capitolo 16

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«A domani» gli aveva detto Richie in labiale la sera prima.

Eddie non vedeva l'ora di rivederlo, il ché gli sembrò naturale, era il suo migliore amico, ma allora perché aveva così
bisogno
di vedere lui in particolare e non tutti i perdenti allo stesso modo?
Insomma, era lì quando sua madre era tornata.
Eddie voleva sapere dove avesse dormito, voleva scusarsi per quel che la donna aveva detto e si sentiva quasi in dovere di raccontare a lui per primo quel che era successo dopo che se n'era andato, dato il modo brusco in cui era stato cacciato... però c'era dell'altro.
Era un piccolo e innocuo sentimento che Eddie stava cercando di ignorare. Era come una necessità, qualcosa a cui non riusciva a smettere di pensare: doveva vedere Richie.
Se lo figurava a fianco a lui, di nuovo vicini, spalla contro spalla, seduti sul pavimento della sua camera con la schiena appoggiata al letto. Lo avrebbe riabbracciato se avesse trovato il coraggio, sarebbe volentieri sprofondato nell'incavo del suo collo.
Quella fantasia lo confortava.
Non era sicuro che sua mamma lo avrebbe lasciato uscire, le aveva sputato addosso un bel po' di veleno e lei non gli aveva rivolto più la parola.
Sgattaiolare fuori casa, approfittando del suo consueto assopimento davanti al televisore delle due del pomeriggio, sarebbe stato facile.

Tra l'altro Eddie non aveva ancora avuto il tempo di disperarsi per la notizia del trasferimento.

Una parte di lui era molto preoccupata, ma del resto non credeva davvero che la signora K avesse anche solo l'intraprendenza di andare ad abitare ad Atlanta e per di più gestire un trasloco.
Non dubitava che stesse parlando sul serio, ma conservava la speranza di riuscire ad escogitare un piano con l'aiuto di tutto il losers club, il quale gli permettesse di rimanere a Derry.
Ora non ci voleva pensare, voleva solo che sua madre si addormentasse per poter poi raggiungere Richie.

Si addormentasse una volta per tutte...
  Eddie scosse la testa inorridito dal suo stesso pensiero. Voleva bene a sua madre e lei ne voleva a lui, anche se non poteva negare che come genitore se la cavasse maluccio.
Per quanto riuscisse a capire la sua situazione di donna vedova con un solo figlio, sapeva che il suo modo di comportarsi era sbagliato. Ora fortunatamente aveva smesso ti imbottirlo di placebo, anche se lo sottoponeva di frequente a delle visite di controllo ed era ancora esonerato dalle lezioni di educazione fisica a scuola, però soltanto ricordare le menzogne che gli aveva propinato per anni faceva sempre male.
Lo aveva convinto di essere malato e chissà per quanto tempo glielo avrebbe lasciato credere ancora, se non fosse stato per Greta Bowie.
Gli venivano i conati di vomito a ripensare al fatto che avesse avuto una cotta per lei,

o qualcosa che lui credeva fosse una cotta,

ma le era comunque grato per avergli svelato il segreto di sua madre.

Guardò l'orologio: 11:20.

Solo un po' di pazienza.

●●●
Sentiva la voce di un presentatore televisivo esultare per qualche motivo al piano di sotto, ma sua madre aveva abbassato il volume, segno che era ora di "chiudere gli occhi".

«Pisellino, io chiudo gli occhi per qualche minuto, tu fai il bravo»

La signora K usava spesso quell'espressione, espressione che Eddie detestava per nessun motivo preciso.

Se vuoi dormire allora dì che dormi, non che chiudi gli occhi!

Scese le scale a passo furtivo e sbirciò in salotto.
Sua madre sonnecchiava col testone accasciato sulla spalla destra e le guance paffute e il doppio mento pendevano leggermente di conseguenza.
Aveva ancora il telecomando in grembo.

Eddie si affrettò a raggiungere l'ingresso, aprì la porta più silenziosamente che potè per poi richiudersela frettolosamente alle spalle e andarsene.

Reddie: Tornando indietro_Where stories live. Discover now