Everything a lie

1.2K 56 5
                                    

Come secondo lavoro facevo la psicologa, e in più facevo mille giri, dall'agenzia alla scuola Yueei. Vi starete chiedendo perché la scuola per eroi Yueei? Ero la psicologa degli alunni, una volta a settimana dovevo visitarli nelle classi e raccontare loro la mia giornata e loro dovevano fare lo stesso. Mi pagavano abbastanza bene. Un soggetto mi interessava particolarmente, Katsuki Bakugou. Era un ragazzino del primo anno che aveva seri problemi di rabbia e perdita della pazienza. Spesso mi soffermavo su di lui, e sembrava indifferente a ogni mia parola. Comunque entrai nella grossa struttura vetrata e la prima classe che visitai fu proprio la prima A. Bussai e entrai

"Buongiorno" dissi. Ereaser head mi accolse con uno sbadiglio, come era suo solito fare. La classe rispose con un buongiorno di rimanda. Sorrisi mettendomi a sedere su una sedia

"Bene ragazzi, come ben sapete ora lascio la parola alla psicologa... prego" si stese per terra e si rinchiuse nel suo sacco a pelo giallo limone. Annuì sorridendo divertita

"Buonanotte, professore" la classe ridacchiò mentre io mi alzavo in piedi. Ogni volta dovevo inventarmi un nuovo discorso e nuove attività da fare con i ragazzi. Sul tavolo avevo preparato un quaderno bianco per ognuno di loro, e cominciai a distribuirli

"Bene ragazzi, oggi voglio affrontare un argomento che è sempre stato sulla bocca di tutti: chi siamo noi veramente? Chi crediamo di essere? Bene, questa domanda ce la poniamo ad ogni ora della giornata, a colazione, a pranzo, magari anche durante un compito in classe! Dovete scrivere su quei quaderni tutte le vostre paure e i vostri sogni, le vostre ambizioni e ciò che provate stando in mezzo alla gente e in questo caso ai vostri compagni. Dovete essere il più sinceri possibili, non metto voti! Quindi... scrivete, e a fine lezione mi riprendo i quaderni. Dovrete scrivere solo delle parole, come volete voi. Se volete comporci un disegno, fate pure. Oggi vi do solo questo" dissi rimettendomi a sedere. Aizawa aveva gli occhi aperti, non dormiva. Si tolse dal sacco e si mise a sedere accanto a me

"Oggi vuoi affrontare questo argomento, eh? Sai, questi qua ti adorano. Oltre perché gli fai saltare ore di lezione... sei molto brava, hai un approccio positivo con ognuno di loro" disse. Annuì abbassando lo sguardo

"Ha ragione... diciamo che amo aiutare gli altri, nella maniera più semplice possibile. D'altronde non ho altri metodi" dissi diventando di tratto seria. A fine lezione ripresi tutti i quaderni e andai nelle altre classi. Presi una busta per metterci tutti i quaderni dentro. Erano veramente troppi, e dovevo suddividerli nelle varie classi. Cominciai con leggere quelli della prima A: presi un quaderno a caso e lessi il nome e cognome: Mydoria Izuku. Ah, il broccoletto adorabile! Aveva scritto tre pagine... la calligrafia era disordinata e tremolante, istintiva.

"Paura di non farcela, All Might, super eroe, idolo, bullismo, quirk" lessi ad alta voce tutte le parole che aveva messo. Sembrava una lista della spesa, ma aveva un certo criterio. Le parole erano messe in ordine cronologico. Lui... lui era stato preso in giro, pensava di non riuscire a diventare un eroe, il suo idolo era All Might e voleva diventare un eroe come il suo idolo. Passai al secondo: Katsuki Bakugou. Ah, eccolo qui! Sorrisi, ma quello scomparve appena scorsi la pagina. Era... era tutto scarabocchiato, pieno di macchie e segni ovunque. Le parole si leggevano appena

"Pensavo di essere il migliore... poi lui ha ereditato un quirk, senza sapere da chi. Come posso essere il numero uno se ho qualcuno che mi sbarra il cammino, e ha un quirk più forte del mio?!" Poi altri scarabocchi e segni marcati di matita e penna. Lui... lui era pieno di orgoglio, ma era stato ferito. Ormai li conoscevo da mesi, e sapevo che avevano già fatto delle gite insieme e robe simili. Katsuki era fragile dentro, gli si leggeva negli occhi. Sospirai e poggiai il quaderno sulla mensola. Avrei dato un ulteriore compito a quel ragazzo. Andai avanti a leggere per tutta la notte, amavo leggere i punti di vista dei ragazzi. La mattina seguente non sentì la sveglia, e di conseguenza caddi dal letto. Ero in ritardissimo!! Uscì di casa alla svelta e corsi verso la stazione, prendendo il treno all'ultimo momento. Arrivai che ero già tutta sudata e con il fiatone. Il capo mi sbraitò contro per venti minuti buoni e non gli diedi retta. Andai alla mia scrivania e sbattei la fronte sul tavolino. Molti degli impiegati si girarono incuriositi ma non mi diedero troppe attenzioni, quindi tornarono allo schermo del proprio computer. Odiavo quel lavoro... a fine giornata stavo per andarmene ma uno dei miei colleghi, un certo Fujio, mi portò al muro. Era poco più grande di me, ma sembrava il doppio più vecchio. Sorrise sornione

"Hey (t/n) che ne dici se stasera vieni a casa mia? Ho della buona birra in frigo..." scossi la testa

"No grazie, stasera sono occupata" mi bloccò di nuovo la strada

"Dai piccola non lasciarmi così!" Sbuffai e uscì a passo svelto. Lui mi seguiva... deglutì e cercando di seminarlo finì in un vicolo buio. Cominciò a correre e poco dopo ero di nuovo al muro mentre lui mi diceva di star ferma.

《ℕ𝕠𝕟 𝕡𝕠𝕤𝕤𝕠 𝕒𝕧𝕖𝕣𝕖 𝕡𝕒𝕦𝕣𝕒 𝕕𝕚 𝕥𝕖》Overhaul x readerWhere stories live. Discover now