Parte 15

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Il primo quadrimestre terminò, e Franz ne uscì non solo indenne e senza macchia, ma anche con una pagella più che discreta. Risultò essere il primo della classe insieme all'irreprensibile signor Marcello. Un po' più distanziata nei voti era invece Elisabetta, che stava riscontrando qualche difficoltà in inglese e francese.

Si risolse nel migliore dei modi anche l'inaugurazione della pizzeria, che si tenne una domenica sera e che vide l'ampia partecipazione di amici, conoscenti e parenti dei due soci, Walter e Salvatore. Franz si beccò anche qualche complimento per la musica che aveva piazzato in sottofondo. Quella sera propose Tame Impala, Electric Light Orchestra, Psychedelic Furs e altra roba così.

Unico inconveniente fu che dovette tagliare tante di quelle pizze da provocarsi dei dolorosissimi calli alle sue manine fatate. Era evidente che non fosse ancora abituato a quel lavoro, anzi, a nessun tipo di lavoro in generale. Ci pensò il suo caro collega Mario a consolarlo, dicendogli che ben presto i calli sarebbero guariti e le sue mani avrebbero così appreso quale fosse il loro nuovo mestiere.

A lavoro comunque le cose andavano di bene in meglio. Franz era persino riuscito a fraternizzare con Roberto, il burbero pizzaiolo dall'umore perennemente tetro. A distanza di qualche settimana quest'ultimo si era rivelato un collega pignolo, scrupoloso, su cui poter fare affidamento, ma anche un tipo all'occorrenza scherzoso, soprattutto dopo un paio di birre.

Con Mattia invece, il collega Don Giovanni, erano andati d'amore e d'accordo fin da subito, per cui non ci furono problemi di sorta. Solo che ogni tanto i due avevano da discutere su questioni musicali. Mattia era un grande appassionato di reggae, genere che Franz odiava nel profondo, così, quando i due avevano da condividere lo stesso turno lavorativo, nascevano spesso queste diatribe su quale musica ascoltare nel locale. Alla fine, per il quieto vivere, il buon Franz fu disposto a cedere, e in quella pizzeria si iniziò dunque a proporre qualcosa di diverso dal solito, quali gli UB40, i Men at Work, Manu Chao e, ovviamente, Bob Marley.

C'è un'altra peculiarità di Mattia che è doveroso menzionare e che per diverso tempo suscitò la curiosità dell'ignaro Franz. Quel giovane se ne veniva a lavoro molto spesso con gli occhiali da sole, anche quando il tempo era uggioso e minacciava tuoni e fulmini, e quando infine decideva di toglierseli, rivelava quasi sempre degli occhi stranamente arrossati. Franz anche questa volta decise di indagare minuziosamente facendo appello alla ratio e al metodo scientifico, e in seguito scoprì che quel suo simpatico collega aveva sviluppato, diciamo... il pollice verde e una smodata passione per la... botanica.

Per quanto riguarda Mario, il caro collega banconista, non c'è molto da dire. Si rivelò essere la persona più buona e mansueta del mondo. Svolgeva il suo lavoro con coscienziosa scrupolosità, e teneva sempre il pensiero rivolto a sua moglie e al suo bambino, dai quali faceva fatica a staccarsi anche per le ore lavorative. Era davvero un uomo di famiglia, dagli antichi valori.

Unica sua stranezza era che si presentava sempre a lavoro con una busta piena di scatolini, cosa che lasciava perplesso il nostro protagonista. Indaga oggi e indaga domani, venne infine a sapere che quella misteriosa busta conteneva tutte le medicine che Mario doveva assumere durante la giornata. Soffriva infatti di diversi disturbi, quali: pressione alta, prostatite, emorroidi, ipertiroidismo e frequenti emicranie.

Franz pregò che quello sfortunato collega potesse campare il più a lungo possibile, anche perché a quella lunga lista di farmaci egli soleva accompagnare le immancabili sigarette.

Comunque sia, col passare delle settimane, quella squadra ben assortita divenne mano mano più affiatata e il clima sul posto di lavoro si fece sempre più gioviale. Spesso infatti si attardavano a baloccarsi insieme bevendo qualche birra di troppo. Ne risultò che buona parte degli stipendi veniva dirottata presso il bar attiguo alla pizzeria, tra caffè corretti, amari, birre, calici di vino e altri innumerevoli bevande rigorosamente alcoliche.

UnfinishedWhere stories live. Discover now