30. Poisoned youth

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La Funny Waffle Fair di Santa Monica è una delle fiere più conosciute ed amate di tutta la costa occidentale, le cui attrazioni si diramano come lanterne colorate, lungo tutto il litorale che si affaccia sull'immenso e variopinto oceano Pacifico.

Ogni anno, migliaia di turisti provenienti da ogni parte del mondo, partecipano a questo evento, considerato uno dei più popolari della California, per svariati motivi: surfisti biondi da mozzare il fiato, un parco divertimenti infinito, la possibilità di vivere il tipico sogno americano e gli waffle gratuiti.

Sì, avete capito bene... cibo gratis.

Questa è una delle principali ragioni per le quali Ginni ed io ci andiamo ogni anno.
Un altro buon motivo, è per assicurarci che nessuno batta il nostro record di coppia nella gara di waffle.

Venticinque vaschette, non so se mi spiego.
Man vs food fatti da parte.

L'anno scorso, abbiamo vomitato per tutta la notte e mia mamma voleva mandarmi al pronto soccorso, perché temeva mi fosse venuto il diabete o si trattasse di un'intossicazione alimentare.

Ne è valsa la pena però, dato che ci hanno incoronate come regine degli waffle, con tanto di magnifiche coccarde sulle quali vi sono ricamati i nostri nomi.

Regina degli waffle.
Quando avrò dei figli, mi farò chiamare così.

«Lo senti anche tu?» Genelle mi afferra per un braccio, facendomi bloccare sul posto.
Le dita magre premono con leggera intensità sulla mia pelle abbronzata, facendone diventare i contorni un po' più chiari.

Aguzzo le orecchie, provando a distinguere un suono che mi dovrebbe essere famigliare, immerso fra il baccano delle persone e la musica vivace degli stand.
È tutto troppo confuso, così mi volto verso la mia migliore amica, nella speranza che mi dia qualche indizio.

Mi guarda come se avessi tre teste, premendo gli occhi nocciola nei miei, come se aiutasse, «Questo è il richiamo di-» inizia, facendo spiccare sulle labbra un sorriso raggiante.

«Wiffy Waffy William!» gridiamo in coro, iniziando a saltellare in cerchio come due bambine.

Ridiamo fino a farci mancare il fiato, fino a quando le lacrime ricoprono i nostri occhi gioiosi, per poi canticchiare la canzoncina divertente del carretto.

Mi mancavano queste serate.

«Non sono sicura di riuscire a farcela quest'anno» ammette Ginni, contraendo il viso in una smorfia angosciosa.

Conosco quello sguardo e mi sembra di essere catapultata nel passato, alla sera in cui siamo state malissimo e pensavamo di rimanere a letto per il resto della nostra vita.

«Calcolando che abbiamo vomitato con venticinque vaschette, una in più potrebbe davvero mandarmi all'ospedale» ridacchio, schivando con attenzione le persone attorno a noi, «Oppure in paradiso. Sarà meglio che cominci ad imparare come camminare sulle nuvole» sussurro, alzando distrattamente lo sguardo verso l'alto.

Un'infinità di puntini luminosi si staglia contro il cielo di un blu acciaio splendente, componendo piccole raffigurazioni, all'apparenza vicine, ma incredibilmente distanti.

Questo posto è davvero magico, sembra di vivere una favola.
Qui si percepisce tutto con più intensità, ogni suono sembra amplificato, ogni lanterna pare una sfera di fuoco, ogni profumo un campo fiorito.

PATENTE E LIBRETTO, SIGNORINA.Where stories live. Discover now