Blu elettrico

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Febbraio 2020

...4, 3, 2, 1

Niccolò distende la schiena e le braccia con un lungo, lunghissimo respiro, mentre Marti si ritrova, suo malgrado, a trattenerlo. Come se vederlo fare stretching seminudo sul tappeto del salotto non fosse uno spettacolo a cui viene deliziosamente sottoposto almeno tre pomeriggi a settimana. Dovrebbe studiare, ha l'interrogazione di filosofia domani, e invece è lì imbambolato a misurare mentalmente il tempo fra uno stiramento e l'altro dei muscoli del suo ragazzo – dieci secondi netti, è un cronometro – per poter distogliere lo sguardo al momento giusto e fingere di non star indecorosamente sbavando. In sua difesa va detto che le felpe e gli strati sovrapposti di magliette nascondono al mondo un corpo che non sfigurerebbe in una galleria di statue classiche e se la gente paga per andare a vedere sculture di atleti di duemila anni fa è legittimo che lui si goda l'esposizione gratuita che ha in casa, no?

No , gli risponde spietato Schopenhauer dal manuale che tiene inutilmente aperto sul tavolo ormai da mezzora, sennò che gli racconti domani alla Lanzi? I dorsali di Niccolò Fares? La curva perfetta con cui scendono fino al centro della schiena?

"Se mi fissi ancora un po' prendo fuoco."

La voce divertita di Nico lo riscuote dalla sua immaginaria conversazione col filosofo tedesco.

"Mh?" mugugna Martino facendo il finto tonto "Hai detto qualcosa? Mi sono infognato co' sto cazzo di Schopecoso e non riesco a venirne fuori."

Niccolò lascia andare il ginocchio che teneva contro il petto e si sistema seduto a gambe incrociate, scuotendo la testa con ironica disapprovazione.

"Bambi maniaco."

"Come scusa?"

"Hai questi occhioni dolci da cerbiatto innocente e invece...mi hai fatto la radiografia, soprattutto quando mi piegavo..." si mette in ginocchio e lentamente allunga le braccia in avanti, inarcando la schiena e strusciando la guancia sul tessuto morbido del tappeto, senza perdere il contatto visivo con lui "...così..."

Martino deglutisce a vuoto per l'associazione di idee indecenti che quella posizione e quel sussurro gli suggeriscono.

"Eccolo, vedi, lo sguardo da Bambi maniaco!"

Niccolò lo indica trionfante, tornando in un lampo seduto come un piccolo boyscout intorno a un falò. E lui si sente per davvero un maniaco, perché invece di rimboccargli le coperte e raccontargli la favola della buonanotte, salterebbe addosso a questa versione cucciola di Nicco esattamente come a quella sensuale e sfacciata, senza il minimo scrupolo.

"Maniaco, io?" si riprende pescando dalle sue inesauribili scorte di sarcasmo "Ti ricordi quanti anni avevo quando hai messo per la prima volta le tue manacce sul mio corpo immacolato?"

"Mi ricordo che eri così carino che non ho saputo resistere."

"E adesso? Sono diventato cesso?"

"No, sei diventato fregno Marti." gli spiega Nico nel tono di chi sta rimarcando l'ovvio "E quando il fregno assurdo del tuo cuore ti guarda con gli occhi da maniaco, puoi fare tutto lo stretching che ti pare, non ti rilassi manco per il cazzo."

Questo è un colpo basso, parecchio basso, gli suggerisce una parte molto specifica del suo corpo, quella che gli sta impedendo di mantenere la sua media dell'otto. Ormai rassegnato all'inevitabile, Martino posa la matita nella piega del libro e lo chiude con un gesto drammatico, alzandosi dalla sua postazione studio per raggiungere Nicco in mezzo ai divani. Se vuole rilassarsi, conosce un metodo infallibile: non si dica poi in giro che non è un fidanzato premuroso.

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⏰ Last updated: Aug 03, 2020 ⏰

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