1 (Originale)

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«'Giorno Kacch- , aspettami!»

Detesto quell'idiota di Deku...

«Ma mi devi aspettare fuori casa ogni mattina?» Lo riprendo, ora che sembra avermi raggiunto. Cammina frettolosamente, eppure è lento peggio di una lumaca.

Non lo voglio vedere; credo ora sia alle mie spalle.

Un vento ancora gelido per l'Inverno da poco terminato, a soffiarmi contro.

«Certo Kacchan!» Detesto i suoi versi striduli!

Con sguardo ammaliato, come quasi avesse appena visto chi sa che cosa, sembra attendere una mia qualsiasi possibile risposta.

«Tsk.» Va bene così?

«Kacchan, dovresti essere più gentile con le persone! Almeno ora che siamo al liceo!»

«Tch... come se le persone potessero cambiare, così, da un giorno all'altro...» Sospiro dopo ciò... un peso giunge a provocarmi indolenzimento al petto.

Sì, come se le persone fossero in grado di cambiare davvero... così, da un giorno all'altro.

«Kacchan, solo perché tu non ci provi, non vuol dire che non sia possibile cambiare davvero! Tutte le persone hanno sentimenti, provano sensazioni che possono essere in grado di scaldargli il petto o raggelarlo... Rischiando, così, di fermare il loro cammino per sempre.»

«Non ho mai creduto potessi essere saggio.» Il mio sguardo diretto a scorrere davanti a me.

I versi striduli di quel Deku a raggiungermi, in ogni caso, all'udito - perfino ora che ci ritroviamo davanti ad una, tale, coltre di auto... Il traffico stamani sembra essere incredibile.

Il marciapiede vuoto in confronto - le due immagini, se confrontate, sembrano deridersi in qualche modo.

«Devi imparare ad ascoltare le persone, Kacchan!»

«Lo farò quando non avrò nient'altro da fare.» Borbotto, prima di attraversare.

Non mi giro ancora a guardarlo; non presto attenzione al fatto che possa starmi seguendo o meno.
I miei passi son stanchi, già.
È tutto un già ed un ancora.

Il semaforo, in un attimo scatta per mutarsi verso il giallo, mentre sento una forza farmi ritrarre all'indietro. Scanso a mala pena un motorino che sfrecciante stava quasi per investirmi.

Vorrei urlargli parolacce, ma lo sguardo giudice di Deku, fermo sulle spalle del sottoscritto, mi blocca prima di versare il momentaneo contenuto dei miei pensieri. La bocca a pizzicare per il fastidio dato dalle parole inespresse.

«Tsk... comparse.»

«Non dire così, Kacchan!
Dovresti smetterla di chiamare le persone come fossero attori.»

«Tsk.
"Personaggi" Deku... E comunque, la devi smettere di accompagnarmi; so andare a scuola anche da solo.»

«Lo dici ogni mattina... eppure, ti faccio compagnia ogni volta!»

Lascio vagare lo sguardo.

Non lo voglio vedere.

Le sue iridi boschive, smeraldi penetranti e spaventosi giudici.
«È perché te lo lascio fare.»

«Mh? Non mi lasceresti mai fare come voglio io, Kacchan... Ammettilo che ci tieni a me!»
Fa l'orgoglioso ora?

Ma che poppante.

...Anzi, no, è un "«Merdeku»".

Devo averlo fatto arrabbiare... mi ha lasciato nella solitudine del sentiero - il semaforo è ora nuovamente verde e posso attraversare.

Stranamente, oggi non sono in ritardo... quel disgustoso Merdeku mi ha fatto svegliare mezz'ora in anticipo.

。~♤♡~ 。

Messaggio da "Vecchiaccia":
'Vai al konbini, servono lattuga e kimchi.'

Tsk...
Mai una volta che quella vecchiaccia mi lasci tornare a casa in tranquillità.

Secondo lei dovrebbe essere comportamento adeguato ad un "bravo figlio" quello di aiutare la propria genitrice nelle faccende domestiche.

Mi manda, inoltre, a fare la spesa più volte a settimana, facendomi comprare solo poche cose, perché teme che mi azzarderei ad abusare degli stupidi e rarefatti soldi che mi dà.

Una commissione stancante in aggiunta all'inizio del nuovo percorso di studi, agli allenamenti con la squadra di atletica ed il lavoro appena trovato alla pizzeria, equivale a zero vita sociale.

Zero amicizie quindi... tsk, come se ne volessi effettivamente.

In ben cinque minuti, mi ritrovo a raggiungere l'entrata del konbini, a poche decine di metri distante da casa.

Devo farlo, eh?

Che faticaccia.

Allora, uhm... pane? Non mi sembra di aver letto nel messaggio della Vecchiaccia che richiedesse di comprarne.

Uhm... ne prendo un pacco.

Okay... ed ora... due confezioni di lingua saltata di mucca.

Dirigendomi verso una delle casse, riprendo il cellulare dalla tasca del giaccone... giusto per vedere se ho seguito correttamente gli ordini impartitimi da quella.

«Kacchan!»

«MerDeku...» Quell'idiota è nuovamente alle mie spalle. Sembra quasi quella posizione sia la sua aspirazione, quello che dovrebbe voler fare per tutta la sua vita.

Tsk, come se glielo permettessi...

Prendo i soldi della Vecchiaccia - dalla tasca dei pantaloni - in fretta, così posso lasciarmi alle spalle quel nano verde e testardo come poche essenze al mondo.

«Tch... La Vecchiaccia voleva altra roba...»

«Kacchan! Non chiamare zia Mitsuki in quel modo! Non è carino!»

«Shh.»
Come fosse riferito a lui, il cassiere si irrigidisce. Mi guarda storto.

«Tsk.»

Come potesse quasi migliorare le cose, l'imbecille in divisa mi saluta con un "«Arrivederci»", appena mi allontano dalla cassa.

Mi avvio così verso l'uscita del negozio, con la mia busta con gli appena acquistati pane affettato e carne qualcosa di mucca, mentre mi raggiungono ancora i saluti striduli del nerd.

«Tch... MerDeku.»

Tinnito [ORIGINALE]Donde viven las historias. Descúbrelo ahora