Capitolo 26

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Jenny
<Vengo da te principessina>.
Chiude la telefonata e io mi siedo sul divano.
Quattro parole.
Solo quattro parole.
Il cuore mi batte troppo forte, lo sento fin nelle orecchie e un sorriso mi compare sul viso.
Perché mi fa questo effetto?
Non ci capisco più niente.
Lo ha detto come se lui ne avesse bisogno e come se ne avessi anche io.
Torno dagli altri e inizio a mangiare la pizza ormai fredda.
<Che ha detto?>, mi chiede Rob.
<Sta arrivando>, rispondo semplicemente.
<Cosa gli hai detto per fargli cambiare idea?>, si interessa lui.
<Niente>, alzo le spalle.
<Viene solo perché l'ha chiamato lei>, afferma Carla sorridendo di nascosto.
<Che vorresti dire?>, chiede lui insospettendosi.
<Lui non ti ha detto niente di ieri sera?>, chiedo io.
Devo sapere cosa gli ha raccontato.
<Cosa avrebbe dovuto dirmi?>, chiede lui serio.
Allora non gliel'ha detto.
<Ahh, del fatto che vi stavate per baciare>, dice lui sorridendo poco dopo.
<Quindi te l'ha detto l'idiota>, dico pensierosa io.
Si dicono tutto.
Ma si sa che i ragazzi in realtà sono più pettegoli delle ragazze, è un dato di fatto.
<Si, me l'ha detto>, risponde lui.
Mi sta facendo salire la curiosità, e lo sta facendo apposta.
<E che ha detto?>, chiedo quasi come se fosse una risposta di vitale importanza.
<Non tradirei mai un mio amico Jenny>, risponde lui.
<Tutte balle>, dico ridendo.
Suonano al campanello e Carla va ad aprire.
<Ciao ragazzi>, dice Owen entrando e togliendosi il giubbotto di pelle.
<Ciao principessina>, dice sedendosi vicino a me.
<Dove sei stato?>, gli chiede Rob.
<Da mia mamma>, risponde lui mangiando la pizza ai funghi.
E se dovesse rimanere dalla madre e io l'ho disturbato?
<Jenny ti sei ammutolita adesso?>, mi chiede Rob in modo provocatorio.
Cosa sta cercando di fare esattamente?
<Sto mangiando>, rispondo semplicemente.
<Questo non ti ha mai fermata dal parlare>, dice Carla bevendo della Fanta.
Speriamo che le vada di traverso.
<Sono una ragazza educata io>, rispondo portando il mio piatto nel lavello.
Per oggi ho mangiato abbastanza.
<Certo, quando ci mandi tutti a quel paese>, risponde Owen ridendo.
<Ve lo siete meritati>, dico con ovvietà.
<Sei tu che sei testarda>, continua Owen.
<No, sei tu che sei pauroso>, dico guardandolo.
<Paura di cosa principessina?>, chiede lui.
Carla mi guarda e mi mima un "No" con le labbra.
<Di dirmi le cose>, rispondo schietta.
<Andiamo in salotto? Guardiamo un film>, propone Rob alzandosi da tavola.
Carla lo segue mentre io continuo a ripulire un po' tutto: odio il disordine.
Owen rimane seduto e continua a guardarmi.
<Vieni un po' fuori?>, mi chiede.
<Perché?>, chiedo sospettosa.
<Ci deve essere una motivazione a tutto?>, chiede lui alzandosi.
<Per me si>.
<Per me no>, replica lui.
<Vieni o no?>, mi chiede ancora.
Annuisco.
Usciamo fuori sotto gli sguardi curiosi di Rob e Carla; adesso sicuramente staranno parlando di noi.
Esco in pantaloncini, converse e top.
Un outfit strepitoso per una serata un po' ventosa.
<Sai perché non voglio che tu sappia niente di me?>, chiede lui riferendosi all'episodio di questa mattina in ospedale.
<Sinceramente non so più cosa voglio sapere e cosa no. Non avrebbe senso nemmeno la tua risposta a questo punto>, dico calciando un piccolo sasso.
<Ed hai ragione>, continua lui.
<Su cosa?>.
<Quando dici che ho paura di dirti le cose>, spiega lui.
Mi siedo sul piccolo scalino vicino la porta mentre lui cammina avanti e dietro.
È nervoso.
<Guarda che te lo leggo negli occhi che non te la senti>, dico io abbracciandomi le spalle per il freddo.
<Allora perché mi obblighi quasi a dirti tutto?>, chiede avvicinandosi.
<Non ti obbligo. Ma quando ci sono io e spunta fuori quell'argomento iniziate a parlare in codice e io mi sento stupida>, sputo forse un po' troppo acidamente.
<Non è il mio intento>.
<Già, peccato che mi senta in quel modo>, dico sorridendo tristemente.
<Metti il mio giubbotto>, ordina lui passandomelo.
Questa volta lo prendo senza pensarci due volte, il freddo mi arriva fin dentro le ossa.
<Questa volta non fai storie>, dice lui.
<Sto congelando>, rispondo ovvia.
<Sei vestita come se dovessi andare in spiaggia>, mi prende in giro lui.
<Non sapevo di uscire fuori casa>, replico facendogli la linguaccia.
<Ah quella lingua..>, dice lui lasciando la frase in sospeso.
Si accende una sigaretta e si poggia al muro vicino la porta.
<Mi devi ancora un tiro e un giro sulla moto>, gli ricordo alzandomi.
<Giusto>, dice lui espirando il fumo e sorridendo.
<E tu mi devi anche qualcosa>, continua lui.
<Non ti devo niente>, rispondo guardandolo facendo finta di non sapere a cosa si riferisce.
<Hai già perso la memoria? Eppure pensavo che fosse un tuo pregio>, risponde lui.
<Te lo ricordo io se vuoi..>.
Mi prende per la vita e mi fa poggiare al muro dove prima si trovava lui.
La sua mano è sul mio fianco scoperto mentre lui si avvicina poggiando la sua fronte sulla mia.
<Hai i brividi>, commenta lui.
<È..è il freddo>, replico.
<Bella scusa>, sorride lui.
<Non è una scusa>, dico poggiando le mani sul suo petto. Il suo corpo è caldo nonostante abbia le maniche corte e il suo cuore batte forte.
<Non voglio che tu ti possa allontanare da me>, dice di punto in bianco.
<Cosa?>, chiedo alzando lo sguardo.
<Per questo non ti dico niente di quello che ci è successo>, dice lui con gli occhi chiusi e avvicinandosi ancora.
<Non voglio che tu cambi idea su di me>, continua.
Ecco la sua paura.
<Non pensavo che fossi così idiota>, dico io cercando di smorzare la situazione.
Lui poggia entrambe le mani sui miei fianchi e mi stringe forte con le braccia.
Io avvolgo le mani intorno al suo collo e mi alzo leggermente sulle punte.
<Mi devi un bacio>, mi ricorda lui allontanandosi in modo da potermi guardare.
<Lasciati baciare..>, continua lui.
Mi accarezza una guancia e i suoi occhi sono nei miei. Si avvicina e sfiora il mio naso con il suo.
Merda.
Il suo respiro diventa affannoso e anche il mio.
<Owen..>, dico io quasi senza fiato.
Si piega verso destra e si avvicina ancora di più.
I nostri nasi si sfiorano..
La sua mano sul mio fianco..
Le mie mani sul suo petto, ancora..
Le nostre labbra a pochi millimetri...
<Ragaz..>.
Carla ci interrompe uscendo fuori.
Io e Owen ci allontaniamo subito e io guardo Carla rossa in viso.
<Ho interrotto qualcosa?>, chiede lei.
Guardo Owen che sembra incazzato e mi viene quasi da sorridere.
<Cinque minuti e arriviamo ok?>, dico io a Carla.
Lei chiude la porta ed io continuo a guardare Owen che si siede a terra.
<Che succede?>, gli chiedo piegandomi sulle ginocchia davanti a lui.
<Cosa vuoi che succeda?>, chiede lui evitando il mio sguardo.
<Dimmelo tu, hai cambiato umore>, rispondo io mettendo un dito sulla sua guancia e facendolo voltare verso di me.
<Sei proprio una principessina tu>, dice sorridendo.
<Allora? Non cambiare discorso>, lo avverto.
<Niente, non succede niente>, risponde ancora lui ma non gli credo.
<Entriamo dentro allora?>, chiedo alzandomi.
<Si, spero che ci sia qualcosa da mangiare>, dice lui ridendo.
<Ma tu hai sempre fame?>, chiedo io incredula.
<Si sempre>, dice aprendo la porta di casa ed entrando. Io lo seguo.

Ad Un Passo Dal CuoreDonde viven las historias. Descúbrelo ahora