Epilogo

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4 luglio 2017, New York, 1:46 p.m.

Louis si trovava davanti allo specchio guardando la pelle e le occhiaie profonde per gli incubi ricorrenti delle notti. In quel momento era impegnato nel fare quel nodo alla cravatta per poi dirigersi in chiesa affiancato dall'amico Niall.

-Dio mio, la odio!- disse Louis lanciandola sul pavimento.

-Stai tranquillo amico, andiamo. Vieni qui.- disse raccogliendo la cravatta nera dal pavimento. –Devi essere tranquillo con le cravatte amico.- disse annodandola intorno al collo di Louis.

-È un anno.- disse semplicemente.

-Lo so.-

Louis abbassò lo sguardo. –Mi manca, Niall, mi manca tantissimo.-

-Anche a me manca tantissimo Louis, ma lui non vorrebbe questo Tommo, vorrebbe vederti felice, sapere che ti stai godendo la vita.-

-Non riesco a godermi la vita, volevo lui al mio fianco.-

-Perché diavolo non sei andato in quella scuola di musica che ti aveva offerto un lavoro con i fiocchi?-

-Mi sembra di fargli un torto.-

-Non gli fai nessun torto, Tommo, lui vuole che tu vada avanti. Sono sicuro che se il suo fantasma potesse toccarti ti darebbe un calcio in culo dritto dritto a quella scuola.-

Louis rise, probabilmente l'amico aveva ragione.
Dopo la morte di Harry, il mondo di Louis si era fermato. Gli era morto quella notte di un anno fa, mentre confessava per l'ennesima volta il suo amore.
Non aveva versato nessuna lacrima, zero, si era solamente chiuso in se stesso. Non voleva vedere né Niall né Liam, desiderava solo stare solo. In quel periodo aveva perso anche molto peso, le guance incavate, i fianchi sporgenti, ha dovuto rinnovare il suo armadio perché tutto quello che aveva non gli andava più bene. Ma le cose di Harry no. I vestiti di Harry avevano sempre il loro angolo nell'armadio.
Erano riposte ordinatamente, anche in ordine cromatico così Harry sarebbe stato fiero di lui.

Cercò di toccarle il meno possibilmente in modo da non marchiare il profumo del riccio. Nelle notti in cui gli mancava da morire, così tanto da sentirsi il petto schiacciare, prendeva una felpa e se la metteva, respirando il profumo del suo ragazzo. Desiderava stringerlo un'ultima volta, sentire le sue mani tremanti e i muscoli muoversi. Desiderava viverlo appieno un'ultima volta.

-Dobbiamo andare Tommo.-

Annuì. –Si, aspetta.- disse rivolgendosi verso la scrivani prendendo il foglio di carta scarabocchiato con la sua grafia disordinata. –Andiamo.- disse facendolo svolazzare per poi riporlo senza piegarlo all'interno della tasca.


**


Louis e Niall presero posto nella panca in prima fila, vicino a Liam aspettando che la cerimonia per Harry iniziasse.
Il cuore di Louis batteva forte e pensava di non riuscire a leggere quello che aveva scritto. Voleva dirgli quello che stava provando, come si sentiva da quando lui l'aveva lasciato.

-Come state ragazzi?- bisbigliò Liam.

-Siamo al ricordo della morte del mio migliore amico, esattamente come credi che stia?-

-Giusto giusto, scusami la domanda sciocca.-

Louis non rispose, continuava a giocare con le sue dita in modo ossessivo, terrorizzato all'idea di quello che tra pochi minuti sarebbe successo.
L'ennesima cerimonia che non sarebbe servita a nulla, se non a riaprire una cicatrice aperta, ad aggiungere benzina sul fuoco.

-Louis, ci sei?-

-Mh? Si, si ci sono, scusatemi, ero solo... Nei pensieri, credo.-

-Come ti senti?-

Demons Inside My Eyes || Larry StylinsonWhere stories live. Discover now