4. Fastidi

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"You dumb."

«Non starai mica dicendo sul serio?»
Chiese allarmata Mi-Yeun. Si era come bloccata, non riusciva a voltarsi per controllare se lui fosse lì sul serio, ma lo sguardo di Jimin stava proprio dicendo di sì. Taehyung era davvero lì, e questo innervosì Mi-Yeun ancora di più. Due volte in un giorno? Ma come era possibile? Non si vedevano da anni, e ora magicamente si ritrovavano negli stessi posti?
«Ti prego, fa che non venga qui.»
Disse a bassa voce, così che solo Jimin sentisse. Quest'ultimo rise scuotendo la testa. Non riusciva proprio a comprendere quegli atteggiamenti. Nel frattempo il cameriere aveva portato la bottiglia di vino, e ci volle poco prima che Mi-Yeun la stappasse e ne versasse una generosa quantità sia nel suo bicchiere che in quello di Jimin. Ma continuava ad avere una strana sensazione, come se da un momento all'altro lui si avvicinasse e intavolasse una conversazione con loro. Ma come poteva? Alla fine quella mattina non l'aveva nemmeno riconosciuta, figuriamoci se la riconoscesse di spalle.
Tentò quindi di calmarsi, sorseggiando il suo vino. Jimin l'aveva osservata divertito per tutto il tempo e, portandosi il bicchiere alle labbra, abbozzò in un mezzo sorriso malizioso.
«Siete davvero esagerati.» Osò dire.
«Yah, non lo sopporto ancora.» Rispose posando il bicchiere sul tavolo.
Jimin sorseggiò l'alcol, poi si pulì immediatamente il viso con un tovagliolo e si alzò dalla sua sedia. «Park Jimin!»
Disse una voce. Una voce che stranamente risultò familiare alle orecchie di Mi-Yeun. Ma non voleva crederci. Si rifiutava.
«Taehyung! Non ci si vede da parecchio.» esclamò il ragazzo dai capelli scuri, e a quel punto Mi-Yeun non poteva più rifiutarsi di credere che fosse lui. Inevitabilmente Taehyung si stava avvicinando al loro tavolo. Vide Jimin stringergli la mano, si trovava proprio al suo fianco in quel momento, ne sentiva il profumo maschile.
«È davvero un piacere rivederti.» disse Jimin e gli sorrise, 
«Il piacere è tutto il mio. Mi mancano le superiori, stare in tua compagnia e non avere pensieri.»
La sua voce, notò Mi-Yeun, non era mutata nel tempo. Era sempre la stessa bassa tonalità, profonda e chiara. Forse gli dava un aspetto ancora più maturo adesso, a distanza di 5 anni, ma Mi-Yeun non voleva accertarsi con i suoi occhi se così fosse davvero. Stava tentando in tutti i modi di non catturare la sua attenzione.
«Di pensieri ne avrai parecchi adesso che sei un CEO» stava dicendo Jimin.
Mi-Yeun iniziava a odiarlo. Non poteva subito troncare quella conversazione e fallo andare via?
«Beh sì, essere al capo di un'azienda grande come la mia richiede parecchie energie e tempo. In questo momento avrei volentieri saltato la cena e corso a casa a dormire, ma mi hanno incastrato qui per affari.»
La sua voce aveva adesso una nota divertita e Jimin aveva a sua volta riso. Invece, Mi-Yeun, si stava trattenendo dal fargli la ripassata.
«Comunque, mi dispiace aver interrotto la cena insieme alla tua ragazza, ma ti ho visto e volevo salutarti dato che non ci vediamo da tempo.»
Una leggera tonalità di rosa colorò le guance di Jimin, che negò subito quell'affermazione.
«Ah, nono! Non è la mia ragazza. Siamo colleghi e buon amici.»
«Allora ti dispiace se mi siedo un po' con voi? Vorrei in realtà evitare questa riunione di affari. Mi scoccia in maniera pazzesca.»
A Mi-Yeun era quasi caduto il bicchiere di mano. E ora che faceva? Mannaggia a Jimin! Vide con la coda dell'occhio Taehyung prendere posto davanti a lei, accanto a Jimin, sperando che il muro la risucchiasse. Come aveva fatto a trovarsi in quella situazione?
«Molto piacere, mi dispiace interrompere la vostra cena.» le disse porgendole la mano.
E ora che faceva? Non poteva mica ignorarlo. Cosa avrebbe pensato poi? Così, prendendo tutto il coraggio che poteva e uno sguardo calmo e arrogante, alzò lo sguardo verso il suo e afferrò la sua mano. Gli occhi di Taehyung si dilatarono quando incontrò i suoi. Quella ragazza la conosceva già, pensò.
«Hai qualcosa di familiare.» Aveva infatti detto.
Una vena sulla fronte di Mi-Yeun quasi vibrò. Quanto fastidio le dava quel ragazzo?
«Dici?»Rispose lei. 
Il ragazzo era un po' confuso, poi i suoi occhi quasi si illuminarono, spalancò la bocca e la fissò serio per alcuni secondi. «Ma tu sei Jung "sono l'eterna seconda di Taehyung" Mi-Yeun!» Esclamò.
«Forse era meglio se non notassi l'aria familiare della mia faccia.» Rispose scocciata.
«Ma sbaglio o stamattina ti ho quasi ucciso?» Chiese ignorandola.
«Sì. Magari mi avessi presa, almeno mi avresti pagato i danni.»
La sua voce tagliò l'aria. Ora Jimin si sentiva a disagio; non lo preoccupava la reazione di Taehyung, alla fine lui aveva sempre avuto un'aria dannatamente calma e serena. Era Mi-Yaeun che poteva avere scatti di ira.
«A chi avrei dovuto pagare? Saresti morta se ti avessi messo sotto.» fece un sorriso.
Lei cercò di fare lo stesso, non cercando comunque di nascondere il sarcasmo del suo. Jimin si grattò la testa, che avrebbe dovuto fare?
«A ogni modo, sarei davvero felice di parlare ancora con voi e sapere cosa ne state facendo della vostra vita, ma il dovere mi chiama.» aggiunse sospirando, alzandosi dalla sedia e salutando Jimin con un'altra stretta di mano.
«Magari uno di questi giorni ci vediamo.» disse per poi congedarsi.
Mi-Yeun rimase di nuovo da sola con Jimin, che evita il suo sguardo, pronto a una scenata. I loro piatti finalmente erano arrivati, e lei non sembrava comunque in vena di fare commenti su quella conversazione, così iniziarono semplicemente a mangiare, ma i pensieri di Mi-Yeun viaggiavano veloci.

•Mr Kim• Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin