29. Cuore o dovere?

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Cheyenne
Altre due settimane sono passate senza che la situazione tra me e Allen registrasse alcuna variazione. Ho sentito che tra lui e Chantal è finita, e nonostante tutto mi dispiace. Sarei ipocrita se dicessi che all'inizio non ero contenta della notizia, ma vedere l'espressione delusa e triste di Chantal e quella colpevole di Allen mi ha fatto cambiare idea, e anche sentire una stronza. Continuo a non capire cosa abbia visto in lei, ma non per questo merita di soffrire. E sono sicura di doverle delle scuse, d'altronde è colpa mia. Sono io che ho baciato il suo ragazzo, anche se lui non si è tirato indietro.
«Chantal è in ritardo, bloccata nel traffico», mi comunica Courtney dopo che ha preso posto di fronte a me nel café pieno. Si sfila la sciarpa bianca e la lascia cadere nella borsa firmata Michael Kors ai piedi della sedia. La temperatura sta iniziando a scaldarsi, marzo è alle porte, ma a New York l'inverno fatica a lasciare il posto alla primavera. Anche oggi è caduto qualche fiocco di neve sulla città che non dorme mai.
«Oh... vogliamo ordinare, intanto?»
«Sì, ti prego, sto congelando».
Courtney ordina un flat white, mentre io mi limito a un muffin al cioccolato. Lo sgranocchio lentamente per evitare di parlare, e normalmente funziona, ma oggi siamo solo in due, e Courtney sembra particolarmente loquace. Ci metto poco a capire che in realtà è agitata, e quindi straparla.
«Sono contenta che tu stia meglio e abbia ricominciato a uscire con noi il sabato... quanto tempo è passato? Un mese e mezzo? Hai avuto un'influenza davvero aggressiva! Il mio caffè dovrebbe già essere arrivato ormai... Oh-». Il suo monologo viene interrotto da un messaggio che le fa sgranare gli occhi e poi fare un risolino. Alzo un sopracciglio. Strano. Brad non è il tipo da messaggi carini, sempre che sia dovuta a lui la reazione di Courtney. Ma io cosa posso saperne, d'altronde. Sospiro e lascio correre lo sguardo oltre la finestra dello Starbucks, fino al traffico rumoroso lungo la Third Avenue. Odio che tutto continui a procedere come al solito mentre la mia vita collassa su sé stessa, ricordandomi quanto sono insignificante nel mondo. Tutte le bugie che ho detto agli altri e a me stessa mi si sono ritorte contro, e la paura mi ha fatto perdere la persona a cui più tenevo. Non so come uscire da questa situazione, non posso andare né avanti né indietro senza accettare di dover lasciare una parte di me in ogni caso. L'intolleranza di mia madre verso di me è ai minimi storici, ed è così piacevole ricevere uno sguardo orgoglioso di tanto in tanto che arrivo persino a credere di poter continuare con questa vita. D'altronde lo fanno tutti intorno a me: i miei genitori, Courtney, Chantal, Brad, Rick... quanto può essere difficile fingere? Mi sembra che tutti lo facciano perfettamente. E anche io lo facevo in modo impeccabile, poi è arrivato Allen. La ragione di tutti i miei problemi. A tratti lo odio, ma è solo frustrazione perché non posso averlo. Non mi sono mai trovata davanti a una scelta in vita mia, sono sempre stati gli altri a condurmi lungo il percorso tracciato, la strada conosciuta. Non riesco ad accettare che tutto dipende da me, adesso, e non so cosa fare. Cuore e dovere sono in lotta nella mia testa, ma sarebbe riduttivo racchiudere tutto ciò che rappresentano in una sola definizione. Seguire il cuore significa scegliere me stessa, i miei sogni, la libertà, Allen... attenersi al dovere consiste invece nella rinuncia a tutto ciò che mi ha fatto stare bene in questi mesi, ma in cambio ottenere l'approvazione dei miei genitori, di mia madre, e una vita all'insegna delle bugie e del denaro.
Quando ormai, persa nella mia testa, mi sto pulendo le dita sul tovagliolo per rimuovere i residui di cioccolato e Courtney è a metà del suo caffè, Chantal entra nello Starbucks e, dopo aver lanciato una rapida occhiata per tutto il locale, individua il nostro tavolo accanto alla finestra. Viene rapidamente da questa parte, ma quando mi nota colgo un'impercettibile esitazione. Si ferma per una frazione di secondo, poi ricomincia a camminare più lentamente.
«Chantal! Noi abbiamo già ordinato, tu vuoi qualcosa?» È Courtney ad accoglierla con un gran sorriso. Oggi è particolarmente goliardica, e mentirei se dicessi che non sono sospettosa.
«No, sto bene così, grazie», mormora lei in risposta a Courtney, ma in realtà sta guardando me. Non capisco cosa prevalga nel suo sguardo, se la curiosità o l'astio, comunque mi sento in dovere di chiarire la situazione. Non appena saremo da sole le dirò che mi dispiace.
«Ora che siamo tutte, credo sia evidente che bisogna chiarire alcune cose». Sia io che Chantal giriamo di scatto la testa verso Courtney, incredule. Il cuore inizia a battere più forte contro la gabbia toracica. Che sappia qualcosa? Chantal deve avergliene sicuramente parlato! Che stupida che sono... eppure avevo chiesto ad Allen di dirle di non diffondere la cosa. L'avrà fatto per vendetta, come ho potuto fidarmi! Lo sguardo che mi ha rivolto prima la dice tutta. Sono nei guai. Nei guai fino al collo! Quanto ci vorrà prima che la notizia raggiunga mia madre? Anche se ormai tra me e Allen non c'è più alcun rapporto non me la farà comunque passare liscia. Le ho mentito e ho infangato il nome della famiglia Leroy. Non me lo perdonerà mai.
«Cheyenne, c'è qualcosa che vorresti dire a Chantal?» Sento gli occhi di entrambe addosso, e non riesco ad immaginare quanto possano sapere. Il panico mi assale. Magari Allen le ha solo detto del bacio e non di tutto quello che c'è stato prima, anche se era facile da intuire.
«Io-», inizio a parlare, ma in realtà non so cosa dire, quindi finisco per tacere. D'improvviso Chantal scuote la testa, poi scoppia a ridere senza divertimento.
«È sempre così, non è vero? Questa amicizia è una farsa: tu esci con me e Courtney perché ti conviene, ma non parli mai con noi. Non sappiamo niente l'una dell'altra! E io sono terribilmente stufa di mandare avanti questa pagliacciata soltanto perché i nostri genitori pensano che le cose debbano andare così. Io non ti sopporto, Cheyenne Leroy, non ti ho mai sopportata! E non me ne frega niente del tuo raffinato cognome francese del cazzo! Con la tua aria superiore te ne stai sul piedistallo a giudicare tutti gli altri, e nessuno è mai alla tua altezza! Beh, perdonatemi, Vostra Grazia, ma io mi sono stancata!»
Le sue parole mi congelano sul posto, ma non nel modo in cui probabilmente avrebbe voluto. Finalmente provo stima per lei, e davanti allo sguardo scioccato di Courtney mi apro per la prima volta in un sorriso sincero. Allungo una mano sopra al tavolo, guardando Chantal dritta negli occhi. Lei aggrotta le sopracciglia e alterna, confusa, lo sguardo tra me e la mia mano tesa.
«Cheyenne Leroy, piacere di conoscerti», le dico. Chantal esita ancora un po', poi mi stringe la mano, riluttante.
«Sei per caso impazzita? Ti ho appena insultato».
«Sono quattro anni che aspetto che qualcuno di voi mi dica ciò che pensa veramente, e finalmente tu l'hai fatto». Le sue parole mi hanno colpita, e ancora una volta hanno spostato l'asse della mia prospettiva. D'altronde non ha tutti i torti. Tanto io quanto loro non abbiamo mai provato a conoscerci, ma abbiamo accettato questa amicizia forzata come un obbligo, un dovere a cui attenersi. Ancora una volta questa parola. Dovere. Eppure Chantal, con il suo discorso sincero e privo di fronzoli imposti dall'etichetta, è riuscita a ribaltare completamente la situazione. Forse l'ho giudicata davvero troppo velocemente. Mi sono messa sul piedistallo e ho gettato sentenze lapidarie su tutti loro senza davvero conoscerli, non posso negarlo. E forse ho sbagliato, e le parole rabbiose di Chantal hanno fatto crollare tutte le mie convinzioni autoimposte in cui mi sono crogiolata per anni, e con cui ho giustificato tutte le mie ribellioni. Non ho mai pensato che anche a loro potesse non piacere questa vita, sembrano create su misura per questo. Oppure fingono molto bene, come te, suggerisce il mio subconscio.
«Mi dispiace di avervi giudicate tutti questi anni anziché provare a conoscervi, sono stata una stronza con la puzza sotto al naso», confesso. Courtney continua ad osservarmi scioccata, Chantal sembra invece tornare in sé e si apre addirittura in un piccolo sorriso.
«Se avessi saputo che insultarti sarebbe bastato a smuoverti, l'avrei fatto quattro anni fa», commenta lei divertita, ma il suo sguardo è ancora deluso, e allora mi trovo a confessare. Non voglio più nascondere ciò che è stato, e sono sicura che Courtney già lo sa, altrimenti non ci avrebbe chiesto di chiarire.
«Mi dispiace per la storia con Allen, è stata colpa mia. Non avrei dovuto baciarlo sapendo che stava con te». È la prima volta che ammetto ad alta voce che tra di noi c'è stato qualcosa, e non avrei mai pensato di farlo di fronte al capo del gruppo dei popolari e al suo stupido braccio destro. Ho veramente giudicato troppo in fretta. Forse possiamo davvero essere amiche, e non soltanto fingere di esserlo. O forse spero soltanto di trovare un po' di conforto, visto che sono terribilmente sola. Ma ormai la "copertura" è saltata, in ogni caso è meglio averle come alleate che continuare a mentire davanti alle loro facce. Chantal socchiude gli occhi, come se avesse incassato un colpo che aveva visto arrivare ma che non è stata comunque in grado di schivare. Courtney sgrana gli occhi, sempre più esterrefatta, ma lo shock comincia a lasciare il posto alla realizzazione.
«Allen non me l'ha apertamente detto, ma la sera in cui l'ho lasciato ce l'aveva scritto in faccia. Ho cercato di negare l'evidenza nell'ultimo mese, ma era ovvio che fossi un ripiego. Ho sempre avuto un debole per lui, sin da quando eravamo piccoli. Era diverso da tutti gli altri bambini: era divertente, non gliene fregava nulla dell'etichetta e faceva ciò che voleva senza chiedere niente a nessuno. Quando, finalmente, si è interessato a me, ho veramente creduto di avere una chance, ma mi sono resa conto che il suo cuore si trovava da un'altra parte. Avevo iniziato a sospettare qualcosa nei mesi precedenti: ogni tanto vi vedevo insieme fuori da scuola, Rick mi ha detto di avervi visti insieme ad una festa, poi c'è stato il ballo. Quando hai detto di voler invitare Jordan tutti pensavamo che finalmente gli avessi dato una possibilità, ma poi Courtney e io ti abbiamo vista lasciare la scuola con Allen. Ancora non volevo collegare tutti i puntini, ma in questo mese sono stata costretta a farlo, e ho capito. Non c'è mai stato niente tra noi, lui è innamorato di te, non ho alcun dubbio». Tenta di mascherare il dolore con un sorriso, ma è comunque vivo e pungente. Allen mi ama? Mi sento in colpa, terribilmente in colpa, ma allo stesso tempo una strana euforia mi scuote da cima a fondo. Il calore si dirama dal centro del petto e si estende fino alla punta delle dita. Cerco di nascondere il sorriso che si allarga sul mio volto, ma è impossibile.
«Mi dispiace, Chantal, davvero, ma... Allen mi ha aperto gli occhi. Mi ha fatto capire cosa significa vivere seguendo il proprio istinto, fare ciò che mi piace e non dover rendere conto a nessuno... peccato che, come tutte le favole, sia finita e io mi sia ritrovata faccia a faccia con la realtà. Tra me e Allen non può esserci niente, mia madre non approverebbe mai, ed è per questo che ho usato Jordan come copertura e non ho potuto permettere che la nostra amicizia venisse scoperta. Era nata come una cosa pura, innocua, ma poi... si è trasformata in altro, e io ho rovinato tutto. Eppure non posso fare niente per cambiare le cose, ormai ho fatto la mia scelta». A malincuore confesso ogni cosa, e più loro fanno domande, più mi trovo a rovesciare tutto ciò che mi tenevo dentro sul tavolo di questo Starbucks, tra le briciole di cioccolato e i residui di caffè. Come un sacco traboccante, ho stretto tra le mani il cuore e l'ho messo sotto sopra, lasciando che la mia vita cadesse in modo confuso tra le loro mani e si incastrasse nei loro pensieri. Per la prima volta mi sfogo con qualcuno, lascio cadere le barriere e svelo tutti i miei segreti. Non ci penso che possono usarli contro di me, perché la verità è che ho bisogno di qualcuno con cui parlare. Sono sola, e mi sono stancata di esserlo.
«E questo è tutto». Mezz'ora dopo, lascio finalmente ricadere la schiena contro la sedia, prosciugata di ogni energia. Courtney e Chantal sembrano scandalizzate, e la prima a parlare, con mia sorpresa, è proprio Courtney.
«Non mi capacito di come tu sia riuscita a tenerti dentro una cosa del genere, né di come tu ti sia lasciata sfuggire l'unica persona che conti veramente qualcosa per te».
«Sapete meglio di me come funziona: è mia madre a decidere cosa posso o non posso fare, è inutile pretendere che non sia così, altrimenti non avremmo passato quattro anni a fingere di essere amiche», replico. Distratta, gioco con il portatovaglioli, ripensando alle parole di Chantal: Non c'è mai stato niente tra noi, lui è innamorato di te. È vero? Non potrò mai saperlo. Sospiro. Una voglia sfrenata di piangere mi coglie all'improvviso, ma ricaccio giù il groppo che si arrampica lungo la mia gola.
«È per questo che stai uscendo con quell'imprenditore tedesco? Come si chiama... Wagner? Il padre è ricco da far schifo». Chantal si inserisce nella conversazione, ricordandomi che stasera ho una cena di famiglia a cui è stato invitato anche Hans. Mia madre era particolarmente agitata, e mi ha ripetuto almeno trenta volte di non fare tardi per nessuna ragione al mondo. Chissà cosa frullerà nella sua gelida mente calcolatrice.
«Già... so cosa state pensando, ma Hans è davvero un ragazzo perbene. Ovviamente piace a mia madre e questo è un grande incentivo, però è anche... piacevole, è stato-» una distrazione ideale, stavo per dire, e non so fino a che punto la cosa sia vera. Di sicuro uscire con lui è stata una buona scusa per non pensare ad Allen, almeno all'inizio, ma ora innamorarmi di Hans Emelrich Wagner non sembra poi così impossibile.
«È facile, Cheyenne, questa è la verità», taglia corto Courtney. La serietà nel suo tono mi impedisce di ribattere. «Come per me è facile stare con Brad, ma non mi rende felice».
Cosa? Questa non me la sarei mai aspettata. Okay, è evidente che Courtney e Brad sono perfetti insieme – almeno nell'ottica di questo mondo distorto dal denaro e dai privilegi –, ma pensavo davvero che si amassero. Anche loro, evidentemente, fingono molto bene.
«Non sei innamorata di Brad?» Devo chiederlo per esserne sicura, mi sembra surreale. Courtney fa una breve risata, e Chantal sembra sorpresa che me l'abbia confessato. Lei evidentemente già lo sapeva.
«All'inizio lo ero, ma poi mi sono stancata, come tutti i normali adolescenti... Brad, invece, non ha mai smesso di amarmi, lo vedo nei suoi gesti, eppure non riesco più a ricambiare quel sentimento, perché-». Si interrompe, vedo il dubbio darsi battaglia nel suo sguardo, ma alla fine decide di continuare. «Perché mi sono innamorata di un altro. Si chiama Liam, frequenta il college statale e i suoi genitori hanno un ristorante. Abbiamo una relazione da più di sei mesi, ormai. Capisci perché non posso dirlo ai miei genitori, né rompere con Brad. È sempre una questione di affari».
Chantal le sorride e le stringe una mano, d'istinto le prendo l'altra. «Ti capisco molto bene». Restiamo in silenzio, trovando conforto l'una nella presenza dell'altra. Non mi sono mai sentita così vicina a loro come oggi. Aprire il proprio cuore agli altri fa davvero bene come dicono, e mi fa sentire più leggera, libera.
«Cosa farete, adesso?» Chantal rompe il silenzio. Prima osserva Courtney e poi passa a me, dubbiosa.
«Per quanto io ti abbia consigliato di ribaltare la tua vita e seguire ciò che vuoi veramente, capisco quanto sia difficile e quanto sia importante ciò che pensano i tuoi genitori, eppure... abbiamo una vita davanti per essere infelici e scendere a compromessi, non è giusto doverlo fare adesso. Io voglio prendere tutte le decisioni sbagliate possibili, e credo che voi vogliate fare altrettanto». Courtney stringe le nostre mani, guardandoci risoluta. Vorrei poter cedere di fronte alla speranza nelle sue parole, ma la realtà è ben più complicata.
«Credo che ormai Allen abbia messo in chiaro di non voler più avere niente a che fare con me, e forse voltare pagina mi farà bene... vedrò dove mi porterà questa relazione con Hans», mormoro, ma le parole suonano poco convinte alle mie stesse orecchie. La verità è che non voglio voltare pagina, ma devo. Cuore e dovere.
Courtney annuisce, anche se non sembra convinta. «Io cercherò il coraggio di confessare questa cosa a Brad... non posso più prenderlo in giro, non se lo merita. Parlarne così apertamente mi ha fatto capire che è ora di prendere in mano la mia vita. Non sono gli altri a dover scegliere per me». Ammiro il coraggio e la risolutezza nel suo sguardo, ma sono anche consapevole che è il momento ad instillarli in lei, e che quando si troverà a dover dire la verità, probabilmente si tirerà indietro. Finisce sempre così. E passano i mesi, e poi gli anni, e i decenni. E ci si ritrova bloccati in una vita che non si aveva mai veramente desiderato.
Getto un'occhiata all'orologio e mi rendo conto che se voglio arrivare in tempo – come mia madre ha più volte ribadito – devo muovermi.
«Io devo andare, ho una cena di famiglia... è stato davvero un piacere parlare con voi, e spero che sia l'inizio di una vera amicizia». Mesi fa non avrei mai pensato che queste parole avrebbero potuto lasciare la mia bocca ed atterrare nelle orecchie di Courtney e Chantal, ma adesso sembra tutto così naturale che mi chiedo come non lo fosse prima.
«Anch'io lo spero, Cheyenne, e ora che finalmente ti ho confessato di non sopportarti non posso credere di dover già cambiare idea... speravo di odiarti apertamente almeno un giorno o due», scherza Chantal, e tutte ci lasciamo sfuggire una risata, che consolida il legame instauratosi oggi, dopo anni, in uno Starbucks sulla Third Avenue.

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