Mimir l'Oracolo

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Era oramai notte fonda quando un ticchettio di passi fin troppo veloci iniziò ad aleggiare per i corridoi della cittadella.
Sigyn avrebbe dovuto sapere che camminando a quella velocità, con i tacchi che aveva indosso, le probabilità di attirare l'attenzione di qualcuno sarebbero state decisamente più alte. Non le importava, la sua mente era assorta in altri pensieri per poter dare credito ad un piccolo effetto collaterale.
Anche se forse così piccolo non era.

Ci mise un po' per rendersi conto che in realtà stava girando in tondo. Terzo corridoio, quarta scala, prima svolta a sinistra, poi di nuovo prima porta sulla destra e terzo corridoio a sinistra. Doveva aver sbagliato qualcosa, invertendo l'ordine della filastrocca che si era sforzata di imparare a memoria. D'istinto si portò una mano al viso maledicendo il palazzo degli Dei, troppo grande e dispersivo per potersi orientare.
Avrebbe dovuto crearsi una mappa ma non ne aveva avuto il tempo, gli eventi che avevano segnato quella notte oscura erano scorsi troppo velocemente per poter realizzare un piano più concreto e preciso. Era il momento di improvvisare, di pensare rapidamente e agire senza esitazioni.

"Lady Sigyn, cosa fa su questo piano?"

La Dea si girò, inspirando profondamente, mentre cercava di mantenere la calma e nascondere la sua agitazione. Le sue labbra si allungarono nel più finto e forzato dei sorrisi ma, ancora una volta, era il meglio che riusciva a fare sotto pressione.

"Credo di essermi persa, Altezza, mi spiace immensamente di averla disturbata a quest'ora della notte" disse digrignando i denti per evitare di balbettare.

Thor la guardò stropicciandosi gli occhi e le rivolse un espressione di compassione mista a tristezza. Quella donna le era sempre sembrata troppo ingenua e troppo stolta per poter mentire, e i suoi occhi sembravano quelli di un cucciolo che si era perduto in un mondo troppo grande per lui. Si rese così conto che una ramanzina non era necessaria, era sicuro che nonostante tutto non avesse brutte intenzioni.
Non ne aveva mai.

"Lady, posso farla accompagnare da una guardia se preferisce..."

La Dea apparì turbata dalla proposta ed iniziò a chiudere e ad aprire le mani in segno di profondo nervosismo, ma subito si ricomposte sfoderando i suoi migliori occhi tristi.

"Oh no, la ringrazio, non vorrei arrecare alcun disturbo a quest'ora di notte... io... avevo solo bisogno di camminare e schiarirmi le idee. Se può indicarmi la strada sarò più che lieta di tornare nelle mie stanze da sola"

Il Dio del Tuono fece un gesto stizzito segnalandole le scale in fondo al corridoio, d'altro canto Sigyn lo ringraziò proseguendo il suo percorso con una meta totalmente diversa da quella che le era stata indicata.
Doveva stare più attenta, respirare profondamente, e modulare l'intensità dei suoi passi.

***

Ancora un corridoio, ancora una svolta, e poi finalmente il portone dorato che cercava le si manifestò di fronte.
Era un po' diverso da come gli e lo aveva descritto Balder, ma lui esagerava sempre, e proprio questa sua voglia di mostrarsi  saccente su ogni cosa lo aveva portato a raccontare fin troppo sulla sala dell'oracolo. Pensandoci bene le era bastato fargli gli occhi dolci e versargli un po' di vino mostrandosi accondiscendente per ottenere tutto quello che le serviva sapere.
Gli Dei, così come gli uomini, si mostravano spesso volubili di fronte ad un bel faccino e alla remissività di una donna.
Trovare la chiave era però stato più difficile, e sicuramente al di sopra delle capacità della Dea, che aveva dovuto tirare fuori tutto il suo coraggio per riuscire a raggirare una delle guardie di Odino. Fortunatamente gli uomini corazzati d'oro erano abilissimi guerrieri ma sicuramente non erano conosciuti per le loro doti di furbizia.

E così, all'alba del suo giorno più buio Sigyn, entrò di soppiatto in uno dei luoghi più segreti del Padre di Tutti. Non chiese il permesso, non si pose alcuna domanda, non rimpianse nulla e non provò alcun timore.
Fu il suo primo atto di disobbedienza e forse di coraggio.

L'Oracolo Mimir la scrutava già nel buio della sala, immerso in una teca d'acqua ricca di malia, attese che la dea facesse un passo prima di chiederle di annunciare la sua presenza.

"La stavo aspettando, Lady Sigyn"

Sigyn si morse il labbro e decise di fare qualche passo in avanti per portarsi dinanzi alla luce del rosone dietro alla testa mozzata del più saggio gigante di tutti i tempi.
Spesso la gente si chiedeva per quale motivo si degnasse di dare consigli ad Odino, dato che  lo aveva sacrificato e usato in maniera spregevole nella guerra tra Aesir e Vanir.

"Lo sapeva?"

La donna si inginocchiò con fare maldestro rischiando di inciampare sul vestito, poi tornò a fissare l'oracolo.

"Lo sapevo, come conosco il motivo della sua visita. Sa che venendo qui sta rischiando la sua stessa vita?"

"Si" la dea deglutì

Mimir la squadrò dall'alto in basso con i suoi occhi torvi che trapassavano la parete di vetro che li divideva fino a entrare direttamente in quelli della sua spaventata interlocutrice.

"Devo sapere cosa fare.. a proposito di..."

Ci fu un momento d'esitazione che usò per rimandare indietro le lacrime che stavano per solcarle le guancie.

"Loki, il traditore" la interruppe in maniera fredda, distaccata e quasi intimidatoria

"Si, Signore"

Mimir fece calare sulla stanza un silenzio di pietra che pesò sulla Dea della Fedeltà come un macigno. Forse aveva sbagliato, forse aveva condannato anche se stessa in quel modo.

"Lei è una Dea degna del suo nome, Lady Sigyn, e per questo la rispetto. Il giorno più buio sta arrivando, calerà la notte, risuoneranno catene piene di malia e la scure sarà abbattuta sul legame invertendo il destino di chi attenderà il giudizio finale "

Sigyn lo guardò senza proferire parola, consapevole che le profezie vengono comprese solo una volta che si sono avverate.

"E dunque è questa la profezia?"

Mimir fece una smorfia con i suoi labbri putrefatti ad indicare la stupidità di quella domanda.

"Questo è stato deciso dagli Dei, ora se ne vada, è giunto il momento"

La Dea si alzò e uscì di corsa dalla stanza, tirò un sospiro di sollievo solo quando si chiuse il portone alle spalle.

La danza del SerpenteWhere stories live. Discover now