiai sulle spalle e con la gonna e la camicia non potei farci niente, andavano bene così, più o meno.

-Che brutta divisa.- commentò la donna lanciandomi una occhiata mentre uscivo dalla porta di casa.

-Grazie eh Cheryl.- le feci un sorriso forzato e la donna, che al contrario di me, era elegante e ben vestita, come sempre, si diresse verso la macchina noleggiata.

Lei sarebbe rimasta con me ancora poco tempo, solo per farmi abituare e poi sarebbe tornata in America, lasciandomi sola e soletta in quella grande e silenziosa casa nuova di zecca.

-Emh, non c'era bisogno di prendere la macchina, l'abitazione non dista molto dalla scuola sai.-

-Calcolando che sei lenta a vestirti e a mangiare, probabilmente non hai voglia di correre di prima mattina mezza addormentata ed è il tuo primo giorno...saresti sicuramente arrivata in ritardo rispetto all'orario stabilito, la seconda ora, perciò la macchina è il mezzo migliore.- la donna mi risposte in modo impeccabile, come sempre.

-Ah sì...hai ragione, rispondi sempre in modo giusto.-

-Vedi che ad osservarmi comprendi molte cose.-

-Già.- feci un mezzo sorriso a pensare che era proprio vero. Stando con una donna così talentuosa, intelligente, riflessiva e dinamica imparavo molte cose, prendendo anche dei tratti del suo comportamento.

Dopo pochi minuti arrivammo davanti alla scuola, oramai l'ansia mi stava invadendo.

Non sapevo come comportarmi, cosa dire, cosa fare.

Le mie unghie, dato il mio brutto vizio di mangiarle sempre quando ho ansia, stavano subendo una tortura infernale.

Mille domande si insediarono nella mia mente, mille risposte tardavano ad arrivare.

Cercai di ragionare, cosa che, nel corso degli anni, ho compreso e imparato a fare, sopratutto nei momenti in cui sono agitata e, di conseguenza, in cui si dovrebbe usare la ragione più di tutti.

"So cosa devo fare.", "perché mi preoccupo il tal modo?", "devo solo stare tranquilla e serena", "mi comporterò normalmente, sì."
Erano questi i pensieri che mi invadevano la testa, pensieri che creavo per auto-tranquillizzarmi.

𝐿𝑢𝑖~ Iwaizumi Hajime x reader Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora