NON C'È NIENTE DA RIDERE

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Chiedo scusa già da ora, perché questo NON È UN CAPITOLO COMICO

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Chiedo scusa già da ora, perché questo NON È UN CAPITOLO COMICO.
Anzi, non è neanche un capitolo.

Ma in questo libro parliamo di disagio di particolari esseri umani, giusto?

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Ma in questo libro parliamo di disagio di particolari esseri umani, giusto?

Ebbene.

*Si sfrega le mani*

Cinque anni che sto su questa piattaforma. Ho conosciuto tante persone meravigliose, amici straordinari ed autori che mi hanno trasmesso parte del loro talento facendomi crescere dal punto di vista morale ed intellettuale.
Tra questi, quattro anni fa conobbi un utente (che scelgo di non citare, in difesa della dignità che lei NON HA), e tra noi naque da subito una grande amicizia.
Ci siamo frequentate per quattro anni, chiacchierando ogni giorno su whatsapp, al telefono o in videochat, incontrandoci 2/3 volte l'anno nei posti più disparati solo per poter stare un po' assieme. Ero sicura di aver trovato una grande amica, forse la più fidata che avessi mai avuto; le ho fatto regali, favori, ho percorso chilometri per incontrarla ogni volta.
Ed ero certa che il bene che le volevo fosse corrisposto.
Noi qui siamo tutti amanti del DISAGIO... Quindi ecco la vostra porzione giornaliera di disagio, anche se in questo caso c'è davvero poco da ridere.

Per molti ormai non è più un segreto, nel 2017 ho iniziato a soffrire di depressione; quelli che dapprima erano soltanto sintomi si sono aggravati, e nel 2018 sono stata ufficialmente diagnosticata con "Disturbo Depressivo Maggiore".
E per quella che sarebbe dovuta la mia migliore amica sono diventata un peso.
Io le raccontavo tutto.
Sapeva tutto di me.

Sapeva della mia malattia.
Sapeva della mia situazione familiare.
Sapeva che ero sotto una pesante terapia farmacologica.
Sapeva che mi facevo del male.
Sapeva. Ogni. Fottuta. Cosa.

Ed ha deliberatamente scelto di iniziare ad ignorarmi perché "parlare con me era diventato oppressivo", finché un bel giorno non è arrivata a sputarmi in faccia il suo astio, chiedendomi di sparire.

Ed ha deliberatamente scelto di iniziare ad ignorarmi perché "parlare con me era diventato oppressivo", finché un bel giorno non è arrivata a sputarmi in faccia il suo astio, chiedendomi di sparire

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L'ha fatto nel mio momento di maggiore sofferenza psicologica, in cui ero estremamente fragile, ed è stato come essere trapassati da un fulmine.
Ho tentato di recuperare il rapporto in tantissimi modi. Le ho fatto dei regali, sono andata da lei ma non ha voluto neanche aprirmi la porta, ho tentato di farla ragionare tramite terze persone ma nulla. Non ha mai risposto a nessuno dei miei disperati messaggi, bloccandomi ovunque. Non ha neanche accennato a fare un passo indietro quando mia madre le ha detto che ero in ospedale.

Lo scorso anno sono stata ricoverata in psichiatria anche a causa di un peggioramento della mia condizione, dovuto a questa delusione immensa.
Sono stata bombardata di pasticche, analisi del sangue, controlli di ogni tipo, e sono ingrassata più di 20kg a causa della terapia.
Aveva promesso che sarebbe venuta a trovarmi, ovviamente non l'ha fatto.

Da questo dolore mi sto riprendendo solo adesso, dopo più di un anno... Ma la depressione è tornata a divorarmi peggio di prima, e il suo ricordo continua a bruciare come un carbone ardente.
Non so se riuscite a comprendere il DISAGIO alla base del comportamento di questa persona, che è stata una grande amica finché le cose sono andate bene, ma che è stata disposta a voltarmi le spalle senza farsi troppi problemi nel momento in cui mi sono ammalata. L'incoerenza di una persona che ti dice "sei la persona più importante al mondo per me", ma che poco dopo ti abbandona come se non ti avesse mai conosciuta.

Questa non è amicizia.

Questo non è amore.

Ha anche avuto il coraggio di incolpare me per averla portata a farlo, perché la opprimevo con i miei problemi, perché gliene facevo sentire il peso

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Ha anche avuto il coraggio di incolpare me per averla portata a farlo, perché la opprimevo con i miei problemi, perché gliene facevo sentire il peso.
Mi ha incolpata di essere egoista perché mi sfogavo raccontando a lei i miei problemi.
Ma la pensava molto diversamente quando le pagavo i viaggi, le facevo regali, ed ero in salute, neh?
Fino ad ora ho creduto che lei avesse ragione, mi sono sentita in colpa anche se di colpe non ne avevo, perché di ammalarmi non l'ho certo scelto io. Ma col cazzo che voglio ancora pensarla in questo modo.

CARA S.
Le persone non sono oggetti, lo sai?
Non ci si fanno amici per convenienza ma per affetto, lo sai?
Quando vuoi bene a qualcuno lo fai a prescindere da tutto, lo sai?
Per questo continuo a volermi bene  nonostante il male che mi hai fatto, e continuo a sperare di mettere a posto i cocci di questa amicizia che hai buttato nel cesso.
Ed hai anche rischiato a livello legale, sai anche questo? Se fossi riuscita nel tentativo di uccidermi, TU ne saresti stata in buona parte responsabile.
Ti ho mandato un audio piangendo, chiedendoti di scrivermi, dicendoti che stavano per ricoverarmi e che avrei soltanto voluto sentire la tua voce.

A te che mi hai pugnalata nonostante conoscessi la tremenda situazione nella quale mi trovavo, questo capitolo lo dedico a te.

È vero, hai vinto tu.
Ma sai cosa? Sei sola, perché non meriti l'affetto di nessuno. Io, al contrario tuo, ho persone sulle quali posso contare.
Come persona non vali niente, se è questo il modo in cui intendi continuare a comportarti e trattare la gente.
Quindi vai avanti con la tua vita, fregatene pure del male che hai fatto, perché confido che prima o poi ti tornerà indietro.
Perché sì, tornerà indietro piccola merda, stanne certa.
E un giorno crescerai, siccome dall'alto dei tuoi ventidue anni non hai ancora capito un cazzo di niente, e ancora più che mai risulti incapace ed infantile;

CRESCERAI E CAPIRAI, piccola bambina immatura.

CRESCERAI E CAPIRAI, piccola bambina immatura

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Scusatemi per lo sfogo. Forse non è il modo migliore di affrontare la cosa, ma ne avevo bisogno.
Non fidatevi mai al 100% di chi avete attorno.

Adagio Adagio divenni... DISAGIOWhere stories live. Discover now