Capitolo 12 -Un crudele destino-

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Uno dopo l'altro, con estrema tranquillità e un'incredibile naturalezza eravamo saliti sopra quel  muro, non eravamo mai stati così vicini alla libertà, alla tanto agoniata voglia di vivere liberi; la sentivamo così vicina, quasi da toccarla, assaporarla, la sentivamo già nelle viscere ma, era ancora presto per cantar vittoria.

<Hey Emma...ma quelli con meno di quattro anni?.> Domandò Ray ancora un po' sconvolto e frastornato.
<Loro non fuggiranno, rimarranno qui.> Disse senza alcun turbamento e con voce ferma, sconvolgendo il giovane accanto a lei. <Sai...ho continuato a pensare a quello che mi avevi detto.> Aggiunse mentre con l'aiuto di Anna tirava su con la corda uno dei bambini. <Ci ho pensato tutti i giorni, le tue parole mi rimbombavano nella testa ogni santo giorno, ogni singolo minuto. Mi domandavo se ci avrebbero creduto, se avrebbero retto la situazione, se fossi davvero in grado di portarli via da qua...l'inverno, la voragine, i pericoli...non ero sicura di poter assicurare a tutti loro la sopravvivenza.
Così, anche se Norman nel piano mi aveva scritto di portare tutti, non gli ho dato retta. Non l'ho ascoltato. Tu avevi ragione. Punto.>
<Ma...>
<Se li portiamo con noi moriranno.>
<C-così verranno spediti!?.>
<Ray...> Emma lasciò la corda nelle mani di Anna e si avvicinò al ragazzo. <Io non ho intenzione di lasciare morire più nessuno, mi sono stancata.
Ho parlato con Phil.>
<Con Phil?!.>
<Gli ho detto tutto.>
<Tutto!?, tutto cosa?.>
<Ogni cosa.> Sospirò mentre guardava da lontano il grande edificio in fiamme. <Sai, Phil è un bambino molto intelligente, aveva già intuito qualcosa...> Disse la ragazza amareggiata.

Erano solo dei bambini, come noi del resto, mi faceva quasi paura il fatto che loro avessero accettato la situazione con quella calma e compostezza; non sembravano essere eccessivamente scossi.
Solo allora mi resi davvero conto di che bambini sfornasse quell'orfanotrofio, mi facevo paura da solo.

<Solo lui sa la verità, sa dell'orfanotrofio, della mamma, dei demoni e dell'incendio, è l'unico a sapere cosa fare...>
<Dai non prendermi in giro...> Ridacchiò il ragazzo nervosamente. <Non può aver accettato di aspettarci ahah...è folle.>
<E invece lo ha fatto, te l'ho detto, Phil è un bimbo molto intelligente; ma questo non vuol dire che ci abbia rinunciato, anche lui vuole la libertà, come tutti noi.> Disse Emma con tono quasi solenne. Alle spalle il cielo tinto di arancione, il fumo che saliva. <Tornerò, tornerò e porterò via tutti!,  non solo Phil e gli altri, tutti i bambini di ogni stabilimento.>
-
Gli occhi che la fissavano, confusi e un po' assonnati, cercavano solo qualcuno o qualcosa a cui aggrapparsi.
L'ignorare il fatto che, quegli occhi, quei teneri occhi da bambino nascondendevano un mondo dietro, consapevolezza, disprezzo, rabbia, paura; quel bambino, Phil, stava avendo il coraggio di abbracciare quella donna che aveva causato loro tanto male, dolore e odio.

<Phil...dove sono gli altri?.> Esclamò la donna accucciandosi all'altezza del bambino.
<Sono laggiù, mamma...> Phil corse verso la boscaglia incoraggiando Isabella a seguirlo, una volta allontanati dall'incendio, ad attenderli c'erano molti volti innocenti.
<Bambini!.> I bambini accorsero ignari verso la donna, piangevano, gridavano, facevano domande, ignari di tutto. La donna notò immediatamente l'assenza dei ragazzi più grandi e dentro si se, crebbe la paura e la consapevolezza di aver fatto un errore madornale. <Non vi preoccupate, troverò tutti, tranquilli...restate qui...>

La donna sconvolta e ricolma di rabbia si allontanò dallo sguardo dei bambini.
Afferrò la radio e come fosse nulla, riprese la lucidità che la caratterizzava, la freddezza, la calma e la compostezza con cui era solita lavorare, abbandonò il ruolo di madre e si trasformò in quella che era, un'allevatrice.

<Quartier generale, qui è lo stabilimento 3...c'è una fuga in corso. 15 bambini tra cui, due prodotti di qualità massima.>
<Ricevuto, uccidete a vista i bambini senza danneggiare le teste, però voglio vivi quelli di massima qualità!.> Disse il capo dei demoni dal quartier generale.
<Prova a scappare Emma...> Bisbigliò la donna compiaciuta.
-
La nostra corsa sul muro, così disperata e piena di speranza, riuscivo a percepire il rumore dei passi di tutti, di ciascuno, li sentivo tutti chiaramente fino a quando, il nulla.
Il rumore dei passi scomparve completamente quando il suono di una sirena riecheggiò nell'aria.

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