Capitolo tredicesimo *Blaire*

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Le tre settimane che seguirono furono abbastanza frenetiche. La data prevista per la competizione si avvicinava e noi, conseguentemente a ciò, avevamo intensificato alla grande gli allenamenti.

Entravamo in palestra alle nove la mattina e ne uscivamo la sera verso le sette o le otto, il che comportava il fatto che passassimo intere giornate ad allenarci senza nessuno che potesse disturbarci.

Ballavamo e ci conoscevamo meglio, ridevamo dei gusti di ciascuno e cantavamo le stupide canzoni che passavano in radio nell'abitacolo dell'auto. Bisticciavamo per le piccole cose e ovviamente ci baciavamo molto, ridevamo molto ed io... stavo completamente e ineluttabilmente perdendo la testa per quel ragazzo.

Solo a pensare a quella spaventosissima parola che iniziava per A e che comportava un sacco di sentimenti totalizzanti, mi sentivo terrorizzata, pertanto cercavo in tutti i modi di non dare un nome a ciò che sentivo ogni volta che Boyd mi stava vicino. Ma, nonostante gli sforzi, tutti i miei progetti di controllo e distanza, di freddezza e distacco, venivano allegramente archiviati in un angolino molto remoto della mia mente, mentre barattavo tutto per due occhi color ruggine.

Complimenti, Blaire, ottimo controllo di te stessa!

Quella sera non faceva eccezione rispetto alle altre, era sera inoltrata e ci trovavamo ancora in sala prove, ma Boyd era stranamente distratto:

"Sai..." cominciai, per attirare la sua attenzione "Basta ancora poco e ci verrà alla perfezione, secondo me" dissi e lui annuì, facendomi intuire che non aveva affatto sentito quello che gli avevo detto.

"Certo, nel momento in cui mi sollevi, devo fare un po' più attenzione all'apertura delle gambe, ma oltre a questo andiamo forte!" continuai, incrociando le braccia al petto e guardandolo, mentre lui palesemente era altrove con i pensieri.

"Certo, certo" rispose infatti, con tono distratto.

"Boyd! Ma che ti succede? È da un'ora che hai smesso di ascoltare quello che ti dico!" esclamai, perdendo la pazienza e sventolandogli una mano davanti al viso.

Finalmente mi guardò negli occhi ed ebbi tutta la sua attenzione.

"Puoi smetterla di parlare per un attimo e baciarmi, per favore?"mormorò, con voce profonda e leggermente roca.

Il mio cuore accelerò all'istante nel petto e sul momento rimasi imbambolata.

Incapace di proferire parola annuii e in un attimo lui mi attirò a sé tenendomi per i fianchi, il mio petto finì contro al suo e le sue labbra decise, furono sulle mie.

Espirai e chiusi gli occhi, abbandonandomi completamente a quel contatto travolgente, incapace di gestire tutta l'elettricità che scorreva tra di noi fin dalla prima volta.

Lui mi sollevò continuando a baciarmi e io gli avvolsi le gambe intorno al busto, come per istinto.

Quandosi staccò, continuò a tenermi in braccio, accarezzandomi con una mano il profilo del viso e guardandomi con un sorriso che non gli arrivò agli occhi.

"Sei così bella, Blaire..."

Il mio cuore perse un battito al suono della sua voce arrochita e quando passai le mani tra i suoi folti capelli scuri, lui socchiuse le palpebre, senza smettere di guardarmi.

Nel suo sguardo, come nel suo sorriso, lessi una vena di tristezza che mi fece preoccupare:

"Hey, che succede?" gli sussurrai dolcemente, accarezzando con due dita la sua mascella pronunciata.

Lui mi strinse più forte alla mia domanda, ma scosse la testa e per un po' non rispose.

"Non è nulla. Ricordi, pensieri... tu mi aiuti. Per il casino che c'è qui"

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