𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐗𝐈𝐈. 𝐋'𝐀𝐥𝐛𝐞𝐫𝐨 𝐝𝐢 𝐑𝐲𝐦𝐧𝐞

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Chiuse la finestra e rimase di fronte ad essa per osservare l'aggraziata e immacolata colomba allontanarsi in volo con un messaggio legato alla zampa e indirizzato, per una volta, a suo fratello Oberon

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Chiuse la finestra e rimase di fronte ad essa per osservare l'aggraziata e immacolata colomba allontanarsi in volo con un messaggio legato alla zampa e indirizzato, per una volta, a suo fratello Oberon.

Aveva bisogno di un parere diverso da quello dei genitori, un parere privo di pregiudizi dovuti alla famiglia cui apparteneva Angor. Oberon era il solo ad aver mantenuto un atteggiamento neutrale in quella faccenda e dunque, al momento, il miglior consigliere per una questione così delicata, personale e decisamente adatta a lui.

Erano trascorsi due giorni da quando aveva discusso, anzi litigato, con Angor che, a conti fatti, aveva iniziato semplicemente a evitarlo o a ridurre al minimo sindacale le loro conversazioni e interazioni. Non si era mai mostrato freddo e distaccato come in quelle intollerabili quarantotto ore seguenti a un malinteso che si era trasformato in una valanga di risposte glaciali e indifferenza gratuita.

Tristan sapeva di aver esagerato, specialmente convincendo Hume a riferire cose ben poco carine ad Angor, ma davvero poteva essere biasimato fino in fondo? Sul serio la colpa doveva assumersela solamente lui?

Certo, essere respinti non era bello. Non gli era mai capitato, ma era sicuro che fosse orribile, tuttavia tutto aveva un limite e Angor si stava comportando peggio di un bambino che aveva preso una sculacciata e si era per ripicca inorgoglito.

Con Prospero e Seraphina si comportava in modo normale, specialmente con la futura cognata, ma appena Tristan arrivava ecco che trovava sempre una scusa per andarsene ed evitare di parlargli, cosa che poi, puntualmente, faceva calare sul resto dei presenti un silenzio colmo di imbarazzo e tensione.

A nulla era servito il tentativo del fratello minore di Angor di smussare la stizza di quest'ultimo.

In poche parole: Angor trattava il principe di Alerath come avrebbe potuto trattare uno spettro, forse addirittura peggio.

La convalescenza, già di per sé tediosa, stava divenendo una tortura. Non poteva neppure uscire e fare quattro passi nei boschi per schiarirsi la mente.

Sospirò, andò al letto e vi si lasciò cadere seduto. I suoi pensieri, i quali andavano sempre più ristagnando nella mente come l'acqua torbida di una palude, furono bruscamente interrotti dal suono di nocche aggraziate contro la porta.

Il cuore di Tristan, come al solito, mancò inizialmente un battito. Ogni volta che qualcuno bussava, sperava sempre che si trattasse di Angor, ma veniva puntualmente smentito e restava deluso non appena si rendeva conto che non era stato lui a recarsi nella torre per fargli visita.

Non è lui. So riconoscere il suo modo di bussare.

«Avanti» disse, cercando di non far tremare la voce.

Sollevò lo sguardo e vide entrare Seraphina, con la quale aveva tutto sommato stretto un legame gradevole e di piacevole complicità. Gli era piaciuta sin da subito perché era una ragazza umile, seppur dotata di grazia e fascino innati.

𝐇𝐚𝐧𝐝𝐬𝐨𝐦𝐞 𝐚𝐧𝐝 𝐭𝐡𝐞 𝐁𝐞𝐚𝐬𝐭 [𝐓𝐰𝐢𝐬𝐭𝐞𝐝 𝐑𝐞𝐚𝐥𝐦𝐬 𝟏#]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora