La superficie delle cose

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Sarà stata più o meno mezzanotte o giù di lì, quando entrambi i ragazzi riuscirono finalmente a prendere sonno, nell'abitacolo dell'auto. Avevano abbassato lo schienale dei rispettivi sedili il più possibile, per cercare di stare relativamente comodi, ma non era servito a molto. Liria, a dire la verità, non era neanche del tutto addormentata. Anzi, era piuttosto cosciente. Era girata dal lato della portiera, dando le spalle al ragazzo di fianco a lei, e non riusciva a far altro che pensare se lui fosse nelle sue stesse condizioni. Se anche lui avesse mille casini per la testa, se anche lui si stesse ponendo le stesse domande, in quel momento.

Era strana, la sensazione che provava. Si sentiva scombussolata, scossa al 100%, eppure c'era qualcosa che quasi le piaceva, in tutto quel groviglio di emozioni. Qualcosa che le impediva di allarmarsi. Fece un respiro profondo, e cercando di non fare rumore si voltò in direzione di Jughead.

Sussultò. Quasi le venne un colpo, incrociando gli occhi vitrei del ragazzo, che la osservava con un sorriso tenue sul volto.

"Ti eserciti per i provini del nuovo Edward Cullen?" Chiese la mora, cercando di smorzare l'imbarazzo.

"Mh?"

"《Mi piace guardarti mentre dormi.》" citò Liria. "L'ho sempre considerata una delle frasi più inquietanti di Twilight..."

Jug arrossì impercettibilmente, poi cercò di darsi un tono:

"Non ti stavo guardando..."

"Sì, invece."

"Ti osservavo." Mormorò. "È diverso."

"Tu dici?" Chiese la Anderson, alzando un sopracciglio. "A me sembra inquietante allo stesso modo."

"Se guardi vedi solo la superficie delle cose. Vedi ciò che vedono tutti, ciò che tutti sono in grado di vedere. Ma se osservi..."

Fece una pausa. Si concentrò per un istante sugli occhi della mora, che nonostante fosse buio, riuscivano a scorgersi chiaramente. Quasi si era scordato di quel verde tanto magnetico, quasi non aveva più memoria del potere ipnotico che le iridi della ragazza esercitavano su di lui. Pensò che infondo avrebbe potuto arrivarci da solo, al legame di sangue tra Liria e Liam. Che in effetti era quasi evidente. Si assomigliavano sotto molti aspetti, da un punto di vista aggettivo. Stessi capelli scuri e scompigliati, stessa carnagione diafana, stessi tratti scavati in viso.

"No... Stessi occhi no..." Disse tra sé e sé il ragazzo.

Erano tonalità diverse, completamente diverse. Le iridi di Liam erano verdi, sì, ma di un verde limpido, calmo, come le acque cristalline di un mare caraibico. Quelle di Liria, invece, di calmo avevano ben poco. Sembravano costantemente in tempesta, come se solo con uno sguardo, la Anderson potesse vincere mille battaglie, perforare da parte a parte centinaia di nemici. Nemici e non solo, a quanto pare.

Perché in quel momento era così che si sentiva Jughead. Perforato dagli occhi della mora. Schiacciato da quelle sfumature verdi, gialle, a tratti quasi dorate. Liria inarcò un sopracciglio, contando che il silenzio del ragazzo fosse dovuto a lei.

"Se osservi..." riprese Jughead. "Se osservi vedi la bellezza."

Liria distolse velocemente lo sguardo, girandosi dall'altra parte.

"Capirai a tue spese che non sempre c'è del bello nelle persone." Disse poi, seria.

"Io penso di sì."

"Pensala come vuoi." Gli rispose acida. "Ma negare l'evidenza è da idioti."

"Meglio idioti che disillusi." Commentò Jughead, con altrettanta freddezza.

Rebel 2- Romantic in Revolt [Jughead Jones]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora