🌚

4.6K 90 22
                                    

Abbiamo fatto per più di due ore esercizi di ogni genere in palestra, abbiamo corso, saltato la corda, fatto scatti e balzi sul posto, siamo saliti sulla sbarra, lavorato con le braccia e le gambe, tanti allungamenti, addominali, poi ci siamo anche divertiti stando sulle palle giganti da yoga. All'inizio quasi cadevo, nessuno di noi stava molto in equilibrio poi siamo migliorati e riuscivamo a stare seduti senza problemi. Ora sono sdraiato su un tappetone gigante mentre provo a riposare un po' e a recuperare le forze.

Improvvisamente mi arriva una pallone dritto in faccia; mi alzo di scatto, mi rimetto a posto il cappuccio della felpa sui capelli e corro verso chi l'ha lanciato. Mi cade il telefono dalla tasca della felpa ma poco importa.
Esco fuori dalla stanza e vedo tae correre per il corridoio. Svolta a destra, con un rapido scatto vado più veloce e una porta si chiude violentemente. Non ci metto molto ad entrare per poi chiudermela dietro. Siamo in uno sgabuzzino con scope, stracci, qualche mensola, detersivi vari e altre cose per fare le pulizie. Trovo una cordicella al soffitto e la tiro per accendere la luce, è fioca ma si riesce a vedere abbastanza. Siamo l'uno di fronte all'altro, entrambi con il fiatone anche se non abbiamo fatto molta strada.
"Mi spieghi perché mi hai svegliato? Provavo a dormire" "Volevo stare un po' con te, da solo". Mi guarda con i suoi grandi occhi da cucciolo e il labbruccio che lo rende ancora più tenero. "Dovevo attirare la tua attenzione in qualche modo" si giustifica. "Potevi farlo scrollandomi leggermente non con una pallonata secca" "Scusa, non volevo farti male" mi abbraccia appoggiando la testa sulla mia spalla. Ricambio l'abbraccio avvolgendogli la vita con le braccia. Mi avvicina maggiormente a lui, pochi centimetri ci separano ormai. Sposto lentamente le mani e le infilo sotto la sua maglia, le metto a contatto con la sua pelle calda.
"Aish jungkook, togli quei ghiaccioli, mi fai venire freddo così!" dice dimenandosi ma rimango immobile sempre in quella posizione. "Te lo meriti per il brusco risveglio, taetae" ammetto con un ghigno. "Ti ho già detto che mi dispiace" mi osserva amareggiato. Sorrido vedendolo triste, mi fiondo sulle sue labbra. In poco tempo le nostre lingue sono a contatto tra loro, ci divoriamo a vicenda peggio di come si fa al pranzo di Natale. Questo ragazzo è un bocconcino davvero niente male, il mio piatto preferito che mi fa venire sempre tanta fame quando è sensuale o quando vuole attirare la mia attenzione. Lo assaggio molto spesso, soprattutto sul petto e sul collo, lascio una miriade di segni dopo esserci passato per un rapido spuntino.

Mette le mani sul petto, segue alla perfezione con la sua lingua i movimenti della danza a cui abbiamo dato vita, balliamo divinamente questo paso doble.
Gli mordo un labbro sentendolo gemere; lui fa la stessa cosa tirandolo verso di se.
Ci stacchiamo per recuperare fiato, ci bramiamo ancora vogliosi di sentirci l'uno dentro l'altro.

"Sappi, che me la paghi. Stasera il tuo bel culo sarà mio" dico guardandolo serio, fisso negli occhi. Noto una nota di divertimento ma anche di preoccupazione nelle sue pupille color nocciola. "Va bene, oppa" gli spunta quel fantastico sorriso che mi fa impazzire ogni volta che lo vedo. "Come mi hai chiamato?" chiedo per sentirlo di nuovo, visto che lo usa poche volte.
"Oppa". Torno sulle sue labbra felice di quel nomignolo. Tolgo le mani dalla sua vita e le rimetto sulla felpa. Mi toglie il cappuccio e inizia a giocare con i capelli dalla nuca. Amo quando muove le sue grandi dita su di me, in certi punti tra cui il collo mi fa venire i brividi.
Lo avvicino di più a me, faccio scontare le nostre intimità. Ride per via del contatto, non posso fare a meno di fare lo stesso.

Quando ci stacchiamo ci guardiamo alternando lo sguardo tra gli occhi e le labbra ormai gonfie. Vado dal suo collo. Incomincio a lasciarci piccoli baci, che poi approfondisco e diventano più lunghi, lenti, bagnati. Inizio a succhiare e mordicchio un lembo della pelle. Le mie mani scendono sempre di più finchè non incontrano il suo culo rotondo, sodo, morbido, coperto dai pantaloni. Lo palpo tastando ogni centimetro. Mugola. Ha gli occhi socchiusi e si sta torturando il labbro per stare zitto anche se non ci riesce.

𝓣𝓸𝓷𝓲𝓰𝓱𝓽 -ᎢꭺꭼꮶꮻꮻꮶDove le storie prendono vita. Scoprilo ora