Capitolo 20

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DRAKE 


Dopo il sesso spettacolare che avevo fatto con Crystal nella vasca da bagno mi era quasi impossibile pensare ad altro. L'avevo sentita mia più delle volte precedenti e, in quel momento, avevo avuto l'impressione che ci fossimo scambiati qualche pezzetto del nostro cuore, della nostra anima. 

Da quando Crystal era entrata nella mia vita, tutto in me sembrava essere cambiato. Ero più docile, più calmo - ma non troppo -, più vivo. Cavolo, avevo scoperto parti di me che nemmeno credevo di avere. Quella ragazza aveva scavato affondo nella mia anima, fino a trovarci qualcosa... il mio lato più dolce e sensibile, che avevo tenuto nascosto per così tanto tempo da averlo dimenticato. 

Ormai si stava facendo strada nel mio cuore e stavo cominciando a pensare che mi mancava poco per innamorarmi di lei. Voglio dire, ero già stra-cotto di lei... Quanto mi sarebbe mancato per raggiungere quel sentimento chiamato "amore"? Ne avevo sentito parlare, l'avevo visto intorno a me, ma non lo avevo mai provato. E l'idea di farlo mi spaventava parecchio. Diamine, come si ama una persona? Non ne sapevo niente. 

Accompagnai Crystal a lavoro e mi diressi in palestra. Anche quella volta avevo tardato, ma zio Nick si era limitato a fissarmi con un sopracciglio alzato fino a quando non si era stancato. Trascorsi il resto della serata tranquillamente, con una certa ragazza sempre nella testa. Ma questa non era una novità, ormai. 

Quando arrivò l'ora di andarmene era ancora presto per andare a prendere Crystal, quindi decisi di farmi un giro per la città nel frattempo. Pensai che la mia ragazza avesse fame, perciò mi fermai in un fast food e presi qualcosa le cose che preferiva. Arrivai comunque in anticipo, così dovetti aspettare nel parcheggio. Non appena uscì dal bar, con accanto quel Johnny, strinsi il volante più forte e grugnii come un animale incazzato. Ma poi cercai di calmarmi. Quel tizio era solo un amico e Crystal non aveva occhi che per me, quindi non avevo motivi per essere geloso... Peccato che lo fossi di ogni ragazzo sulla terra. Che cretino. 

Vidi Crystal guardarsi intorno e, quando finalmente mi notò, le si stampò un sorriso sulla faccia che riuscii a vedere anche a quella distanza e corse da me. Il cuore prese a battermi più forte e un sorriso da idiota sostituì la mia smorfia. 

Salì al lato del passeggero e in un istante quell'abitacolo si riempì di luce. Una luce che si insinuò nei pori della mia pelle e attraversò le ferite cuore, facendo scomparire ogni ombra legata al mio passato. E da quelle crepe sbocciarono dei fiori armoniosi e variopinti. Proprio come lei. 

Si sporse per stamparmi una bacio sulle labbra. «Mi sei mancato». 

La baciai più appassionatamente e le accarezzai il labbro con il pollice, mentre il palmo premeva sulla sua guancia. «Ti ho preso da mangiare». 

La sua espressione si illuminò ancora di più, poi rise mentre sbirciava nella busta di cartone. «Ci sono tutte le cose che preferisco!». Tornò a guardarmi. «Te le sei ricordate». 

«Io ricordo sempre tutto». Le strizzai l'occhio e lei mi lanciò un'occhiata poco convinta. Scoppiai a ridere e le diedi un buffetto sul ginocchio. «Dai, mocciosa, mangiamo questa schifezza». 

***

Mi buttai sotto la doccia non appena tornammo a casa e mi infilai qualcosa di comodo. Ero pronto a buttarmi sul divano - o sul letto - con Crystal, ma quando la raggiunsi in salotto lei pareva avere altre intenzioni. 

Rimasi impalato al centro della stanza come un idiota. Crystal era bellissima. Era avvolta in un vestito azzurro con la scollatura a cuore che le cadeva morbido lungo i fianchi. Le arriva a malapena al ginocchio e l'idea che qualcuno le guardasse tutta quella pelle scoperta mi irritava parecchio. Ma ciò non mi impedì di immaginare in quanti modi avrei toglierglielo... o farlo con quello addosso. Scossi tornare in me e mi avvicinai. Le avevo lasciato dei segni sul collo - sicuramente non solo lì - e si notavano davvero tanto. Ero certo che avesse tentato di coprirli, ma un po' di trucco non bastava. Non volevo procurarle quelle macchie così evidenti, ma avevo perso il controllo. La fame di lei era troppa. Poi a Crystal non sembrava dispiacere, quindi mi sentivo meno in colpa. 

Mi migliori la vita || 1Where stories live. Discover now