Capitolo 2

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- Come fai a sapere il mio nome? - Ringhio tra i denti mentre sono già pronta ad avvicinarmi nuovamente al ragazzo, ma questa volta è Simon a stringere il mio polso tra le dita e fermarmi. Giro il volto per guardarlo e, conoscendo ormai tutte le sue espressioni e i significati che assumono, so bene che la sua faccia seria in questo momento indica il voler sentire una spiegazione da Harry Thompson, il quale sembra già essersi ripreso dal mio precedente tentativo di strozzarlo. Inspiro profondamente per calmarmi prima di far mollare la presa al mio amico, che per primo prende la parola. Sembrerebbe strano vedermi andare in escandescenza per così poco, dato che le nostre storie sono quelle più conosciute nel mondo soprannaturale di cui siamo a conoscenza e in cui viviamo, quindi è ovvio che come io conosca il suo nome, lui conosca il mio. Lo sembrerebbe se non fosse che in genere io sono conosciuta come Pearce, che era il cognome di mia madre, mentre io ho mantenuto quello di mio padre, Eric. Harry non dovrebbe chiamarmi così, dato che chi conosce la mia storia mi conosce come Alexandrea Pearce, e non Merchant, soprattutto lui che non è di queste zone. D'altro canto, però, è risaputo che il dampiro ottiene sempre ciò che cerca senza problemi e, se è qui per negoziare o qualcosa del genere, di certo avrà fatto le sue ricerche prima. Se non fosse così, non ci avrebbe neanche trovati, alla fine. Sì, dovrei riflettere prima di avventarmi sulla gente, credendo che abbiano sempre intenzioni ostili in qualche modo. Proprio per questo c'è Simon con me.

- Hai sentito la ragazza. Rispondile. – Ordina quest'ultimo a Harry con tono estremamente duro mentre si sistema meglio gli occhiali sul naso. Ha sempre preso le mie difense, ma è la prima volta che lo vedo davvero così serio. Forse perché è anche la prima volta che ci troviamo in una situazione interessante e nuova, intrigante, non perché abbiamo Harry Thompson in carne e ossa davanti a noi, non mi frega un cazzo di chi è, ma perché quest'ultimo ha chiesto il nostro aiuto, e lui non lo chiede a nessuno, lo sanno tutti. Non mi fido del belloccio qua, ma il mio sesto senso mi spinge a pensare che, se un tipo come lui non scherza sull'aver bisogno di un aiuto che noi potremmo dargli, qualcosa di davvero brutto è successo. Soprattutto perché nessuno lo chiederebbe a un gruppo come il nostro, ce ne sono di più organizzati in giro. Non a caso quello di Steadman, una mia vecchia conoscenza, a Totnes, è quello più gettonato. Per essersi rivolto a noi nello specifico, ha un obiettivo preciso, e sto già avendo una vaga sensazione riguardo quale sia questo "problema" per cui ha bisogno di una mano. - E già che ci sei, spiegaci anche perché potremmo aiutarci a vicenda. -

- E soprattutto perché chiedere aiuto a me, a noi, e non a qualcun altro. - Aggiungo anche la mia richiesta a quelle di Simon, ancora accanto a me, mentre incrocio le braccia al petto e presto tutta la mia attenzione al riccio. Lancio un rapido sguardo a Curtis e Lucrecia quando mi affiancano sulla sinistra e imitano la mia posa autoritaria, così come l'altro compagno alla mia destra. Quando ci troviamo qualche estraneo davanti e non conosciamo le sue intenzioni, ci schieriamo spesso così per cercare di intimorire l'altra persona in modo da evitare scontri fisici, che i miei compagni si risparmiano più che volentieri, ma qualcosa mi dice che con Harry non arriveremo alle mani. L'espressione severa che ora sta assumendo, e che mostra tutta la stanchezza che ha accumulato nel tempo, mi spinge a pensare per un attimo che se davvero si dovrà fare a pugni, questo non accadrà contro di lui, ma con lui. Ne ho una microscopica conferma quando mi guarda in modo sincero e diretto. Le persone potrebbero dire che sembro inquietante a guardare sempre negli occhi, ma è l'unica parte del corpo con cui la gente non riesce sul serio a mentire, ed io ho la necessità di capire cosa l'altra persona stia pensando, che non mi stia prendendo per il culo e che non mi tradirà in qualche modo. E lui, che adesso mantiene il mio sguardo senza problemi, ha già guadagnato un punto a suo favore. Riguardo ciò, credo che siamo simili probabilmente, soprattutto per via del nostro passato. Anche lui non ha smesso di fissare negli occhi nessuno di noi da quando è arrivato, alla fine.

Malattia MortaleWhere stories live. Discover now